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Non ti preoccupare

Quando Tehran si sveglia minacciata da un imminente terremoto, tutti cercano di darsela a gambe. O quasi. Per la giovane Shadi l’unica priorità sembra essere la scorta di oppio sul punto di finire. E poi c’è Ashkan, che con un sms l’avverte di aver tentato per l’ennesima volta il suicidio. C’è nonna Moluk, che ha l’Alzheimer, ha trafugato i vestiti militari di suo nipote Arash e non si sa dove si sia cacciata. Tra gli strilli della madre e le intimazioni del fratello, Shadi sgattaiola fuori casa per correre da Ashkan e, soprattutto, cercare gli amici spacciatori. Ma la città si è messa a ballare la danza del ventre e la giornata le riserverà molto altro.

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L’autunno è l’ultima stagione dell’anno

Tre giovani donne, la cui amicizia è nata nelle aule della facoltà di ingegneria dell’Università di Tehran, si confrontano, sulla soglia dei trent’anni, con scelte importanti dalle quali dipenderà il loro destino futuro.
Leila cerca disperatamente di ritrovare il suo posto nel mondo dopo che ha deciso di non seguire il marito all’estero per proseguire gli studi. Incapace di rassegnarsi alla fine di quello che era stato un grande amore e un matrimonio felice, cerca conforto nel lavoro in un giornale che le mutate condizioni politiche costringeranno di lì a poco a chiudere.

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Il poliziotto di Shanghai

Come nasce la leggenda dell’ispettore Chen? Com’è possibile che «un poliziotto soltanto di nome in mezzo a tutti gli altri poliziotti veri» diventi il tutore della legge più affascinante (e temuto) di Shanghai? Chen Cao, proprio come molti suoi coetanei, è un giovane traumatizzato dalle violenze subite durante la Rivoluzione Culturale maoista. Ma per un beffardo scherzo del destino – e della burocrazia – si ritrova assegnato al dipartimento di polizia di Shanghai. Lui, il poeta idealista e sognatore, laureato in letteratura e ammiratore fervente di T.S. Eliot, nonché inguaribile buongustaio, è ora un poliziotto riluttante, destinato a far rispettare la legge. Ma è davvero così? Oppure sono gli interessi del Partito ad avere sempre e comunque la precedenza sopra ogni altra cosa, perfino sulla giustizia?

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Le ballerine di Papicha

Le ballerine di Papicha è ambientato in un vecchio palazzo nel cuore di Algeri, uno di quei posti in cui nessuno sceglierebbe di abitare… Una famiglia vive lì, al centro delle chiacchere e dei pettegolezzi del vicinato. Sarah, la sorella maggiore, ritornata nella casa materna con una figlia e un marito che sembra aver perso la ragione, passa le sue giornate a dipingere, si perde nei colori come ad inventare un mondo diverso. I suoi fratelli, Adel e Yasmine non riescono più a parlarsi. Adel ha un segreto che lo sveglia nel cuore della notte, Yasmine è bella, libera, lucida, estraniante, lei stessa si percepisce estranea rispetto alla realtà che la circonda. La realtà è l’Algeria, un paese in cui qualsiasi speranza di avvenire è confiscata.

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L’ultima famiglia di Istanbul

19 gennaio 1995. Viene ritrovato il corpo senza vita di Aylin Nadolwsky Goldberg. La sua scomparsa è uno shock: Aylin era una persona ammirata e piena di talento, chi può aver voluto la sua morte? Chi, fra le molte persone che ha aiutato, le poche che ha ferito, e quelle che ha abbandonato, può essersi trasformato in un assassino? Nel corso della sua vita, Aylin è stata molte cose: un'esile e timida ragazzina, una bellissima giovane donna, la sposa di un dispotico principe libico, un'ambiziosa studentessa di medicina.

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Trittico dell’infamia

Tre artisti minori, tre storie che si intrecciano sullo sfondo di un’epoca, la fine del Sedicesimo secolo, segnata dal sangue delle persecuzioni dei protestanti e dalle grandi scoperte: attraverso le loro vicende, Montoya traccia un affresco privato e insieme collettivo in cui affronta temi universali come la violenza, l’amore, la religione.

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Il tuo nome è una promessa

Nella vita di Rebecca la fuga a un certo punto è l'unica trama possibile. Il suo matrimonio con Thomas probabilmente è arrivato al capolinea, meglio non assistere alla consunzione dell'amore. Per questo accetta l'incarico dell'organizzazione internazionale per cui lavora: destinazione Tirana. Non è mai stata in Albania, ma di quel paese sa molte cose. Sa per esempio che l'ospite è sacro e che la parola data viene presa seriamente. Quello infatti è il paese che ha dato ospitalità a sua madre Esther in fuga dalla Berlino nazista, il paese che le ha salvato la vita. Ma proprio nell'Albania di re Zog, che accoglieva gli ebrei durante la Seconda guerra mondiale, Esther ha perso sua sorella Abigail – catturata dai nazisti e deportata a Dachau.

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Gli anni con Laura Diaz

Nata nella regione di Veracruz da una famiglia di latifondisti, Laura Díaz conosce presto gli slanci e i contrasti della rivoluzione: è lottando per una società più giusta che il fratellastro Santiago trova la morte. Quella prima figura maschile l'accompagnerà negli anni e segnerà profondamente la sua esistenza. Il matrimonio con un leader sindacale porta Laura a Città del Messico, dove conosce, negli ambienti intellettuali, l'inquietudine, la sete d'esperienza e una forza interiore inesauribile. E' grazie a queste risorse che la protagonista continua il suo cammino, vivendo nuovi amori e nuove perdite: la passione per un ambasciatore spagnolo esiliato dal franchismo, la morte del figlio e del nipote, l'affetto di un americano.

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Le passioni e i legami

"C'è un universo all'orlo del collasso e pronto a liquefarsi [...]. Lo sguardo di Lispector coglie l'incongruenza delle cose che sono e la volgarità dei nessi che le tengono insieme. Uno sguardo che tenta di lacerare la pellicola opaca dei gesti degli uomini per carpirne il segreto più intimo: quel segreto che sappia dare senso al tutto insensato che ci circonda e che chiamiamo vivere." (Antonio Tabucchi). Questo volume, il cui titolo vuole sintetizzare il "mondo" di Clarice Lispector, contiene le seguenti opere: "Legami familiari", "La mela nel buio", "La passione secondo G.H.", "Un apprendistato o Il libro dei piaceri", "La passione del corpo", "L'ora della stella".

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Vicino al cuore selvaggio

Tutto in Jona affiora da "percezioni troppo organiche per essere formulate in pensieri", come in una Virginia Woolf amazzonica, arruffata e vagamente stregonesca. La sua storia è il silenzioso ruotare di un prisma che guida la luce "vicino al cuore selvaggio della vita". Questo romanzo è il libro d'esordio di Clarice Lispector.

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Acqua viva

«Da un mistero è venuta, verso un altro è partita. / Restiamo ignari dell'essenza del mistero» scrive Drummond de Andrade di Clarice Lispector. Ed è proprio in un misterioso universo personale – un universo labirintico e lacerato – che il lettore viene come risucchiato dalla voce, visceralmente femminile, che in queste pagine tenta di dire l'indicibile, di entrare in contatto «con l'invisibile nucleo della realtà». Attraverso uno sregolato, impetuoso flusso di coscienza la Lispector ci fa percepire, in modo quasi fisico, impressioni e visioni di travolgente intensità, usando una lingua che sembra inventare continuamente se stessa, il cui fascino risiede nella sua stranezza e le cui ferite sono il suo punto di forza.

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I draghi non conoscono il paradiso

Single occupati di giorno nelle attività del terziario avanzato e appollaiati di notte sopra megalopoli nei loro microappartamenti - tra libri, dischi e amori distanti - che restano incerti tra prepararsi un sushi o farla finita, disingannati e stanchi vacanzieri che si incontrano, e si sfiorano nei "loro bungalow a cinque stelle e antenna parabolica", adolescenti che scoprono con fascino e paura la bellezza che li attende, donne di quasi quarant'anni, con la loro "indissimulabile stanchezza", che scoprono il sesso feroce nella notte del venerdì santo.

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Tempo di spargere pietre

Shakespeare sotto il sole dell’Equatore. Come in Romeo e Giulietta, Rodrigo e Ximena, figli di nemici giurati, sono attratti da una passione senza scampo. Qui però ci troviamo in un Brasile scabro e primitivo, quello del garimpo fotografato da Salgado, dove uomini in miseria perforano la roccia alla ricerca di diamanti, inseguendo un sogno di ricchezza che sfiora il delirio. Al punto che, quando la terra si esaurisce, non resta che scavare all’interno delle proprie case.

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Storia di Sima

Con la sua bellezza irregolare, la sua opacità emotiva e l’aura di indifferenza nei confronti della vita, la protagonista di questo libro è ieratica e inquietante come una sfinge.
Il marchio di Sima è il suo strabismo di Venere: un segno di distanza dalle cose e di deviazione dello sguardo che la rende ancor piú impenetrabile, e sembra inscriverle il destino negli occhi. Nata da una ricca coppia di iraniani espatriati a Londra, Sima è vissuta in un ambiente agiato e anaffettivo, tra una madre depressa e un padre assorbito dai suoi affari in Borsa.

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La morte ha il permesso

A cento anni dalla nascita, Edmundo Valadés, considerato oggi un maestro della letteratura breve, viene tradotto per la prima volta in italiano. I diciotto fulminanti testi di questa raccolta abbracciano temi universali, narrati da personaggi in un momento decisivo della propria esistenza: due adolescenti sono alle prese con la loro prima volta; un vecchio ha coltivato per tutta la vita un sogno e proprio quando sta per realizzarlo decide di rinunciarvi; un uomo fa un bilancio delle sue esperienze nel momento in cui sta per essere assassinato; un altro fa i conti col passato senza riuscire a lasciarsi alle spalle la guerra nella quale ha combattuto.

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Triste come lei

Uno dei titoli più importanti nella grande produzione di Juan Carlos Onetti, Triste come lei, riunisce le sue migliori prose brevi. In queste storie, che ammaliano per la loro compiutezza e la densa atmosfera, l’autore uruguayano ci regala un tassello indispensabile per comprendere il suo mondo letterario: un universo fatto di caffè, sigarette e amori sgualciti, trame e personaggi che arricchiscono di nuovi episodi e destini il ciclo narrativo ambientato nella mitica città immaginaria di Santa María. Scritti tra il 1933 e il 1974, questi racconti ci restituiscono il meglio della prosa onettiana, l’opera di un autore che infinitamente ritorna sulla propria ossessione: l’uomo e la sua impossibile redenzione.

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Per una tomba senza nome

Per una tomba senza nome prosegue la saga di Santa María, il luogo mitico e immaginario creato da Onetti. La voce narrante è quella di Díaz Grey, il medico locale, che tutto osserva e racconta. Jorge Malabia, unico partecipante a un misero funerale, riferisce a Grey la storia di Rita (la donna che ha fatto seppellire), e del suo inseparabile capro, fatta di raggiri, trucchi per ottenere infinite elemosine, squallide frequentazioni maschili. Quando finalmente la vicenda sembra chiarirsi, Jorge pone in dubbio la veridicità della storia che lui stesso ha raccontato.

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Il cantiere

Cinque anni dopo esserne stato esiliato con disonore, Larsen ritorna a Santa María, e ha un piano per il suo riscatto sociale: intraprende un serrato quanto patetico corteggiamento di Angélica Inés, la figlia del potente signorotto locale, Jeremías Petrus, e al contempo si fa assumere da questi come capo del cantiere navale di sua proprietà. Scoprirà ben presto che il cantiere è solo un cadente involucro al centro di un deserto, dove nulla accade da anni. Un nulla di cui però Larsen diventerà l’irreprensibile Direttore Generale.

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Raccattacadaveri

Cinquant’anni esatti dopo la sua prima pubblicazione, torna uno dei grandi capolavori della letteratura di tutti i tempi. Per chi già conosce l’avvolgente prosa di Onetti, sarà un piacere imbattersi ancora nel suo personaggio maestosamente meschino: Larsen, detto Raccattacadaveri o più semplicemente Raccatta. Attraverso una narrazione eccentrica e implacabile, che mescola piani narrativi e prima e terza persona, Onetti ci riporta nella sua Santa María.

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