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Le strade per Roma. Rapporto 2021 sulle migrazioni interne in Italia

Nella crescita della Roma contemporanea le migrazioni interne hanno avuto un ruolo fondamentale. Trascurati a lungo e quindi scarsamente approfonditi, i flussi migratori che hanno popolato Roma partendo dal resto d'Italia meritano una rinnovata attenzione. Già da fine Ottocento la composizione della popolazione romana è stata notevolmente modificata dagli apporti esterni. L'eccezionale espansione della città per tutto il corso del Novecento si è nutrita di una molteplice spinta proveniente dagli arrivi da fuori città: dalla provincia alle altre aree del Lazio fino alle regioni dell'Italia centrale, per non dimenticare il Piemonte e il Veneto, insieme all'afflusso di massa dalle regioni meridionali, divenuto sempre più significativo. Utilizzando la chiave di lettura delle migrazioni interne,

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Ebola ’76

Un ritratto cupo e satirico dell’epidemia da virus Ebola negli anni ‘70 in Congo e Sudan. Louis è un semplice operaio che trasporta inconsapevolmente una malattia mortale nel suo paese d’origine, con conseguenze disastrose per la sua famiglia, i suoi amici e i suoi colleghi. In una serie di incontri bizzarri e comici, la malattia si diffonde nella città di Nzara. Chitarristi ciechi, simpatici barbieri, tirannici proprietari di fabbriche e sprezzanti mogli si ritrovano presto a lottare disperatamente per la propria vita nel “Tempio dell’Ebola”.

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L’isola degli alberi scomparsi

Nata e cresciuta a Londra, Ada Kazantzakis, sedici anni, non sa niente del passato dei suoi genitori. Non sa che suo padre Kostas, greco e cristiano, e sua madre Defne, turca e musulmana, negli anni Settanta erano due adolescenti in quell'isola favolosa di acque turchine e profumo di gardenie chiamata Cipro. Non sa che i due si vedevano di nascosto in una taverna di Nicosia, dalle cui travi annerite pendevano ghirlande d'aglio e peperoncini. Non sa che al centro di quella taverna, testimone dei loro incontri amorosi, svettava un albero di fico.

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Printed in Beirut

Un’afosa mattina d’estate, Farid Abu Chaar arriva a Beirut in cerca di un editore per il suo manoscritto. Uno dopo l’altro, tutti lo rifiutano: “nessuno legge più”, si giustificano. E così si vede costretto ad accettare un lavoro come revisore di bozze presso la storica tipografia Karam Bros, il limite del paradosso per un aspirante scrittore. Finché un giorno il manoscritto scompare, per poi riemergere preziosamente stampato. Farid non impiega molto a rendersi conto che dietro l’operazione c’è la moglie dell’editore, con cui inizia una relazione segreta quanto pericolosa.

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Anatomia sensibile

Anatomia sensibile è una mappa letteraria che celebra il corpo in tutte le sue forme e un tributo alla bellezza non convenzionale scritto nella forma di un viaggio poetico, politico ed erotico alla scoperta di ciò che siamo veramente. Un libro che racconta come vediamo noi stessi e come ci guardiamo attraverso gli occhi degli altri, proponendo un ideale estetico dissacrante e inclusivo che mira a scardinare i pregiudizi di genere e sull’apparenza.

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Rose d’Arabia

I racconti di questa antologia offrono un’inedita panoramica di uno degli universi femminili più nascosti della nostra epoca. L’higiab, il tradizionale velo nero che nasconde il volto delle donne saudite, è il simbolo della condizione femminile in Arabia Saudita. Ed è una presenza ingombrante in molti di questi racconti. La società saudita è rigidamente divisa in due, uno sdoppiamento tra popolazione maschile e popolazione femminile unico al mondo: doppie università, doppie redazioni di giornali, doppi ospedali, doppi ministeri, ma anche doppi, e separati, ingressi negli uffici e nei ristoranti.

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L’ultimo siriano

All’inizio del 2011 la “primavera araba” esplode in molti paesi del Nordafrica e del Medio Oriente. In Siria la repressione è particolarmente violenta. Il regime in carica, presieduto dal dittatore Bashar al-Assad, non vuole saperne di aprirsi alle richieste di democrazia, giustizia e libertà dei giovani partecipanti alle manifestazioni organizzate a Damasco, Homs, Aleppo e nel resto del paese. Fin da subito fioccano gli arresti, le torture, le uccisioni. Joséphine, Youssef, Khalil, Rashid e altri, un gruppo di giovani impegnati che portano avanti un messaggio di pace e democrazia, vengono perseguitati. Personalmente, Youssef è innamorato a distanza, Rashid studia per diventare medico, Joséphine sogna di diventare avvocatessa dei diritti umani: le loro storie private si intrecciano con il corso di una rivoluzione che ben presto degenera in guerra civile.

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Allah 99

Hassan, scrittore iracheno rifugiatosi in Finlandia, è un uomo dissoluto e cinico che ha consacrato la vita all'alcol e al sesso occasionale. Il suo blog si chiama Allah 99, un chiaro riferimento al numero dei nomi che il Corano attribuisce alla divinità islamica. Nel blog Hassan sta raccogliendo novantanove interviste a persone segnate dalla violenza del terrorismo, dalla guerra civile e dall'emigrazione clandestina.

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Memoria e desiderio

Lui è Eni, un ex insegnante che ha alle spalle dieci anni di prigione per reati politici. Lei è Desire, una studentessa brillante che pende dalle sue labbra sin da quando era piccola. Prof e Desire non possono essere più diversi, ma le loro confidenze, nel buio della casa in cui si incontrano, accendendo un'intimità che, sera dopo sera, abbatterà il muro delle loro differenze. Chiuso e solitario, Eni si apre finalmente al mondo di fuori, dove una Lagos povera ma piena di esuberanza lo riconnette alla vita, a un passato segreto e ai movimenti studenteschi di ieri e di oggi. E ci restituisce, nelle conversazioni con Desire, il sogno di una Nigeria diversa.

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Figli dello stesso cielo. Il razzismo e il colonialismo raccontati ai ragazzi

Igiaba incontra in sogno il nonno Omar, che non ha mai conosciuto ma solo visto in fotografia. Omar la porta in un viaggio lungo la storia per raccontarle cosa significava vivere nella Somalia sotto il colonialismo italiano, quello ottocentesco e imperialista e quello del ventennio fascista, e in che modo l'eredità razzista impregni ancora le nostre città e la nostra cultura.

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Quando il cielo vuole spuntano le stelle

Nel piccolo villaggio di Gulu Station, dove nonostante il nome i binari della ferrovia non sono mai arrivati, un ragazzo ha un sogno che si chiama Roma. Come gli dice sempre Bros, un amico tornato dall’Italia con tante promesse e il cuore colmo d’amore per la signorina Koi Koi, Roma è bella, anzi bellissima. E di fronte a queste parole le aspettative del protagonista non fanno che crescere, fino a convincerlo a lasciare l’Africa.

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Al cuore della migrazione

Un’opera collettiva, costruita grazie ai contributi di più di sessanta scrittori, poeti e artisti provenienti da tutto il mondo, che hanno prestato le loro voci per raccontare la drammaticità della situazione migratoria e per portare attenzione su un tema così delicato e urgente. L’opera, pubblicata per la prima volta in Francia nel 2018, contiene testi di prosa, poesia e immagini per la maggior parte inediti. L’edizione italiana è curata da Barbara Sommovigo, Marta Ingrosso e Carolina Paolicchi.

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Africana. Raccontare il continente al di là degli stereotipi

Africana è uno strumento per capire quanto l'Africa non vada coniugata al singolare, ma al plurale. Uno strumento di difesa contro gli stereotipi e contro tutte quelle visioni che ancora vogliono descrivere questo enorme continente, così vario al suo interno, come una lunga distesa di capanne. Africana aprirà le porte al lettore, sia a quelli che già sono appassionati delle letterature del continente sia a quelli completamente a digiuno, delle tante Afriche dentro l'Africa. Un continente moderno, giovane e creativo come pochi. Un continente dove la letteratura scorre come un fiume in piena e si smarca da sguardi stereotipati e da etichette consegnate dall'esterno, per raccontarsi qui in prima persona.

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Dovremmo essere tutti femministi

I maschi e le femmine sono indiscutibilmente diversi sul piano biologico, ma la socializzazione accentua le differenze. Prendiamo l’esempio della cucina. In generale, è piú probabile che siano le donne a sbrigare le faccende di casa: cucinare e pulire. Ma qual è il motivo? È perché le donne nascono con il gene della cucina o perché sono state educate a credere che cucinare sia un loro compito? Il problema del genere è che prescrive come dovremmo essere, invece di riconoscere come siamo. Passiamo troppo tempo a insegnare alle ragazze a preoccuparsi di cosa pensano i ragazzi, a essere ambiziose ma non troppo, a puntare al successo ma non troppo, altrimenti saranno una minaccia per gli uomini.

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Preghiera di sangue

preghiera di sangue
Una mano assassina colpisce lungo le strade bianche della Toscana. Una scia di sangue atterrisce e disorienta per la ferocia dei segni che lascia: corpi martoriati, grottesche rappresentazioni e la presenza, macabra e costante, di anguille accanto ai cadaveri. Il Pescatore, così viene chiamato l’omicida seriale che massacra senza nesso apparente, seppure con un evidente disegno che collega i diversi delitti. Come fermare la mente che uccide? Da dove partire per individuare la sua logica malata e spezzare questa catena mortale?

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Le stazioni della luna

Orfana di madre, Ebla cresce nell’entroterra somalo. L’anziano padre, astronomo e divinatore tradizionale, le insegna l’arte interdetta alle donne di leggere le stelle, i pianeti e i segni del cielo. Per sfuggire a un matrimonio combinato si ritroverà nella Mogadiscio degli anni Trenta, complice il poeta e camionista Gacaliye. Insieme metteranno su un piccolo e proficuo commercio e avranno due bambini, Kaahiye e Sagal. La storia di Ebla si intreccia con quella di Clara, sua figlia di latte, nata da genitori italiani residenti a Mogadiscio.

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La villa delle donne

In principio tutto sembra sorridere a Skandar Hayek, proprietario di una grande dimora alle porte di Beirut. Quando però lui e le altre figure maschili vengono a mancare, le donne della famiglia sono costrette a fare i conti con una società che sta rapidamente cambiando. La moglie Marie, l’assertiva figlia Karine e la sorella Mado saranno costrette ad affrontare i fantasmi del passato per superare le ostilità del presente.

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Algeri, il grido

Tra le strade di Algeri e le campagne cabile, tra i caffè di Tunisi e le spiagge di Capo Bon, il narratore esplora sé stesso alla ricerca della sua identità, delle sue parole, del suo grido. Algeri, il grido è un diario lirico per immagini, dove alle memorie della guerra fa da sottofondo il rap della casba, mentre le danze sfrenate nei cabaret raï e le proteste della cosiddetta primavera araba si uniscono in un unico affresco, intenso e struggente.

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