Un giorno senza fine. Storie dall’Ucraina in guerra


Annalisa Camilli è nata a Roma nel 1980. È inviata della rivista Internazionale per cui lavora dal 2007 negli ultimi anni in particolare ha seguito le rotte dei migranti e i loro viaggi verso l’Europa e gli episodi più gravi di razzismo in Italia dalla tentata strage di Macerata all’omicidio di Firenze. Ha lavorato a Rainews24 e all’ufficio di Roma dell’Associated Press. Il suo reportage La barca senza nome pubblicato su Internazionale e XXI nell’aprile del 2017 ha vinto l’Anna Lindt journalism award 2017. Nel 2019 è stata nominata European Young Leader dal think tank europeo Friends of Europe.
Per lungo tempo li abbiamo chiamati "angeli del mare". Le Ong impegnate nel Mediterraneo per soccorrere i migranti erano considerate il simbolo della società civile europea pronta all'accoglienza, quella della solidarietà e degli striscioni "Refugees Welcome", che aveva scelto di non abdicare al proprio ruolo dopo il conflitto in Siria e l'esodo legato al fallimento delle primavere arabe. Poi qualcosa è cambiato. Nel 2017, nel giro di pochi mesi, il discorso pubblico è stato deviato: gli angeli sono diventati vicescafisti, le loro navi taxi del mare. Un processo di criminalizzazione segnato da tappe precise: un dossier dell'agenzia europea Frontex, una campagna mediatica, la commissione d'indagine del Senato, poi le accuse (perlopiù archiviate) di alcune procure siciliane, i sequestri delle navi, infine le dichiarazioni dei politici di casa nostra e di esponenti della destra sovranista di tutta Europa.