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I bastardi di Sarajevo

I bastardi di Sarajevo ringhiano forte, sia nel presente che nei ricordi del passato dei protagonisti del libro. C’è la crudeltà e la spregiudicatezza dei carnefici e la sofferenza taciuta delle vittime, soprattutto donne. La voglia di rivoluzione dei giovani e la saggezza rassegnata e ironica di un Professore. La brama sanguinaria di certi turisti e la ricerca di redenzione da parte di chi – come molti di noi – ha guardato da spettatore la guerra e non ha fatto ciò che doveva. I personaggi sfilano davanti al lettore sul palcoscenico decadente di una Sarajevo dai mille angoli bui, con l’autore che tesse una trama perfetta e avvincente fatta di soli dialoghi. Il teatro dei bastardi di Sarajevo non ha ancora calato il sipario.

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Adulterio

Linda ha 31 anni e, agli occhi di tutti, la sua vita è perfetta: vive in Svizzera, uno dei paesi più sicuri del mondo, ha un matrimonio solido e stabile, un marito molto affettuoso, figli dolci e educati, e un lavoro da giornalista di cui non si può lamentare. Ma d'un tratto inizia a mettere in dubbio questa sua quotidianità, la prevedibilità dei suoi giorni. Non riesce più a sopportare lo sforzo che le richiede fingere di essere felice. Tutto questo cambia quando incontra per caso un suo innamorato degli anni dell'adolescenza: Jacob. È diventato un politico di successo e, durante un'intervista, finisce per risvegliare un sentimento che la donna non provava da ormai troppo tempo: la passione. Ora Linda sarà disposta a tutto per conquistare quell'amore impossibile, e dovrà esplorare fino in fondo tutte le emozioni umane per poter poi trovare la redenzione.

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Fame

In un piccolo villaggio della campagna egiziana Sakina, Zaghlul e i loro due figli lottano come possono contro la fame. Quando in casa non c’è più niente da mangiare, Sakina fa il giro delle vicine per chiedere in prestito un po’ di pane che restituisce appena può. Il suo sogno è quello di farsi assumere come domestica nella casa grande. Zaghlul lavora due giorni sì e dieci no, ma la sua passione sono i funerali e le animate discussioni degli studenti universitari che tornano al paese per le vacanze. Un giorno si mette a filosofare con lo sheikh Radwan che lo prende a calci, scandalizzato per i suoi discorsi blasfemi sulla volontà divina. Poi lavora per due mesi dal ricco e obeso hagg ‘Abd el-Rahim, che gli confessa la sua solitudine e i suoi problemi familiari.

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La straniera

Straniero. Diverso. Estraneo. Così è l’Architetto, un giovane uomo che da un paese del Medio Oriente si è trasferito in Italia per gli studi universitari e vi è rimasto a lavorare senza incontrare eccessive difficoltà. E così è Amina, una ragazza che l’uomo incontra per caso e dalla quale si sente irresistibilmente attratto, contro la sua stessa volontà. Perché Amina vive una vita ai margini, estremamente diversa dalla sua, la vita di chi non si è mai integrato, e per resistere è costretta a vendere il suo corpo.

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Il parrucchiere di Harare

Il libro, che ha già ottenuto molti riconoscimenti in campo internazionale, racconta una storia d’amore diversa, affrontando un tema oggi di grande attualità, che in molti paesi ha ancora aspetti drammatici: quello del diritto alla propria identità sessuale.
È la storia di Vimbai,la migliore parrucchiera del salone di Mrs Khumalo, il più prestigioso di Harare. Tutti nel salone sono ai suoi ordini, anche la proprietaria, perché le clienti famose, quelle che danno prestigio al locale, vogliono essere servite soltanto da lei. Ma tutto cambia quando arriva Dumisani, un giovane dai modi accattivanti, bello e abilissimo parrucchiere.
Disponibile in formato E-book

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Gli assassini del profeta

A Istanbul i travestiti della città vengono uccisi a ripetizione, in modo sempre più bizzarro ma sempre con un riferimento al destino dei Profeti. E il serial killer è ancora a piede libero. Un transessuale con la passione per Audrey Hepburn, di giorno programmatore informatico di sistemi antihacker ed esperto di Thai-kickboxing, di notte proprietario e gestore di uno dei locali più “caldi” della città, lascia da parte il rossetto per mettersi sulle tracce dell’assassino.

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Scandaloso omicidio a Istanbul

Io sono una bella di notte e un uomo di giorno. Forse una volta, quando il sospetto era preferito all’intreccio, qualcuno avrebbe potuto definire questo libro un noir a pretesto, perché è evidente, sottinteso al mistero di un omicidio da chiarire, l’intento di rivendicare una parità e un diritto contro la discriminazione. La detective che narra in prima persona la sua inchiesta è un travestito, giovane, benestante, di successo, passabilmente felice. Di giorno progetta sistemi antihacker per i computer di ditte importanti, di notte dirige un suo club, nel cuore di Beyoglu, il quartiere della vita notturna di Istanbul.

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Tango a Istanbul

Kati Hirschel, stambuliota di origini in parte tedesche, ha una libreria specializzata in giallistica. È questa familiarità con l’aspetto romantico del delitto che la predispone al fascino del mistero, e la rende abbastanza spregiudicata da non disprezzare alcuna fonte di informazione. Così, quando la veggente che è andata a consultare insieme all’amico Fofo, ha visto nei fondi del caffè il cadavere di una giovane donna, è entrata in allarme.
I fatti però, non obbediscono sempre alle visioni: la vittima non sarà quella da Kati attesa e del resto non ci sarà un vero e proprio cadavere. Semplicemente Nil, l’amica della sua collega, ha avuto un arresto cardiaco.

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Hotel Bosforo

Un giallo ricco d’ironia che ha per protagonista una donna tedesca-turca, che si trova spettatrice e partecipe dell’inchiesta su un omicidio ambiguo; ma protagonista vera, in un arioso abbraccio trepidante, è la città europea che sembra più promettere al momento: Istanbul. Cosa ama tanto di Istanbul Kati Hirschel, tedesca-turca trapiantata in città, se per la maggior parte del tempo si trova immersa nel caos mobile della metropoli, porta tra oriente e occidente? Forse, più del kebab e delle sale da tè all’aperto che non la stancano mai, proprio il caos l’appassiona, frutto inebriante di una stratificazione di esseri umani profondamente diversi, il cui inatteso effetto è la convivenza e la capacità di comunicare.

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Divorzio alla turca

L'avventurosa libraia di Istanbul, Kati Hirschel, investigatrice per vivacità, non riesce a stare ferma. Gira in continuazione, indugia in situazioni di ogni genere, si ferma a parlare con chi capita, va curiosando ovunque soprattutto dove è più pericoloso mettere il naso. Nel suo terzo caso indaga sul presunto omicidio della moglie del rampollo di una delle casate più in vista del paese. Sembrerebbe un incidente ma come sempre Kati riesce a fiutare la pista giusta.

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Appartamento a Istanbul

Kati Hirschel è una berlinese trapiantata a Istanbul da una quindicina d’anni. Gestisce una libreria specializzata in gialli, per il resto il suo tempo è preso a occuparsi di una quantità di piccoli affari pratici che la sballottano da un estremo all’altro della sconfinata città che abbraccia il Bosforo. E parla, conversa continuamente e con chiunque, di ogni ceto occupazione e risma, amiche e vicini, amori, e personaggi con cui viene in contatto per il lavoro o per le altre incombenze: storie, particolari, vicende, incontri che finiscono per sommergerla di atmosfere metropolitane e, con lei, chi la segue nella sua giornata.

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Non chiamatemi straniero

Chi è italiano oggi? Solo chi nasce da genitori italiani o anche quei bambini e ragazzi, ormai oltre un milione, che nel nostro Paese vivono, studiano e crescono respirandone sin dall'infanzia la cultura e le tradizioni? Da questa domanda parte il viaggio di Francesca Caferri alla scoperta di quella che è stata definita la generazione Balotelli, i nuovi italiani di origine straniera. Una presenza sempre più familiare, soprattutto nelle scuole: oltre l'8% degli studenti nell'anno scolastico 2011-2012, dato che continua ad aumentare a ritmo vertiginoso. Da Treviso a Napoli, questi giovani raccontano in prima persona l'esperienza quotidiana a cavallo fra due mondi: quello a cui appartengono stabilmente, ma che fatica a dare loro spazio, e quello di provenienza, lontano, diverso, a volte oppressivo, che spesso li rinnega. Ne scaturisce un ritratto abbastanza sorprendente e variegato.

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Neve

Mandato a scrivere un reportage nella città di Kars, al confine tra Turchia, Armenia e Georgia, il poeta Ka deve fare i conti con la propria crisi esistenziale e spirituale, e con alcuni fatti inquietanti. Negli ultimi tempi, in città, sono avvenuti degli strani suicidi: ragazze obbligate a togliere il velo per entrare all'università hanno preferito farla finita. E poi terroristi islamici che minacciano attentati, e militari nazionalisti che preparano la repressione.

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Il mio nome è rosso

Istanbul, 1591. In una città scossa da antiche inquietudini e nuovissime tentazioni, tra i miniaturisti del Sultano si nasconde un feroce assassino. Per smascherarlo, Nero è disposto a tutto, anche a rischiare la vita. Perché se fallisce, per lui non ci sarà futuro con la bella Seküre, non ci sarà l'amore che ha sognato per dodici anni. Libro corale, carico di passione e di suspense, questo straordinario romanzo di Orhan Pamuk restituisce la ricchezza e la malinconia di un mondo al tramonto. Nel contrasto tra i due vecchi miniaturisti, Zio Effendi e Maestro Osman, Pamuk riassume una discussione che continua ancora oggi nel mondo islamico, diviso tra modernità e tradizione.

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Il Museo dell’innocenza

Negli anni Settanta, in una Istanbul divisa tra la voglia di aprirsi al lusso dell'Occidente e quella di rinchiudersi nelle tradizioni piú conservatrici, Kemal si piega alle leggi turche e rinuncia alla storia d'amore con la cugina Füsun. La sua vita si sgretola e, per rimetterne insieme i pezzi, l'uomo decide di collezionare gli oggetti appartenuti all'amata ormai perduta. Solo per poterli guardare, annusare, toccare. Alla fine, quando la sua esistenza subirà una nuova e dolorosa svolta, quegli oggetti diventeranno il «Museo dell'innocenza», la testimonianza eterna del suo amore per Füsun.

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La nuova vita

Osman, un giovane studente universitario, è ossessionato da un magico libro che scava nella pericolosa natura dell'amore e della personalità: trascura la casa e la famiglia, abbandona gli studi. E si innamora della bella Janan, che diventa la sua compagna nella ricerca del significato dei più oscuri segreti di quel libro. Inizia così una straordinaria odissea che trascina la coppia in frenetici viaggi in autubus attraverso il cuore arido della Turchia, in sperdute città di provincia dove il pericolo si annida in ogni strada e dove l'amore non è un rifugio né una garanzia di salvezza.

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L’innocenza degli oggetti

Orhan Pamuk ha fatto ciò che sembrava esclusiva dei maghi delle fiabe o del Genio delle Mille e una notte. Ha preso ciò che esisteva tra le pagine del suo ultimo romanzo, Il Museo dell'innocenza, e l'ha trasformato in qualcosa di materiale, di fisico, uno spazio da esplorare con tutti i nostri sensi: ha costruito il Museo dell'innocenza. Un luogo unico al mondo, un tesoro nel cuore incantato di Istanbul: la celebrazione dell'amore, della memoria, del potere dell'immaginazione di plasmare la realtà.

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Romanzieri ingenui e sentimentali

Cosa accade in noi quando leggiamo un romanzo? Dobbiamo leggerlo immergendoci nella narrazione e dimenticando tutto ciò che ci circonda o sapendo di sognare? E in che modo il romanzo genera nel nostro animo quegli esiti particolari, unici, tanto diversi da quelli prodotti da una poesia, da un film, da un quadro? In questo libro ispirato e profondamente personale, Orhan Pamuk ci introduce nell'universo dello scrittore e allo stesso tempo in quello del lettore, facendo così emergere l'intimo e impalpabile rapporto che li lega.

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Il signor Cevdet e i suoi figli

Cevdet è un bottegaio di Istanbul in un'epoca in cui essere musulmano e commerciante è considerato disonorevole. Ma a Cevdet non importa essere trattato con sufficienza e malcelato disprezzo da tutti: è un lavoratore instancabile e gli affari vanno a gonfie vele, tanto che decide di comprare una villa per la famiglia nel quartiere di Nisantasi. È l'inizio di una saga familiare che abbraccia quasi un secolo di storia e tre generazioni. Ma è l'inizio anche della carriera di uno scrittore in quello che è l'esordio, per la prima volta tradotto in italiano, del futuro premio Nobel per la letteratura.

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