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Il quaderno di Nerina

Dal fondo del cassetto disordinato di una scrivania scoperta in casa, a Roma, riemergono alcuni oggetti dimenticati dai vecchi proprietari: francobolli, un dizionario greco-italiano, qualche bottone, cartoline mai spedite, la foto di tre donne in piedi davanti a una finestra. C’è anche un quaderno fucsia, con il nome «Nerina» scritto a mano sulla copertina. Chi è Nerina? Senza cognome, come un poeta classico o medievale, come un artista del Rinascimento, la donna che, ci assicura Jhumpa Lahiri, ha scritto i versi raccolti in questo libro, sfugge alla storia e alla geografia. Apolide, poliglotta, colta, scrive della propria esistenza tra Roma, Londra, Calcutta, Boston, del legame con il mare, del rapporto con la famiglia, con le parole.

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Non c’è mare ad Aleppo

Libro di poesie della giornalista e scrittrice italo-siriana Asmae Dachan, con l’introduzione della professoressa Silvia Moresi. "Con versi impregnati di delicatezza, Asmae Dachan riesce a tratteggiare i sentimenti e le esperienze più tragiche, insegnando a chi legge che soltanto attraverso la memoria si può andare verso il futuro“.

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Pane e acqua. Dal Senegal all’Italia passando per la Libia

Ibrahima Lo è in Italia da pochi anni e ci è arrivato partendo dal Senegal, sopravvivendo ai lager libici e dopo che il gommone con tante, troppe persone a bordo su cui viaggiava è naufragato. Non un'inchiesta condotta da terze voci, ma la storia vera di chi è grato alla vita per averne ancora una e poterne scrivere, a partire dal ricordo della fame saziata a pane e acqua. Questo libro è il racconto di chi ha rischiato di morire ripetutamente nella speranza di approdare a una terra promessa, l'Europa, e che - nonostante la meta venga raggiunta - deve farei i conti con il razzismo di una società ipocrita e xenofoba, con lavori in nero e sottopagati, e una nuova vita da costruire a partire dal niente.

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Nord

In questo romanzo di Burhan Sönmez, scritto nel 2009, un giorno in fondo a un burrone viene ritrovato il corpo di un uomo con un orecchino di vetro custodito in bocca. Si tratta di Aslem, partito vent’anni prima per il nord senza lasciare tracce né spiegazioni. Il figlio Rinda è cresciuto tra le foreste e i precipizi che circondano il villaggio con la madre e il cavallo Belek, pieno di nostalgia mescolata a rancore per quel padre sconosciuto e andato lontano, chissà dove e spinto da cosa. Ed è proprio Rinda a scoprire lo scintillio dell’orecchino tra le labbra del cadavere di Aslem, mentre la luna piena all’improvviso si eclissa nella notte. Cosí quel monile nascosto diventa un segno per il ragazzo, il segreto di un lascito da rintracciare, e con Belek parte anche lui per il nord, a ricostruire la storia del padre e il vuoto che avverte in se stesso.

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Corpi migranti

Era il 2015 quando l’autore cominciò a documentare i sistemi di gestione dei corpi dei migranti deceduti nel tentativo di raggiungere l’Italia. Partendo dai cimiteri siciliani, per capire dove e come questi corpi sono sepolti, a quanti è stato dato un nome o cosa c’è in mancanza, il lungo percorso di indagine sarebbe terminato, alcuni anni dopo, in un villaggio del Saloum, in Senegal. I frammenti di cui si compone ci mettono di fronte, senza scampo, alla morte di giovani migranti, alla gestione dei loro corpi e a un lutto spesso impossibile.

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Futuri uniti d’Africa

Futuri uniti d’Africa è un’antologia di 18 racconti scritti dalle migliori autrici e autori provenienti da Nigeria, Botswana, Sud Africa, Rwanda, Kenya, Uganda e Zimbabwe. Con le sue immense diversità e varietà di culture – dove natura, tradizioni e tecnologie si scontrano e fondono con risultati spesso contrastanti – l’Africa ha tanto da offrire al futuro dell’umanità. Queste storie, infatti, spaziano dall’uso della blockchain per migliorare l’agricoltura, al mind-uploading per comunicare con i vivi e con i morti, dagli sviluppi delle intelligenze artificiali applicate ai rapporti familiari, amorosi e lavorativi, fino all’esplorazione di possibili conflitti bellici, economici e religiosi.

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L’uomo è la città più bella

San Francisco, giovane migrante africano approdato in Svezia dopo varie peregrinazioni, viene sfrattato dal suo modestissimo alloggio. Senza perdersi d’animo, decide di abbandonare l’anonima città in cui si sente prigioniero e riprendere il viaggio verso la mitica San Francisco, assecondando la fissazione che gli ha guadagnato il suo nomignolo, insieme ai fidi compagni di sventura: Manni, in cerca di una moglie per ottenere la cittadinanza; Hussein, detto Richard, convinto di essere braccato da un manipolo di uomini in giacca e cravatta; la bella e misteriosa Isol con una pistola sempre in borsa.

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Il mio migliore amico è fascista

Il primo anno di superiori è complicato per tutti. Figurarsi per Takoua, che di cognome fa Ben Mohamed, è di origine tunisina, è musulmana, porta il velo e vive nella periferia di Roma, dove uno dei suoi compagni di scuola è un bulletto di nome Marco che si professa fascista... peccato che Marco è così scemo che nemmeno lui sa bene cosa vuol dire! Quando la prof ha la brillante idea di metterli in banco insieme, per Takoua andare a scuola diventa un vero e proprio tormento, come se non bastassero le occhiatacce dei vicini di casa, convinti che abbia una bomba nascosta da qualche parte nello zaino, o le battutine degli insegnanti, che pensano che i suoi genitori siano dei semi-analfabeti.

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La casa di Leyla

Leyla, un’anziana signora molto raffinata ed ultima discendente di un’antica famiglia ottomana, è costretta a lasciare la casa di famiglia quando questa viene venduta dalla banca a un ricco magnate e alla sua ambiziosa moglie. Il figlio dell’ex giardiniere della villa, Yusuf, accoglie Leyla nella sua casa di Cihangir, vivace quartiere nel lato Europeo di Istanbul, e cerca di aiutarla a recuperare la proprietà della casa da cui è stata ingiustamente sfrattata. Lì Leyla vede per la prima volta la vita degli artisti e degli emarginati e conosce la fidanzata di Yusuf, Roxy, cantante hip hop figlia di immigrati turchi in Germania, che non accoglie con entusiasmo l’arrivo dell’anziana signora.

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Senza toccare

Adalet ha solo 29 anni, è una donna ferita e difficile che cerca di vivere senza toccare nessuno, sospettosa del mondo esterno. Quando si rende conto che non sarà in grado di sbarazzarsi della malattia implacabile che l’ha colpita inizia a fare il resoconto della sua vita.  Adalet, che si incolpa per quello che le è successo, cerca di trovare il suo primo peccato, frugando nella sua vita e nei suoi ricordi. Nel tentativo di rimediare alla sua colpa, conoscerà di nuovo se stessa e il paese in cui vive.

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Io, lei e le altre

Sahar, la protagonista, vive una vita sdoppiata a causa del senso di solitudine e distacco che prova nei confronti della propria famiglia. La madre e il padre – entrambi rinchiusi in sé stessi, l’uno a causa della mancata realizzazione dei propri ideali politici rivoluzionari, l’altra in conseguenza dell’isolamento del marito che la ignora completamente “quasi fosse una vedova” – hanno innalzato nella vita dei figli una serie di barriere e muri psicologici che hanno spinto Sahar, sin da bambina, a immaginare di essere un’altra persona, “un’altra io”.

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La luce di Akbar

Nell’Hindostan del XVI secolo Akbar, terzo imperatore della dinastia moghul, domina una corte eclettica che accoglie islamici sunniti e sciiti, gesuiti, indù, ebrei, zoroastriani. La sua apertura a ogni etnia e dottrina suscita indignazione tra i custodi dell’ortodossia religiosa, che fanno del loro meglio per ostacolare o addirittura rovesciare il sovrano. In questo ambiente inquieto, e spesso spietato, inizia la parabola del funzionario hindu Jamal e di suo figlio Samir. La loro traiettoria incrocia quella degli astri di corte e in particolare del principe Salim, primogenito di Akbar, che patisce l’ombra del padre e teme quella dei fratelli.

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Abramo nel fuoco

La poesia di Ahmad Shāmlu esplora i solchi più profondi della continua e spesso amara metamorfosi politico-culturale che traccia e contraddistingue il cammino della storia contemporanea dell’Iran. La sua costante e decisiva presenza nel panorama artistico del paese fa della sua eredità letteraria una testimonianza ricca e appassionata dai molteplici strati interpretativi. Una voce distinta che fissa in un inno- vativo e multicolore linguaggio poetico le grandi trasformazioni della sua terra e del suo tempo.

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Il grande azzurro

Hassana e Husseina sono sorelle gemelle. Fino ai dieci anni sono rimaste sempre insieme, nella pace del villaggio: Hassana era la gemella più forte, estroversa, Husseina la più timida e schiva. I mercanti di schiavi le separano in un giorno di fragore e fiamme, gettando tra loro un'insondabile distanza. Hassana si aggrappa a Husseina nei sogni, per Husseina lo strappo dalla famiglia e dalla gemella è un pensiero troppo doloroso. Entrambe tuttavia nella lontananza fanno fiorire la loro autentica personalità.

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Il Re ombra

Lei è Hirut, figlia di Fasil e Getey, una ragazzina spaurita in balia di un sistema patriarcale che la vuole schiava. Ma quando i venti di guerra contro gli invasori italiani cominciano a infuriare sulle alture, Hirut, figlia di Fasil e Getey, diventa la temuta guardiana del Re Ombra: come le sue sorelle d'Etiopia ora è un soldato, che non ha piú alcun timore di ciò che gli uomini possono fare a donne come lei.

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L’epoca dei tatuaggi

Cina del sud, metà degli anni ‘70, i ragazzini di via Xiangchunshu cercano disperatamente di emergere dalle difficoltà della vita quotidiana che affrontano nella quasi completa assenza degli adulti. Attraverso le loro storie, intrise di violenza e brutalità, Su Tong trasporta il lettore negli anni terribili della Rivoluzione culturale che, sebbene mai menzionata, rimane la ragione implicita del crollo dei codici morali di un’intera generazione. Cinque splendidi racconti inediti di uno dei più importanti scrittori cinesi contemporanei presentati per la prima volta in una raccolta: L'epoca dei tatuaggi, I fratelli Shu, Banda autonoma, La scena del crimine, Diario di agosto.

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La morte di Vivek

Una madre trova il corpo del figlio davanti alla porta di casa. Vivek è morto, il giorno dell’incendio al mercato. Al collo non ha più il ciondolo che portava sempre; è nudo e dalla testa, ornata da capelli che qualcuno giudicava troppo lunghi per un uomo, stillano fiotti di sangue. Cosa gli è accaduto? Chi l’ha trascinato fino a lì? Il dolore atroce e il desiderio di scoprire la verità conducono la madre alla consapevolezza di non aver mai conosciuto fino in fondo suo figlio. Vivek ha sofferto, ha scontato la sua diversità, ma ha trovato comprensione tra le braccia di alcune amiche e del cugino, unici a custodire il segreto della sua morte.

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La nostra Siria grande come il mondo

Mohamed e Shady Hamadi, un padre e un figlio, due storie diverse legate da una terra: la Siria. Per uno, luogo dell’infanzia e della giovinezza da cui fuggire, per l’altro, luogo della scoperta e della memoria a cui ‘tornare’. In questo libro due generazioni si parlano e raccontano, riscoprendo un dialogo che non sempre è stato facile: diversi i percorsi, le ansia, le aspirazioni. Avventurosa e sorprendente la vita di Mohamed che per molto tempo ha nascosto al figlio ciò che ha subito nelle carceri siriane, riflessiva e impegnata quella di Shady.

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Le guerre delle donne

L’abito bianco di Hope che cancella la sua schiavitù. Gli occhi allungati di Agnèse che fendono le tenebre di un conflitto cruento. Il grido di Lucy che abbatte l’omertà su un crimine di Stato. Trenta donne. Trenta voci dall’Africa al Brasile fino all’Europa, unite nel dire no alle ingiustizie e alla violenza. In un intreccio di reportage giornalistico e colloquio intimo, le loro storie toccano i nodi più cruciali dei diritti femminili violati, regalandoci ritratti profondamente rivoluzionari e indimenticabili.

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Toya

Il giovane medico Yussef è un uomo diviso a metà. A metà perché il padre, un egiziano che non si è ancora arreso alla morte di Nasser, lo vorrebbe in patria per aiutare il suo popolo, mentre la madre inglese lo preferirebbe a Londra insieme a lei. A metà perché lui stesso è combattuto tra l’ambizione di aprire una clinica per ricchi signori al Cairo e il desiderio di trovare una cura alla lebbra che affligge il continente africano.

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