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Ottant’anni di racconti brevi – Tre generazioni di autori iraniani

Questo volume contiene 22 racconti scelti fra un centinaio raccolti in un’influente antologia che è stata pubblicata in Iran che abbracciano un arco temporale di 80 anni, da Sadeq Hedayat, considerato il padre della letteratura persiana moderna, a Fariba Vafi, una delle figure più significative del panorama letterario iraniano contemporaneo. Tre generazioni di scrittori, differenti per temi, tipologia e stili, ma tutti rappresentativi delle molte tendenze che hanno contribuito allo sviluppo della letteratura iraniana dei tempi recenti. Alla base della scelta vi è stato l’intento di fornire ai lettori una prospettiva attraverso la quale seguire l’evoluzione del racconto breve, che nei suoi molti aspetti è un genere molto amato in Iran.

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Anche questa è Tehran, credetemi!

Questa è una raccolta di quattordici racconti tradotti dal persiano da Leila Karami che li ha selezionati in seguito alla lettura delle opere maggiori delle scrittrici più insigni dell'Iran. Alba De Cespedes, Grazia Deledda e Natalia Ginzburg sono le scrittrici italiane che più influenzano il panorama letterario contemporaneo delle scrittrici iraniane. Queste sanno adattare alla propria cultura ciò che hanno imparato dalle loro maestre, facendo emergere un vissuto, quello delle donne, assai trasversale. Ciascun racconto offre uno spaccato della realtà iraniana, rappresentata dall’odierna metropoli dell’antico paese, vuoi sociale vuoi politico, con puntuale attenzione alla condizione femminile, e ogni racconto propone una fisionomia particolare.

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A volte velo e a volte specchio. Liriche persiane (secc. IX-XIX)

Il volume raccoglie una serie di liriche dei più rappresentativi poeti persiani lungo un arco di tempo millenario (dal IX al XIX sec.). Curato da Carla De Bellis, italianista de La Sapienza, e da Iman Mansub Basiri, docente dell’Università di Teheran, il testo si avvale della felice collaborazione di due culture, la persiana e l'italiana, vicine soprattutto nella ricchezza dell'arte poetica e nella speculazione filosofica sulla bellezza e sul linguaggio. La complessa traduzione letterale di Iman Mansub Basiri, attenta ai contenuti filosofici dell'antica poesia e alla sua espressione polisensa, è stata adeguata a una maggiore fruibilità per il lettore italiano attraverso la riscrittura di Carla De Bellis, che ha ritrovato il tessuto di suoni ritmi figure proprio della poesia italiana, curando tuttavia l'aderenza semantica ai testi originari. Alcune delle poesie sono state tradotte per la prima volta in una lingua occidentale e l'Antologia presenta i testi poetici in lingua persiana accanto alla traduzione, così da essere seguita anche da un lettore iraniano. Il titolo dell'opera, A volte velo e a volte specchio, richiama un verso del poeta persiano Bidel Delhavī (secc. XVII-XVIII).

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