In queste nove storie, potenti e stranianti, Sadeq Hedayat dipinge l’umanità che anima le strade di Teheran – il droghiere, il macellaio, la sala da tè, il cambiavalute, l’imam, la corte del califfo – così come quella che s’incontra nei vicoli di Le Havre. Protagonista è un’anima solitaria e randagia alla deriva, in una esistenza che non le appartiene, alla ricerca di un senso ai torti subiti, alle lusinghe della vita da cui si sente irretita e respinta. Una narrazione seducente che trascina il lettore in un’atmosfera vertiginosa, a tratti grottesca, fosca, mescolando sapientemente la tradizione persiana con la cultura europea, soprattutto francese, con uno stile che coniuga surrealismo, oniricità e magia.
Questi racconti scritti nel corso di due decenni e tratti da diverse raccolte testimoniano nella loro eterogeneità e molteplicità di stili la ricchezza di interessi culturali e artistici di Sadeq Hedayat, il cui inesauribile talento narrativo viene celebrato qui dalla iranista e islamologa Anna Vanzan, che ha curato la scelta e la traduzione di questi racconti.