Questa raccolta delle poesie di Anna Achmatova, che uscì in prima edizione nel 1962 e dunque solo quattro anni prima della scomparsa della grande poetessa russa, resta a tutt'oggi la più completa e organica antologia della sua opera poetica in edizione italiana.
Anna Achmatova
Anna Achmatova, insieme a Marina Cvetaeva, è stata senza dubbio la più grande poetessa russa del Novecento. Nata ad Odessa nel 1889 e morta a Mosca nel 1966, la sua vita si è intrecciata a quella di suo marito, il poeta Gumilëv. Nel 1934 suo marito viene fucilato per attività controrivoluzionaria e molti dei suoi amici poeti finiscono nei gulag staliniani. Nel 1938 il suo unico figlio, Lev, viene imprigionato in attesa della condanna a morte. La sua poesia, da intima e sentimentale, si fa a poco a poco espressione di un intero popolo sofferente. Dopo una lunga interruzione riprende a pubblicare versi che nel 1946 le procurano una condanna clamorosa da parte del regime, che la accusa di pessimismo nevrotico e di erotismo malato. Seguono altri anni difficili, fino all’epoca della destalinizzazione, quando lentamente le associazioni culturali russe la riabilitano e l’Achmatova viene finalmente considerata per quello che è stata, e cioè uno dei massimi poeti del secolo. Nel 1964 la poetessa riceve il permesso di lasciare la Russia per venir insignita, in Sicilia, del premio “Etna – Taormina” e l’anno seguente, presso l’università di Oxford, riceve la laurea honoris causa.