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Storia dell’immigrazione straniera in Italia. Dal 1945 ai nostri giorni

Per la prima volta si propone una ricostruzione storica dell’immigrazione straniera in Italia, a partire dal 1945. Ingressi, flussi, leggi, generazioni, lavori, conflitti e speranze si intrecciano con un ritmo sempre più incalzante fino ad arrivare ai nostri giorni. Il volume traccia la dimensione quantitativa del fenomeno nel corso del tempo e la sua evoluzione, il radicamento sul territorio, le politiche adottate per governarlo, le polemiche che ne sono scaturite, l’impatto che ha avuto sulla società.

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Papaya salad

Il romanzo grafico di esordio di Elisa Macellari è la storia della vita di suo prozio Sompong, che dalla Thailandia venne in Europa alla vigilia della Seconda guerra mondiale. Uomo mite e risoluto, alla ricerca del suo posto nel mondo, racconta la sua storia con la voce ferma e pacata di chi sa di essere stato al cospetto della Storia e di essere riuscito a navigarla per giungere alla propria destinazione. Elisa Macellari sintetizza, dopo anni di carriera da illustratrice, uno stile a fumetti consapevole dei due mondi che racconta, sia geografici che temporali, regalandoci un libro epico come il sussurro risoluto di una promessa solenne.

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Curdi

Il libro analizza la storia e la cultura dei curdi, a partire proprio da quel superamento di idea di nazione che il popolo senza stato, diviso da innumerevoli confini, ha dovuto interpretare nell’esperienza del confederalismo democratico.
Chi sono i curdi? Da dove arrivano? Dove vivono? I curdi esistono nella loro identità transnazionale, nonostante le loro divisioni interne dovute all’esistenza di clan e famiglie rivali, del patriarcato e di donne impegnate militarmente nella resistenza armata all’Isis, che aggiungono al superamento del sovranismo l’emancipazione femminile da una cultura fatta di montagne impenetrabili, fiumi che furono la culla della civiltà prima di essere imbrigliati in sistemi di dighe e fare da sfondo a impianti petroliferi.

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La stagione delle prugne

Agosto 1940. Il mondo è sconvolto dalla Seconda guerra mondiale. La Francia ha appena capitolato di fronte all’invasione della Germania nazista e il generale de Gaulle cerca di organizzare la Resistenza. Ma che ne sanno a Edéa di guerre mondiali e di generali, lì la vera novità è il cenacolo poetico di Pouka. I suoi accoliti formano la compagine più disparata che si possa immaginare, dal balbuziente Philothée al giovanissimo Bilong, che insieme alla poesia imparerà anche le delizie dell’amore. Eppure il padre di Pouka, il veggente M’bangue, alla guerra ci pensa eccome, tanto da uscirsene con una profezia che lascia tutti a bocca aperta: Hitler si è suicidato.

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Non legare il cuore

Il genero iraniano si concede un caffè e la suocera piemontese ne approfitta per prendere la neonata, salire nella cappella al primo piano della clinica e farla battezzare all’insaputa dei genitori. È l’evento che segna la vita di Farian, figlia di uno dei primi matrimoni misti degli anni Sessanta. Dalle sponde del Tanaro alle rive del Mar Caspio, dai monti Elborz alle colline del Monferrato, Farian cammina su un filo teso tra Oriente e Occidente, scoprendosi discendente dal Profeta Maometto secondo la tradizione sciita, sentendosi bollare come «bastarda» dal professore di religione.

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Non rivedrò più il mondo

Ahmet Altan è stato travolto dall’ondata di arresti che ha seguito, nel 2016, il fallito colpo di stato del 15 luglio contro Erdogan. Da allora è recluso in un carcere nei pressi di Istanbul. L’accusa a suo carico è di aver favoreggiato il golpe tramite «messaggi subliminali». Nel febbraio 2018 il suo processo-farsa si è concluso con un’atroce sentenza: ergastolo senza condizionale. Non rivedrò più il mondo è il messaggio che Altan lancia dalla sua cella: è un testo breve, che contiene molti universi.

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Come la ferita di una spada

Seconda metà dell’Ottocento: nell’Impero ottomano declinante, sconvolto da conflitti etnici e spinte moderniste, la giovanissima Mehpare Hanim, donna di straordinaria bellezza, viene presa in moglie da Sheyh Efendi, uomo religioso e tormentato dai sensi di colpa che il forte richiamo della sensualità gli fa germogliare nel cuore. Gli stessi che, dopo un anno e mezzo, lo spingeranno a ripudiare Mehpare, e a condannarla alla triste nomea di donna-strega, perturbatrice del tradizionale primato maschile.

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Preghiera del mare

Mio caro Marwan… È l’inizio della lettera che un padre scrive al suo bambino, di notte, su una spiaggia buia, con persone che parlano “lingue che non conosciamo”. I ricordi di un passato fatto di semplici sicurezze, la fattoria dei nonni, i campi costellati di papaveri, le passeggiate nelle strade di Homs si mescolano a un futuro incerto, alla ricerca di una nuova casa, dove “nessuno ci ha invitato”, dove chi la abita ci ha detto di “portare altrove le nostre disgrazie”.

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Dall’Hindu Kush alle Alpi. Viaggio di un giovane afghano verso la libertà

È nato in una città devastata da una guerra infinita, dove ogni minuto potrebbe essere l’ultimo. Ha respirato – a ogni attentato, a ogni bombardamento – inquietudine e paura. E un giorno, come migliaia di altri giovani dell’Afghanistan, ha deciso di partire. Affidando soldi e speranze a quella rete di mercanti di uomini che assicura ai migranti un illusorio “viaggio tranquillo”.

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Sangue giusto

Roma, agosto 2010. In un vecchio palazzo senza ascensore, Ilaria sale con fatica i sei piani che la separano dal suo appartamento. Vorrebbe solo chiudersi in casa, dimenticare il traffico e l’afa, ma ad attenderla in cima trova una sorpresa: un ragazzo con la pelle nera e le gambe lunghe, che le mostra un passaporto. «Mi chiamo Shimeta Ietmgeta Attilaprofeti» le dice, «e tu sei mia zia.» 

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Destinazione libertà

Lily, bambina creativa e spensierata, si affaccia alla vita con l’ottimismo e le speranze tipiche di un’infanzia serena. Studia e colora, sogna e socializza, amata e circondata da un ambiente familiare ricco di affetto e valori. Non sa che grossi nuvoloni neri si stanno addensando sul suo amato Paese. Una guerra assurda, sanguinaria e disumana la strapperà dai suoi affetti e dalle sue radici. È l’inizio di un’odissea. Un girovagare alla ricerca esasperata di un angolo di mondo in cui sentirsi, finalmente, al sicuro. È il viaggio di ognuno di noi verso un luogo da poter chiamare casa, verso una dimensione di significatività e realizzazione.

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Allah, la Siria, Bashar e basta?

Il racconto inizia nel 1997, primo dei 14 anni di vita siriana dell’autore. Il lettore viaggia di tenda in tenda nelle più remote aree del paese, entra a stretto contatto con le storie dei diversi gruppi tribali che rappresentano una chiave di lettura necessaria su cui tesse la storia passata e recente della Siria. I racconti di vita a Damasco, Aleppo, Homs, Dayr al-Zawr, Raqqa o Palmira, città nelle quali l’autore ritorna dai suoi viaggi tra le tribù, ampliano l’intento divulgativo e ci consentono di addentrare nei ricordi, quali la caccia al falco assieme a un anziano beduino o la partecipazione ad un matrimonio tribale.

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Iran, 1979. La Rivoluzione, la Repubblica islamica, la guerra con l’Iraq

La storia dell’Iran non comincia certo nel 1979, ma la rivoluzione, con il suo prezzo altissimo di sangue e di verità, con le lacerazioni insanabili e con le ferite solo in parte ricomposte, è ormai una parte fondamentale, imprescindibile della storia e dell’identità del Paese. Non può e non deve essere assolutamente considerata una “parentesi storica” (come Benedetto Croce definisce il fascismo per l’Italia), o un “incidente di percorso” lungo la strada che porterà forse un giorno a una democrazia liberale di stampo occidentale.

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Pallidi segni di quiete

Pallidi segni di quiete raccoglie i più bei racconti di Adania Shibli, la giovane scrittrice palestinese. La narratrice conferma nei racconti il suo grande talento, aggredendo la pagina con una secchezza descrittiva che turba e affascina. Calando l’asciutta enunciazione di minuti fatti quotidiani in un’atmosfera oscillante tra stupore e sgomento, Adania Shibli consegna al lettore un mondo drammaticamente incomprensibile. Da Senza rami a Necrologio di un bravo professore del quartiere armeno a Pallidi segni di quiete, che dà il titolo alla raccolta, è un incessante succedersi di finestre che si spalancano su un universo bello e terribile, fissato da occhi inermi e spietati.

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Dove mi trovo

Sgomento ed esuberanza, radicamento ed estraneità: i temi di Jhumpa Lahiri in questo libro raggiungono un vertice. La donna al centro della storia oscilla tra immobilità e movimento, tra la ricerca di identificazione con un luogo e il rifiuto, allo stesso tempo, di creare legami permanenti. La città in cui abita, e che la incanta, è lo sfondo vivo delle sue giornate, quasi un interlocutore privilegiato: i marciapiedi intorno a casa, i giardini, i ponti, le piazze, le strade, i negozi, i bar, la piscina che la accoglie e le stazioni che ogni tanto la portano più lontano, a trovare la madre, immersa in una solitudine senza rimedio dopo la morte precoce del padre.

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Un popolo di roccia e vento

Teheran, 1978. Nahid conosce Masood la sera in cui viene ammessa all’università di Medicina. Entrambi diciottenni, hanno nelle vene il fuoco della passione e della giovinezza, di chi si sente invincibile perché è certo di essere nel giusto. La rivoluzione li infiamma e li scuote come una pioggia di stelle. Di giorno studiano, di notte sgattaiolano per strada a distribuire volantini, discutono di libertà e democrazia, e si battono per rovesciare il regime dello Shah. Sanno di rischiare la vita, ma si sentono immortali: gli iraniani sono una stirpe di roccia costretta a vivere nel sottosuolo, ma è arrivato il momento di liberarsi dal giogo. Finché, una sera, Nahid permette alla sorella minore di accompagnarla a una manifestazione.

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Neppure il silenzio è più tuo

Nell’agosto 2016, proprio a seguito della sua attività di scrittrice, Aslı Erdoğan è stata arrestata e ha trascorso 136 giorni nella prigione di Bakırköy. Il suo unico delitto: aver osato rivendicare dalle colonne di un giornale pro-curdo la libertà di opinione e di denuncia degli orrori del governo. Neppure il silenzio è più tuo raccoglie alcune delle sue pagine più belle nelle quali la scrittrice e giornalista diventa emblema della resistenza femminile e grida gli ideali che animano la propria lotta intellettuale e assoluta. Nella speranza che quest’opera possa davvero sgretolare il silenzio, almeno là dove le sue parole hanno ancora diritto di cittadinanza.

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I cani romantici

I cani romantici è il secondo volume di poesie di Roberto Bolaño, dopo il successo di Tre: entriamo in un mondo popolato da detective e poeti, in cui Barcellona e Città del  Messico appaiono come poli opposti e sempre coesistenti nell’immaginario dell’autore. Tanto poetica è la prosa di Bolaño, quanto narrativa è la sua poesia, in una commistione di generi che punta a un unico obiettivo: la parodia dei generi stessi a favore di un’immaginazione che è insieme quotidiana e visionaria.

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Una frase, un rigo appena

Juan Carlos Etchepare è un uomo bellissimo. Intorno a  questo  dongiovanni di provincia si intrecciano le vicende di un universo femminile che frequenta i cinema, ascolta gli sceneggiati radiofonici e le canzonette alla moda per trovare la stessa musica nella vita reale. In questo romanzo Manuel Puig fa ciò che sa fare meglio: registrare frammenti di vita che tendono a passare inosservati, raccontando la provincia argentina degli anni Trenta e regalandoci una storia dal sapore universale.

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Storie di alberi e bonsai

Due narrazioni parallele, ricche di sorprese e di enigmatici contatti, due romanzi brevi pubblicati assieme per la prima volta, compongono questo volume. Nel primo, La vita privata degli alberi, inedito in Italia, una moglie è uscita per una lezione di disegno e il marito è solo in casa con la figlia di lei di otto anni, che ama come fosse propria. Lui le racconta storie di sua invenzione su alberi capaci di parlare, e lei ascoltandolo alla fine si addormenta. Le ore passano ma la moglie non torna. Si ripercorre la loro storia, lei aspirante artista, poi pasticciera a domicilio, prima e dopo la nascita della bimba; lui professore e scrittore della domenica, uno smilzo romanzo concluso da poco su un giovane che cura un bonsai, e alle spalle una relazione con una donna che è stata sul punto di diventare sua nemica.

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