Il cromosoma Calcutta


India, fine anni Sessanta: Ammu, figlia di un alto funzionario, lascia il marito, alcolizzato e violento, per tornarsene a casa con i suoi due figli gemelli.
Ma, secondo la tradizione indiana, una donna divorziata è priva di qualsiasi posizione riconosciuta. Se poi questa donna commette l'errore di innamorarsi di un paria, un intoccabile, per lei non vi sarà più comprensione, né perdono.
Una riflessione sulla bomba atomica e una denuncia del disastro ecologico provocato dalla costruzione delle grandi dighe, un atto di accusa contro le ipocrisie dell'Occidente nei confronti del Terzo Mondo.
«In India e in tutto il mondo i nostri margini di libertà si stanno riducendo a una velocità spaventosa» denuncia Arundhati Roy. L’autrice del Dio delle piccole cose ha già messo le sue doti di narratrice al servizio della democrazia e dei diritti umani.
Un uomo e una donna si incontrano e si amano. Vivono in una metropoli indiana e i loro nomi, Rima e Amir, sono l’uno l’immagine riflessa dell’altro. Abitano nell’edificio più alto della città e da lì, giorno dopo giorno, osservano l’affannoso zigzagare delle persone giù in strada, fino a quando, una notte, la donna sente il pianto di un bambino e se ne va, per non tornare mai più. Una giovane giornalista lavora a un caso di cui nessuno sembra interessarsi, la scomparsa di una bambina trovata morta in fondo a un canale.
Ramchand, rimasto orfano da bambino di entrambi i genitori viene affidato a degli zii che, oltre a impossessarsi della modesta eredità, si occupano distrattamente di lui.
Quando compie quindici anni, lo affidano al proprietario di un grande negozio di sari dove trascorre dieci anni lavorando.
Un giorno va a casa di una delle famiglie più ricche della città per mostrare i sari più preziosi. Il giorno successivo, gli viene affidato il compito di cercare un impiegato assente.
Così viene a contatto con la vita dei quartieri più poveri della città e con la moglie del collega, preda dell'alcol.
Queste due piccole, ma improvvise circostanze lo porteranno a interessarsi del mondo che lo circonda...
Tredici racconti in cui sono trattati e analizzati con delicatezza e ironia tutti i grandi temi della poetica di Tagore: atmosfere misteriose e impalpabili, l’amore coniugale, il dramma sociale delle caste, il mondo dei bambini con la sua magia.
Un affresco di temi continuamente variati che ci restituisce l’estrema ricchezza della realtà indiana.
Ritorna il vento affascinante e misterioso dell’India antica in questa raccolta di racconti lunghi, legati alla tradizione filosofica hindu che individua i quattro fini dell’uomo: Dharma, Sakti, Kama, Artha (Legge, Forza, Desiderio, Profitto).
Ogni fine è incarnato in un protagonista: il generale Jago, Antia, la giovane hostess Sheila, l’ispettore Sartaj, l’esperto di computer. A dare un senso compiuto ecco il racconto finale, Santi o della pace: il fine ultimo dell’uomo è il raggiungimento della serenità “l’eliminazione di qualsiasi perturbamento” che si ottiene solo in età avanzata, come avviene all’anziano Shiv Subramaniam.
Protagonista del romanzo un bambino nato nel momento in cui arriva il monsone dopo un periodo di grande siccità, quindi destinato ad un grande avvenire.
Lo ritroviamo invece a venti anni impiegato in un ufficio postale dove sogna e legge la posta degli altri finchè un giorno decide di andare a vivere su un albero da dove vive dispensa “rivelazioni” all’intero villaggio; secondo Rushdie un libro creativo e di grande immaginazione.
Saru, la protagonista, nasconde un inconfessabile segreto: ogni notte viene stuprata dal marito; un «rito» allucinato e agghiacciante che si ripete da anni e che la donna continua a subire in silenzio perché crede di avere molte cose da farsi perdonare: successo professionale, frustrazione del marito poeta fallito, ribellione dalla famiglia e dalle tradizioni, senso di colpa per la morte del fratellino che non riuscì a salvare. Scritto in flashback, questo romanzo è la storia di come Saru ricompone pezzo dopo pezzo la propria identità, finché la sua voce (che non riesce a uscire durante gli stupri) non ritrova corpo e coraggio.
Seguendo le regole della reincarnazione lo spirito di Parasher è rinato nel corpo di una scimmia.
Ma quando la scimmia sta per morire, Yama, signore della Morte, compare per punirlo della sua inadeguatezza a vivere il proprio dharma di scimmia.
Ma proprio quando Parasher sta per abbandonarsi alla morte viene trovata una soluzione per la salvezza dell’anima di poeta della scimmia-uomo moribonda: il poeta dovrà tenere viva l’attenzione dei suoi compagni raccontando storie affascinanti per almeno due ore al giorno.
Da qui ha inizio una sorta di moderna versione de Le Mille e una notte in cui si susseguono le mille storie dell’India - reali e fantastiche, liriche ed epiche.
Mi piacerebbe scrivere un romanzo che non sia come un romanzo.....ma come una breve enciclopedia, un testo in cui puoi aprire una pagina a caso e leggere....e ogni brano aggiunge un elemento alla conoscenza del lettore.
E' giunto il tempo del lettore onniscente.
Priscilla, la protagonista del romanzo, troverà in India elementi che cambieranno il suo destino.