Jungle nama


Nato a Calcutta nel 1956 è cresciuto in Bangladesh, Sri Lanka, Iran e India.
Dopo la laurea, conseguita a Delhi, ha studiato antropologia sociale presso l’università di Oxford. Nel 1980 è stato in un villaggio contadino in Egitto per approfondire sul campo gli studi fatti.
Ha narrato questa esperienza in uno dei suoi libri: “In an antique land”.
È il 1840 a Canton e l’opera del commissario Lin, inviato dall’Imperatore a porre fine al contrabbando dell’oppio per salvare le terre del Celeste Impero, ha già mutato il volto della città. Dell’antica Fanqui-town, l’enclave straniera, è rimasto poco o nulla. La factory britannica, un tempo l’edificio più affaccendato e grandioso dell’enclave, è chiusa e sbarrata, le verande deserte, le lancette dell’orologio del campanile ferme. I mercanti inglesi sono stati espulsi; non prima, però, d’aver consegnato l’intero carico celato nelle stive delle loro navi. Le confische imperiali cinesi, tuttavia, non passano affatto sotto silenzio a Londra.
Fare una cronaca del mondo che viene, descrivendo e analizzando le sue situazioni violente "senza che il proprio lavoro ne diventi complice", è il tema proprio di questo libro. Guidato nelle zone calde del mondo da un reporter e uno scrittore indiano che ha vissuto da sempre, sin dall'infanzia, in circostanze incendiarie, il lettore scopre in queste pagine che c'è qualcosa di istruttivo nell'attuale disordine del mondo: che poche idee sono pericolose quanto la convinzione che ogni mezzo sia consentito in funzione di un fine auspicabile.
Nel novembre del 1885, quando giunge a Mandalay, Rajkumar ha undici anni e lavora come aiutante e garzone su un "sampan". Dopo aver risalito l'Irrawaddy dal golfo del Bengala, la sua barca si è dovuta fermare per riparazioni e il ragazzino indiano si è spinto per un paio di miglia nell'entroterra ed è arrivato nella capitale del regno di Birmania. Vi è arrivato nei giorni della fine del regno. La casa reale ha chiamato i sudditi a combattere contro gli eretici e i barbari kulan inglesi, per difendere l'onore nazionale e "avviarsi sul cammino che conduce alle regioni celesti e al Nirvana".
Sullo sfondo dell'arcipelago dei Sundarban, a sud di Calcutta, un luogo tanto affascinante quanto pericoloso, si snoda la vicenda di Kanai, un giovane traduttore indiano in viaggio per decifrare uno strano diario lasciato dallo zio. Lungo il tragitto, incontra Piya, una biologa marina attratta dalla potenza magica della natura, e Fokir, un pescatore che attinge alla millenaria sapienza pratica dell'Oriente.