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La foresta nascosta

Da quando ha scelto di lasciare il Giappone e di trasferirsi a New York, Kōsuke si sente un uomo fortunato e realizzato. Ha fondato uno studio di effetti speciali che lavora per Hollywood, ha una compagna che ama, non ha rimpianti. O almeno non ne ha mai avuti, fino a quando la notizia della morte improvvisa del padre non lo spinge a tornare a Tokyo. Qui Kōsuke si trova ad affrontare una situazione inaspettata. Il genitore, un sacerdote shintoista molto amato dalla comunità, gestiva un antico santuario circondato da una imponente foresta di alberi secolari in cui Kōsuke è cresciuto con la sorella Asako.

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Rogo

Il giovane Kumaresan e sua moglie Saroja arrivano in autobus nel lontano villaggio dove il ragazzo è nato, nel sud dell’India. Appartengono a due caste diverse e, per questo, il loro matrimonio è stato celebrato in segreto, lontano dalle famiglie di origine. Entrambi sperano che nel piccolo villaggio nessuno si accorga che Saroja appartiene a un’altra casta. Desiderano solo una quotidianità serena per coronare il loro sogno d’amore.

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Editore:Utopia

Anno:2024

Autore:Perumal Murugan

Traduttore: Dorotea Operato

Pubblicato in Perumal Murugan Etichettato sotto

L’età del male

Sono amati da alcuni, odiati da molti, temuti da tutti. I Wadia controllano trasporti, miniere, zuccherifici. Ma è con la speculazione edilizia che stanno consolidando il loro impero. Ora però le proteste di chi viene sfrattato montano e il «Delhi Post» sta indagando per fare esplodere lo scandalo. Grazie al carisma e alla determinazione, Neda è riuscita a insinuarsi nella cerchia di Sunny Wadia, il rampollo destinato a prendere in mano le redini della famiglia.

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Racconti romani

Una Roma mista e metafisica, contemporanea ma eternamente sospesa fra passato e futuro, è la vera protagonista, non l’ambientazione, di questa raccolta. Nove racconti, alcuni di respiro romanzesco, in cui riconosciamo una città contraddittoria che ridefinisce sempre se stessa, trasformandosi di generazione in generazione in un amalgama, in un viavai ibrido di stranieri e romani che si sentono comunque sempre tutti fuori posto. Segnati da un ambiente al contempo ospitale e ostile, i personaggi che abitano questi racconti vivono momenti di epifania ma anche violente battute di arresto.

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Jungle nama

Questo libro narra di un’antica leggenda custodita nel cuore delle Sundarban, la più grande foresta di mangrovie del mondo. È la leggenda di Dokkhin Rai, uno spirito terribile che, spargendo il terrore, detta la sua legge selvaggia e regna incontrastato sulla foresta. Sotto le sembianze di una tigre, compare all’improvviso al cospetto degli sventurati che osano avventurarsi nel suo reame e ne divora ossa, pelle, mani.

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Latitudini del desiderio

Su un’isola delle Andamane, al largo dell’India da poco indipendente, un uomo e una donna discutono a proposito dei belati di una capra. Sono Girija Prasad Varma e Chanda Devi, sposi da appena due mesi, che ancora non condividono il letto. Lei è vegetariana, dialoga con ogni essere del creato, compresi quelli già morti e reincarnati o diventati fantasmi, come la capra mangiata dal marito carnivoro. Lui è uno scienziato, una tesi di dottorato a Oxford, incaricato dal governo indiano di istituire il primo Servizio forestale nazionale.

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Il quaderno di Nerina

Dal fondo del cassetto disordinato di una scrivania scoperta in casa, a Roma, riemergono alcuni oggetti dimenticati dai vecchi proprietari: francobolli, un dizionario greco-italiano, qualche bottone, cartoline mai spedite, la foto di tre donne in piedi davanti a una finestra. C’è anche un quaderno fucsia, con il nome «Nerina» scritto a mano sulla copertina. Chi è Nerina? Senza cognome, come un poeta classico o medievale, come un artista del Rinascimento, la donna che, ci assicura Jhumpa Lahiri, ha scritto i versi raccolti in questo libro, sfugge alla storia e alla geografia. Apolide, poliglotta, colta, scrive della propria esistenza tra Roma, Londra, Calcutta, Boston, del legame con il mare, del rapporto con la famiglia, con le parole.

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Il barcaiolo del fiume Padma

Caposaldo della narrativa bengali moderna, "Padmanadir majhi" (1936) di Manik Bandopadhyay descrive con spietata lucidità e segreta partecipazione l'intrico di relazioni sociali, sfruttamento economico e tensioni psicologiche in cui è avvolta la vita di una comunità di barcaioli, "piccola gente" in intima simbiosi con il grande fiume del Bengala orientale. Il protagonista, Kuber, conduce una vita grama e incerta insieme alla moglie Mala, zoppa dalla nascita. Nel villaggio abita Hossen Miya, un ex barcaiolo arricchitosi nel commercio fluviale, il quale raccogliendo i poveri e i disperati della zona vuole creare un insediamento agricolo sull'isolotto di Moyna, oltre la foce della Padma, ricoperto da una fitta foresta tropicale.

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Kanthapura

L’opera di Raja Rao costituisce un grande affresco del mondo e della vita dell’India. Questo romanzo, in particolare, ambientato nel villaggio di Kanthapura, nel sud del paese, racconta del modo in cui le idee di Gandhi e la sua lotta per l’indipendenza siano state recepite in un piccolo villaggio radicato nella cultura tradizionale. Lo scontro drammatico delle culture viene presentato attraverso due figure, quella di Young Moorthy, sostenitore delle nuove idee, e la voce narrante, quella di una donna, profonda conoscitrice delle leggende e delle tradizioni locali.

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Il fantasma del tamarindo

Subramanian Shankar racconta uno dei periodi più tumultuosi e tragici dell'India attraverso una storia d'amore. A Paavalampatti, un piccolo villaggio nel Tamil Nadu, la vita del giovane bramino Ramu cambia inaspettatamente il giorno in cui scopre sotto un albero di tamarindo il cadavere sgozzato di Murugappa, un uomo che per anni è stato al servizio della sua famiglia. A seguito dell'episodio, Ramu conosce la figlia di Murugappa, Ponni, che ha la sua stessa età e che condivide con lui l'amore per la lettura e per lo studio. Nonostante le differenze sociali (Ponni, come il padre, appartiene alla casta degli "intoccabili"), Ramu s'innamora di lei.

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Ogni volta che ti picchio

India dei giorni nostri. Lei è una scrittrice, una poetessa, una giovane attivista dal passato tormentoso e il cuore spezzato. Lui è un docente universitario, un ex guerrigliero maoista, un uomo che, parlando della rivoluzione, sembra più intenso di qualsiasi poesia, più commovente di qualsiasi bellezza. Si conoscono, si innamorano, decidono in fretta di sposarsi. La coppia si trasferisce in una lontana città costiera dell’India, senza vincoli né programmi, pronta a un salto nel vuoto che li vedrà protagonisti insieme.

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Il mio cuore sedizioso

Il mio cuore sedizioso raccoglie vent’anni dell’opera di Arundhati Roy, un lungo periodo in cui la scrittrice ha scelto l’inchiesta, il saggio politico, la testimonianza personale, il resoconto narrativo, come mezzi per condurre le sue battaglie per la giustizia, i diritti e la libertà in un contesto che diventava sempre più ostile. Nell’insieme, il volume traccia una parabola che comincia dalla vittoria del Booker Prize con Il dio delle piccole cose per finire con l’ultimo romanzo, Il ministero della suprema felicità: un percorso di vita e di scrittura nel segno della compassione, della solidarietà e del coraggio. Incisiva e diretta, la voce dell’autrice si è sempre levata in difesa della collettività, dei popoli e delle loro terre, a dispetto della logica distruttiva delle potenti corporazioni finanziarie, sociali, religiose, militari e politiche.

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Dove mi trovo

Sgomento ed esuberanza, radicamento ed estraneità: i temi di Jhumpa Lahiri in questo libro raggiungono un vertice. La donna al centro della storia oscilla tra immobilità e movimento, tra la ricerca di identificazione con un luogo e il rifiuto, allo stesso tempo, di creare legami permanenti. La città in cui abita, e che la incanta, è lo sfondo vivo delle sue giornate, quasi un interlocutore privilegiato: i marciapiedi intorno a casa, i giardini, i ponti, le piazze, le strade, i negozi, i bar, la piscina che la accoglie e le stazioni che ogni tanto la portano più lontano, a trovare la madre, immersa in una solitudine senza rimedio dopo la morte precoce del padre.

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In marcia con i ribelli

Nitido e scritto a macchina, il biglietto in busta sigillata infilato sotto la porta confermava l’appuntamento. Arundhati Roy aspettava questa notizia da mesi, era pronta: doveva farsi trovare al tempio di Ma Danteshwari nell’orario e nel giorno stabiliti, con la macchina fotografica, il tika e una noce di cocco. In questo modo il pericoloso ribelle adivasi che avrebbe incontrato, a sua volta provvisto di cappellino, rivista hindi Outlook e banane, l’avrebbe riconosciuta.

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Selection day

Manju ha un cuore puro e complicato come tutti i quattordicenni. Ma ha anche un padre tirannico divorato da un'ossessione: fare dei suoi figli dei campioni di cricket cosí da fuggire dagli slum in cui vivono. E intanto, tra procuratori senza scrupoli, allenatori fuori di testa, un fratello bellissimo e destinato al successo, il giorno dei provini si avvicina?
Con Selection Day Aravind Adiga ha scritto un romanzo rutilante, drammatico e divertentissimo allo stesso tempo, degno di un vincitore del Booker Prize.

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Il vestito dei libri

Vi siete mai chiesti come si vestano i libri? Per la vincitrice del Premio Pulitzer Jhumpa Lahiri il processo di scrivere è un sogno, e la copertina del libro rappresenta il risveglio. È una sorta di traduzione ulteriore delle sue parole in un nuovo linguaggio, quello visivo. Rappresenta il testo, ma non è parte di esso. Come una traduzione, può essere fedele, o può tradire. In questa personalissima e intima riflessione, Jhumpa Lahiri esplora il processo creativo che sta dietro alle copertine dei libri, tanto dalla prospettiva di autrice quanto da quella di lettrice. Sondando le complesse relazioni tra testo e immagine, autore e designer, arte e mercato, riflette sul ruolo di questa particolarissima uniforme, arrivando al cuore della questione: le copertine per lei hanno sempre significato molto, e a volte sono riuscite a diventare "parte di lei".

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Il ministero della suprema felicità

Il ministero della suprema felicità ci accompagna in un lungo viaggio nel vasto mondo dell’India: dagli angusti quartieri della vecchia Delhi agli scintillanti centri commerciali della nuova metropoli, fino alle valli e alle cime innevate del Kashmir dove la guerra è pace, la pace è guerra e occasionalmente viene dichiarato lo «stato di normalità».

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L’ira degli innocenti

Dopo una notte agitata, immerso in incubi post sbornia, l’ispettore Borei Gowda viene chiamato sulla scena di un crimine: un avvocato di successo, il dottor Sanjay Rathore, è stato trovato con il cranio sfondato nella sua lussuosa abitazione. Non ci sono segni di effrazione, quindi probabilmente la vittima conosceva il suo assassino.

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Padiglioni lontani

Siamo nell’India britannica, nel pieno della rivolta dei Sepoy del 1857. Ash è solo un bambino quando perde entrambi i genitori, lei indiana e lui inglese. Sarà la sua balia hindu a salvarlo. Per un caso fortunoso il piccolo Ash salva la vita al giovanissimo Marajà ed entra al suo servizio, fra intrighi di palazzo e peripezie di ogni genere. Fino a quando, ad appena dodici anni, sarà costretto a fuggire per sottrarsi a una fine orrenda.

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Diluvio di fuoco

È il 1840 a Canton e l’opera del commissario Lin, inviato dall’Imperatore a porre fine al contrabbando dell’oppio per salvare le terre del Celeste Impero, ha già mutato il volto della città. Dell’antica Fanqui-town, l’enclave straniera, è rimasto poco o nulla. La factory britannica, un tempo l’edificio più affaccendato e grandioso dell’enclave, è chiusa e sbarrata, le verande deserte, le lancette dell’orologio del campanile ferme. I mercanti inglesi sono stati espulsi; non prima, però, d’aver consegnato l’intero carico celato nelle stive delle loro navi. Le confische imperiali cinesi, tuttavia, non passano affatto sotto silenzio a Londra.

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