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La lettera e il pianoforte

La lettera e il pianoforte è un romanzo costruito con maestria. Le scene di guerra o d’amore, mai prolisse, sono inframmezzate da descrizioni approfondite degli stati d’animo dei personaggi, le cui debolezze e contraddizioni sono cesellate perfettamente. Seguiamo in un crescendo di intensità la storia d’amore tra Nizam e Anya, che si fa sempre più ossessiva, ma anche le traversie di personaggi incontrati nei capitoli precedenti del Quartetto: i dilemmi di Ragıp Bey e Dilara Hanım, così come il dolore di Rukiye per la perdita del marito.

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Signora Vita

Il protagonista Fazıl è un giovane studente di letteratura e proviene da una famiglia borghese che ha subìto un tracollo finanziario. Vive in un ex edificio commerciale insieme a dissidenti, transessuali e altri individui ai margini della società. Trova un piccolo lavoro come comparsa in una trasmissione televisiva che tra il pubblico ospita Hayat Hanım, di molti anni più grande, donna sensuale, misteriosa e indipendente. Tra i due nasce presto una relazione intermittente, in cui le differenze sono molte di più rispetto ai punti in comune. Se infatti Hayat Hanım vive senza pensare al domani, Fazıl è gravato dalla povertà ed è costretto a prendere in considerazione tutti i rischi possibili.

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Dimora di Ruggine

Come guida potrà contare solo su Hamza, un gatto erudito venuto dalla Dimora di Ruggine, un luogo fiabesco e irraggiungibile, mai avvistato dai naviganti. Durante il viaggio la ragazza dovrà superare tre spaventosi mostri marini, e sopravvivere all’incontro con Baba wa Papa, il sovrano di tutti gli squali, prima di riuscire a trarre in salvo il padre e riprendere la sua vita da dove l’aveva lasciata. Invece, una volta tornata a casa, tutto sembrerà solo più bizzarro di prima, tra corvi parlanti, caproni e altri animali ficcanaso.Per sottrarsi alle pressioni della nonna, che vorrebbe vederla sposata, come si addice a una giovane della sua età, Aisha comincia a pensare che l’unica salvezza sia ripartire per mare in cerca della mitica Dimora di Ruggine.

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L’ultima battaglia del capitano Ni’mat

Sono sessantenni panciuti e stanchi quelli che sguazzano nella piscina dell’esclusivo club Maadi, per lo più militari in pensione, generali e alti gradi dell’esercito egiziano. Fra loro c’è il capitano Ni’mat, ex pilota di caccia che ha combattuto nella guerra dei Sei Giorni, quella del 1967 contro Israele che si è conclusa con una pesante sconfitta dell’Egitto e, quindi, sua. A un certo punto il club viene invaso dai giovani, i ragazzi della locale squadra di nuoto venuti ad allenarsi, e i vecchi sono costretti loro malgrado a lasciare la piscina e rifugiarsi al tavolo sotto il pergolato, dove proseguono le loro interminabili chiacchiere. Solo il capitano Ni’mat resta in disparte ad ammirare i corpi lisci e flessuosi dei giovani che guizzano agili nell’acqua azzurra. Poi quell’osservazione diventa contemplazione e il capitano Ni’mat è il primo a sorprendersi del rapimento estatico da cui è travolto e al quale non sa ancora dare un nome.

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Io, lui e Muhammad Ali

Sali su un aereo portandoti dietro solo una borsa in cui sono nascoste le ceneri di tuo padre, alla volta di un paese sconosciuto che dovrebbe essere il tuo ma non lo sarà mai. Non proprio una passeggiata. Eppure leggiamo col sorriso, perché tutto ciò che Randa Jarrar tocca sembra assumere una levità che ricorda la protagonista del primo di questi racconti, Qamar, di giorno in equilibrio su una fune senza protezioni al circo di Alessandria e la notte sul tetto di un palazzo a guardare la luna.

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Guayabas : voci femminili dalla Colombia

La guayaba, frutto di genere femminile, è il più ricco, nutritivo e profumato del pianeta, e il più rappresentativo degli oltre quattrocento frutti censiti in Colombia: è a queste proprietà che si rifanno i sedici racconti di Guayabas, scritti da sedici scrittrici colombiane e tradotti da sedici traduttrici. Cornice di storie sulla ricerca di sé, sulla maternità, sulla sessualità, tra il realismo e il paradossale, sono le periferie di grandi e convulse aree urbane come i piccoli villaggi rurali in cui il tempo sembra aver perso importanza.

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Silvi e la notte oscura

Tra le montagne, nei boschi o nel mezzo di un pomeriggio assonnato, i personaggi che animano questi racconti di Federico Falco si espongono alle intemperie della vita. C’è il re delle lepri, un eremita che passa i suoi giorni nascosto sulle alture e fatica a confrontarsi con la società che ha abbandonato.

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La promessa

Una saga familiare moderna che poteva arrivare solo dal Sudafrica, scritta in splendida prosa dall’autore due volte finalista al Booker Prize, Damon Galgut. Perseguitati da una promessa non mantenuta, dopo la morte della madre i membri della famiglia Swart si perdono di vista. Alla deriva, le vite dei tre figli della donna procedono separatamente lungo le acque inesplorate del Sudafrica: Anton, il ragazzo d’oro amareggiato dal potenziale inespresso che è la sua vita; Astrid, il cui potere sta nella bellezza; e la più giovane, Amor, la cui vita è plasmata da un nebuloso senso di colpa. Ritrovandosi per quattro funerali nel corso di tre decenni, la famiglia in declino rispecchia l’atmosfera del paese: un’atmosfera di risentimento, rinnovamento e infine di speranza.

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Nessuno ha pregato per loro

Una mattina di gennaio del 1907 i due amici Hanna e Zakariyya fanno ritorno al villaggio di Hosh Hanna, vicino ad Aleppo, dopo aver trascorso la notte a divertirsi e gozzovigliare. Le loro case, la loro famiglia, tutto è stato spazzato via da un’alluvione, e ad aspettarli non trovano che il silenzio.

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Non siete stati ancora sconfitti

Prima traduzione italiana degli scritti del blogger e attivista Alaa Abd el-Fattah, uno dei protagonisti della rivoluzione di piazza Tahrir del 2011. Il libro esce grazie a una rete internazionale di editor e giornalisti, alla famiglia dell’autore, ad Amnesty International che da anni segue il caso dello scrittore tuttora in carcere, ad ARCI e alla collaborazione con la casa editrice Fitzcarraldo di Londra lo pubblica contemporaneamente nella traduzione inglese.

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La casa dei notabili

La casa dei notabili racconta una vicenda importante ma mai raccontata della storia contemporanea della Tunisia. Il suo eroe è una figura storica, il riformatore Tahir al-Haddad. Sebbene le fonti non menzionino nulla sui suoi rapporti con le donne, ad eccezione della sua disperata difesa nei loro confronti, l’autrice aggiunge una storia d’amore immaginaria con una donna di nome Leila Zubaidaalla sua biografia. Il romanzo dà risalto alle voci delle narratrici come custodi della memoria, che mettono in discussione una versione distorta e patriarcale della storia. La casa dei notabili è un avvincente romanzo raccontato in prima persona da diversi personaggi.

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Afghanistan. Storia, geopolitica, patrimonio

L'Afghanistan, orgogliosamente indipendente, non piegato dagli appetiti coloniali del Grande Gioco, è stato duramente provato dalla storia più recente intessuta di colpi di Stato, guerra tra fazioni, interventi stranieri e terrorismo. Questo libro ci conduce attraverso etnie, tradizioni tribali, pratiche dell'Islam, interessi dell'oppio, stragi, ricatti e mutazioni dell'integralismo, per arrivare ai recenti accordi che dovrebbero concludere la "guerra umanitaria" Usa. Nella seconda parte, dedicata alla memoria di Giorgio Stacul docente di Protostoria eurasiatica, viene offerto un panorama del Patrimonio dell'Afghanistan, erede di civiltà persiana, indo-ellenismo, buddhismo e Islam.

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Le tribolazioni dell’ultimo Sijilmassi

L’ingegner Adam Sijilmassi è al suo ennesimo viaggio in business class, di ritorno dall’Asia. Mentre sorvola il mare si rende conto che è necessario rallentare e cambiare impostazione alla sua vita. Inizia così un rocambolesco viaggio nell’identità e nella memoria, alla ricerca di un’autenticità che possa rappresentare una sintesi dei suoi diversi modi di essere. Dopo un incontro surreale con un analista che cerca di ricondurre le sue scelte a una forma di esaurimento nervoso, Adam parte alla volta del villaggio natio. Scopre la biblioteca del nonno, testi di letteratura e filosofia dei tempi dell’Andalusia araba e fa della lettura la sua attività principale.

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Lo strano caso dei pantaloni di Dassoukine

Arrivato a Bruxelles per poter trattare sul prezzo del grano europeo di cui il suo Paese ha tanto bisogno, un giovane funzionario marocchino si ritrova impotente quando dalla camera d’albergo spariscono i suoi unici pantaloni. Cosa fare? Dove comprare, all’alba di questo decisivo incontro, pantaloni decenti? E perché si presenterà davanti alla Commissione Europea in variopinti pantaloni da golf ?

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La scuola può tutto

La difesa della scuola, della Costituzione, la diffusione della cultura della pace che dia voce agli ultimi, una scuola integrante e accogliente, che promuova il pensiero critico e la capacità dei singoli, dove si insegni la solidarietà e la cittadinanza attiva, che sia aperta ai territori e favorisca l’emancipazione delle classi più deboli, sono stati i valori su cui si è imperniata tutta la vita lavorativa di Simonetta Salacone, insegnante e dirigente scolastica della quale in questo libro sono raccolti gli scritti.

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Donna proibita

Due giovani sorelle percorrono strade diverse, inseguendo l’amore e la felicità. Lula, la sorella maggiore, sceglie la via della trasgressione e infrange le regole della società islamica, inseguendo il piacere e il sogno di una vita libera e disinibita, mentre la sorella minore, più legata alla concezione tradizionale e ai valori religiosi, pur sognando il matrimonio e l’appagamento dei sensi, si ritrova coinvolta nell’attività di un gruppo fondamentalista e parte per l’Afghanistan, con il marito islamista, per combattere il jihad ai tempi di Bin Laden.

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Il randagio e altri racconti

In queste nove storie, potenti e stranianti, Sadeq Hedayat dipinge l’umanità che anima le strade di Teheran – il droghiere, il macellaio, la sala da tè, il cambiavalute, l’imam, la corte del califfo – così come quella che s’incontra nei vicoli di Le Havre. Protagonista è un’anima solitaria e randagia alla deriva, in una esistenza che non le appartiene, alla ricerca di un senso ai torti subiti, alle lusinghe della vita da cui si sente irretita e respinta. Una narrazione seducente che trascina il lettore in un’atmosfera vertiginosa, a tratti grottesca, fosca, mescolando sapientemente la tradizione persiana con la cultura europea, soprattutto francese, con uno stile che coniuga surrealismo, oniricità e magia.

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Le cicatrici del porto sicuro

Le cause ed i processi che provocano la fuga di milioni di persone. Le guerre per procura, dittature ed ingerenze. È il primo libro che ho cominciato a scrivere ben 5 anni fa, ma che arriva come terzo delle mie opere. Il viaggio dal Mali in Burkina Faso, Algeria, Libia, la detenzione, il lager, il mar mediterraneo ed il naufragio prima di attraversare. Foto e interviste raccolte di nascosto nel carcere e nel lager rischiando la propria vita.

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Il Paese che uccide le donne

È un romanzo storico, Il Paese che uccide le donne, un libro che, attraverso personaggi di fantasia, racconta col piglio del reportage il Messico contemporaneo. Un Paese in cui per quasi tutti è difficile vivere, ma per una donna ancora di più. Paul e Dana sono, così, i protagonisti di una storia corale che ha per sfondo l’intero Paese, il cui cancro storico si chiama droga e la cui realtà, nell’ultimo decennio – il più violento in assoluto – è ben spiegata dal numero di omicidi: oltre 215mila, pari a uno ogni 23 minuti. Un Paese “fantoccio” in mano ai narcotrafficanti, che vanno a braccetto con pezzi delle istituzioni.

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Rifugiati. Verità e falsi miti. Dati, analisi e storie vere per demolire pregiudizi e luoghi comuni

«Non possiamo aiutarli a casa loro?», «Se sono così poveri, dove li prendono i soldi per il viaggio?», «Ci rubano il lavoro», «Alla fine tutti o quasi commettono dei crimini». Sono tutte frasi che abbiamo sentito pronunciare o abbiamo pronunciato noi stessi parlando di uno dei problemi più grandi del mondo contemporaneo: i rifugiati, il flusso umano che arriva da paesi in cui la situazione politica e sociale è stata dichiarata invivibile. Spesso ci si scorda che il loro muoversi è assolutamente legale, regolato da leggi del diritto internazionale (come la "Convenzione del 1951 sui Rifugiati" di cui proprio quest'anno ricorre il 70 esimo anniversario), che non si sta parlando solo di un generico, per quanto meritevole, appello al buon cuore, ma che si parla di diritti, da parte dei rifugiati, e doveri, da parte di chi deve accoglierli e dar loro protezione.

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