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Corrispondenze afghane. Storie e persone in una guerra dimenticata

In questo libro ci sono le voci e le storie di persone che vivono in mezzo ad un feroce conflitto tra disperazione, sorprendente resilienza e voglia di guardare al futuro. In Afghanistan la guerra non è finita dopo il ritiro del grosso delle truppe occidentali nel 2014, come invece il grande pubblico è spinto a credere dal silenzio dei media e della politica. Nonostante i miliardi spesi e le vite sacrificate dall'Occidente (Italia compresa) per un conflitto più lungo della Seconda guerra mondiale, l'Afghanistan è nel caos: il numero di vittime civili ha raggiunto il suo massimo storico, la produzione di oppio non è mai stata così alta, il corrotto governo "democratico" controlla solo metà del territorio, gli americani sono pronti a riconsegnare il Paese ai talebani; gli afghani sono pronti ad una nuova grande fuga verso l'estero. 

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Zona rossa

Per qualche mese, nel 2014, tutto il mondo ha tremato di fronte a un minuscolo virus. Ebola è uscito dalle foreste dell’Africa e ha minacciato di spostarsi a bordo di navi e aerei, arrivando a lambire le cosiddette nazioni sviluppate. Per la prima volta, gli occidentali hanno guardato la catastrofe umanitaria con gli occhi di chi teme che possa bussare alle porte di casa sua. Come mai l’epidemia era così estesa? Come si poteva fermare? Emergency era arrivata in Sierra Leone sul finire della guerra civile che aveva insanguinato il paese per tutti gli anni novanta. Lavorava con le vittime delle mutilazioni, delle mine antiuomo, degli stupri – come sempre contro la violenza dell’uomo sull’uomo. Improvvisamente si è ritrovata in prima fila in un altro conflitto: una guerra scatenata da un virus, una guerra che finalmente valeva la pena combattere, con le armi della medicina, della scienza e dell’umanità.

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Prometto che ritorno. Con Emergency in Africa e in Afghanistan

Per me ora sono persone, colleghi, conoscenti di cui so il nome e a volte persino le storie. Roberto Maccaroni ce le racconta, intrecciate alla sua storia di infermiere in missione con Emergency in Paesi martoriati da condizioni di guerra e povertà. Pagine autentiche di un diario che, senza mai cedere al pietismo e alla facile tentazione dell’essere “buoni”, restituiscono tutta l’umanità di un impegno instancabile verso chi soffre, a qualsiasi latitudine si trovi. Dalla bruciante, contagiosa vitalità della Sierra Leone alla tragica quotidianità senza pace in Afghanistan, questo libro ci conduce attraverso realtà di dolore estreme e lontane – ma che non per questo meritano di essere ignorate – con lo slancio, l’altruismo, le paure, i dubbi e la disarmante sincerità di chi l’ha scritto.

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Palle imperiali, e altri racconti

Atmosfere da Cina imperiale, eunuchi e castratori di corte, un indovino che legge il futuro tra i sogni e le nuvole del cielo, la biografia di un giovane assassino, e un futuro distopico dove gli uomini hanno raggiunto la tanto agognata uguaglianza... almeno dal punto di vista dell’assistenza sanitaria. Quattro racconti collegati tra loro, quattro storie irriverenti e dalle tinte spiccatamente postmoderne in cui il passato si confonde con il presente e il futuro, il sogno con la realtà, il volgare con il raffinato, le pulsioni sessuali con l’occhio clinico.

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CDS – Cinese da strada

Il ritmo della vita nelle grandi città cinesi è in costante aumento e, di pari passo, anche la lingua evolve ad una velocità tale che ogni anno vengono addirittura stilate classifiche apposite delle nuove parole o espressioni più usate. Sono gli utenti di internet i primi innovatori in questo senso. La maggior parte dei neologismi infatti nasce online: dalle discussioni, dai video in circolazione, dalle notizie più divertenti o piccanti vengono estrapolate o rielaborate espressioni che, sempre attraverso gli efficientissimi strumenti di condivisione online, entrano con estrema facilità nella quotidianità di tutto il Paese.

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A braccia aperte. Storie di ordinaria resistenza al razzismo

C’è un’Italia che dice no, e che resiste alla paura riversata sui social network da migliaia di account, veri o falsi che siano. La paura dello straniero, cavalcata a bella posta da forze politiche interessate. Di contro esiste un pezzo di paese che spesso non ha voce, ma che si dà da fare con tenacia, impegno e coraggio. Ed è qui che l’autore è andato a indagare: un lungo cammino alla ricerca di persone, istituzioni, associazioni e sindacati che con le loro azioni hanno fatto da contrappeso al razzismo pervasivo degli ultimi anni.

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Mare in fiamme

Mare in fiamme indaga un passato comune a molti italiani. Dietro la vita di Italo, un giornalista vissuto in Libia si cela un mistero che verrà scoperto dai familiari: il traffico di armi e il traffico di esseri umani sono le realtà su cui si trova a indagare la figlia alla ricerca della verità sul ferimento di suo padre. In che cosa era coinvolto l’uomo? Ad aiutare Marina, maestra elementare in una scuola multietnica, a rimettere insieme i tasselli del mosaico saranno il novantenne eroe di guerra, nonno Orazio e il lavoro appassionato con i suoi alunni: il solitario Zihad, bersaglio della rabbia del nuovo arrivato Ivano, la silenziosa Liu, e tutti gli altri.

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Paura e tremore

I sei racconti di Paura e tremore, pubblicati da Gholamhoseyn Saedi nel 1968, nascono dalla sua esperienza di medico nel Golfo Persico, dove la povertà e le difficilissime condizioni di vita creavano una costante atmosfera di timore e insicurezza. Due anni prima Saedi aveva pubblicato Ahl-e hava (La gente del vento), un saggio antropologico sulle popolazioni della stessa area che ha poi costituito la base per le storie di Paura e tremore.
I racconti di Paura e tremore trasfigurano in forma narrativa lo strano mondo che Saedi aveva scoperto durante i suoi viaggi e le sue ricerche scientifiche. Nel mondo magico dei suoi racconti il moto ondoso del mare e il gioco di luci e ombre nell’oscurità della sera contribuiscono ad annullare i confini tra reale e fantastico.

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Le lezioni di papà

In questa raccolta di racconti Mohammad Tolouei compone una piccola saga attorno alla figura di suo padre, Ziya, improbabile capofamiglia che parte per il fronte dopo una lite coniugale, nasconde un passato da guerrigliero, sogna di trascinare la famiglia in Europa e tenta di approfittare del clima di incertezza seguito alla rivoluzione del ’79 per compiere il salto sociale. Un personaggio animato da un idealismo rocambolesco e da un opportunismo un po’ ingenuo che la madre di Mohammad, donna dal carattere schivo e severo, controbilancia con entrate in scena tanto dosate quanto risolutive.

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Madonna col cappotto di pelliccia

Ci sono incontri casuali in grado di segnare un’intera esistenza. E ci sono storie che restano segrete per una vita intera ma poi, una volta raccontate, fanno il giro del mondo. Quando ad Ankara, negli anni Trenta, un giovane conosce sul posto di lavoro Raif Effendi, viso onesto e sguardo assente, è subito colpito dalla sua mediocrità. Man mano che i due entrano in confidenza, questa prima impressione non fa altro che ricevere conferme: schernito ed evitato da tutti sul lavoro, Raif viene maltrattato persino dai suoi familiari.

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Fuga di morte

Sulla piazza principale di Beiping, capitale dello Stato di Dayang, un giorno compare un enorme escremento a forma di pagoda: un atto dissacrante, che fa esplodere le gravi tensioni sociali latenti da tempo, innescando un movimento di protesta guidato da poeti e intellettuali. Yuan Mengliu, giovane e rispettato poeta, vive però una crisi profonda. Da un lato si dimostra incapace di sopportare la violenza della rivolta e della sua repressione da parte del governo, dall’altro non riesce ad abbracciare gli ideali rivoluzionari della sua compagna Qi Zi, la quale si afferma invece come leader della protesta.

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Le avventure di un ragazzo brutto

Le avventure di un ragazzo brutto presenta un raro racconto (omo)erotico cinese pubblicato intorno al 1630, nell'ultimo decennio della dinastia Ming. Il racconto è rappresentativo della narrativa pornografica cinese, genere che conosce il suo periodo di massima fioritura proprio nel Seicento. Si distingue tuttavia per la sua originalità, sia in termini di rappresentazione erotica, che tende al fantastico e al surreale, sia per la sua lingua al tempo stesso squisitamente letteraria e schiettamente volgare, registri vertiginosamente presenti non di rado nella stessa pagina.

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Il quaderno di Verbiest

Sterminata e pietrosa terra dei Tartari. Anno del Cane 1682, mese di aprile o forse maggio. Ferdinand Verbiest, nativo di Pittem nelle Fiandre Spagnole, missionario della Compagnia di Gesù, direttore dell'Ufficio Imperiale di Astronomia in Pechino, inizia a scrivere.... Sono queste le prime righe di un diario che Verbiest appunta su un quadernuccio sbrindellato, pagine in cui si rincorrono presente e passato in una nube di avvenimenti tragici e di interrogativi dilanianti. Costretto dall'imperatore Kangxi a rientrare a Pechino da solo e lungo un itinerario sconosciuto e pericoloso, il missionario gesuita troverà rifugio in un accampamento - o villaggio che dir si voglia - dove sarà suo malgrado testimone di efferati omicidi.

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Il sipario di giada

Tra fantasia ed eventi storici effettivamente accaduti, personaggi reali e d'invenzione, Il sipario di giada - secondo romanzo della trilogia di Isaia Iannaccone dedicata ai missionari gesuiti nel Celeste Impero - ricostruisce il caso de La Cecchina in Cina, simbolo estremo del desiderio di dialogo fra civiltà, raffinato, onirico e poetico emblema di umanità, arte e diplomazia, dolente testimone di un tragico evento che si stava allora preparando contro i protagonisti di tale avventura: la soppressione della Compagnia di Gesù.

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Se il mare finisce

Antologia dei racconti finalisti del concorso DiMMi, Diari Multimediali Migranti 2018. Senza testimoni la verità si può manipolare e, infine, si perde. Un coro di undici storie compone una memoria collettiva in cui riconoscerci tutti umani, al di là delle frontiere. Sono le voci di uomini e donne che riscattano dall’oblio le loro vicende di migrazione e ce ne fanno dono.

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Parole oltre le frontiere – Dieci storie migranti

Antologia dei dieci racconti finalisti del concorso DiMMi, Diari Multimediali Migranti 2017. Migliaia di esseri umani da ogni angolo del mondo arrivano nel nostro Paese. Migliaia di persone che restano silenziose non per scelta, ma perché non trovano canali per comunicare e disponibilità all’ascolto. Il loro patrimonio di esperienze, ricco di ciò che hanno lasciato e portato con sé, e delle vicende attraversate durante il viaggio, si dissipa ogni giorno. Questo libro, nato dal concorso Dimmi - Diari multimediali migranti, è un simbolico “basta” all’indifferenza.

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Il vestito rosso

Ogni viaggio, reale o virtuale, inizia con un punto di partenza ma senza presunzione alcuna di conoscere la meta finale. Attraverso un'esplorazione profonda della protagonista Jane, inglese di nascita e fiorentina di adozione, il lettore navigherà tra gli spazi reconditi dell'anima e della mente, senza tralasciare la materia, oggetto di incanto e di allucinazione.

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Arabpop. Arte e letteratura in rivolta dai paesi arabi

Italia le cosiddette Primavere arabe del 2011 sono state spesso analizzate da commentatori e giornalisti solo come inaspettati scoppi di violenza o come il risultato di giochi di potere tra Stati occidentali. La miopia di un pensiero appiattito su posizioni islamofobe ci ha impedito di conoscere davvero chi scendeva nelle piazze di Tunisi, del Cairo o di Damasco: una giovane generazione che chiedeva libertà, rimettendo in discussione appartenenze politiche, religiose e di genere.

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Un’altra vita per le donne & Tre lanterne

In Un'altra vita per le donne le sorelle Jian, entrambe "signorine" sebbene abbastanza in là con gli anni, conducono una vita reclusa e senza sussulti in un appartamento al di sopra del negozio di salse di soia e sottaceti che una volta apparteneva al padre. All'interno del negozio, si alternano le vicende e gli scandali fra tre commesse, "nemiche per la pelle" ma costrette a lavorare insieme. Nel racconto Tre lanterne, chi ha detto che solo i più intelligenti si salvano dalla guerra? Bian Jin, lo scemo del villaggio di Quezhuang, ha in testa solo le sue anatre, e per questo viene dimenticato dai suoi compaesani in fuga dalla guerra. Vagando per il villaggio ormai deserto, Bian Jin incontra Scodellina, una bambina alla perenne ricerca dell'olio necessario ad accendere le tre lanterne sulla barca della sua famiglia.

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Il suono dei nostri passi

È la storia di una di quelle famiglie ebree cacciate dall'Egitto, negli anni Cinquanta, quasi da un giorno all'altro. Un mondo alle spalle, un altro tutto nuovo, e non certo facile, davanti. L'io narrante, la "bambina", mentre vive in un presente piuttosto disagiato, è l'eco di una storia di cui sa ben poco perché quasi non se ne parla. La madre lavora come instancabilmente per mandare avanti la baracca, il padre, un individuo strano, sfuggente - nel vero senso della parola - è prodigo di paroloni ma del tutto inetto alla vita.

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