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Semi di tè

Sullo sfondo dei mesi più terribili in Italia della pandemia di COVID-19 nel 2020, il libro narra le esperienze di sinoitaliani nell’affrontare l’emergenza. Tra fatti quotidiani ed eventi tragici, l’autrice Lala Hu intreccia le storie di solidarietà di persone tanto diverse (un attore, un medico, un intellettuale, una volontaria) quanto legate fra loro dall'appartenenza a due culture, presentando uno spaccato variegato e poco conforme agli stereotipi.

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La casa del dolore altrui

All’inizio del XX secolo, sulla soglia della modernità e del progresso, una vicenda scuote la storia del Messico: tra il 13 e il 15 maggio del 1911, nella convulsa congiuntura che segue lo scoppio della Rivoluzione, parte della comunità cinese di La Laguna viene massacrata, in modo violento e arbitrario, dalle truppe degli insorti e da comuni abitanti della cittadina di Torreón, convertiti in turba incontrollata. Si tratta della più grande strage di orientali nel continente americano, una mattanza seguita prima da negazione e calunnia, e poi da minimizzazione e disprezzo, simboli di una xenofobia dilagante, indifferente alla barbarie.

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Kentuki

Buenos Aires, interno giorno. Ma anche Zagabria, Pechino, Tel Aviv, Oaxaca: il fenomeno si diffonde in fretta, in ogni angolo del pianeta, giorno e notte. Si chiamano kentuki: tutti ne parlano, tutti desiderano avere o essere un kentuki. Topo, corvo, drago, coniglio: all’apparenza innocui e adorabili peluche che vagano per il salotto di casa, in realtà robottini con telecamere al posto degli occhi e rotelle ai piedi, collegati casualmente a un utente anonimo che potrebbe essere dovunque. Di innocuo, in effetti, hanno ben poco: scrutano, sbirciano, si muovono dentro la vita di un’altra persona.

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Nessun amico se non le montagne

Ilam, Kurdistan iraniano. Dopo le intimidazioni e l’arresto di alcuni giornalisti, Behrouz Boochani raggiunge clandestinamente l’Indonesia e da lì l’Australia, dove vuole chiedere lo status di rifugiato politico. Intercettato dalle forze militari australiane, viene confinato nel centro di detenzione per immigrati irregolari di Manus Island in Papua Nuova Guinea. Qui ha iniziato un’intensa campagna di denuncia della politica anti-migratoria e delle umiliazioni cui vengono sottoposti i rifugiati: articoli, documentari e questo libro, digitato in farsi su un cellulare e mandato a Omid Tofighian che lo ha tradotto in inglese.

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L’illuminazione del susino selvatico

Iran 1979. La famiglia di Bahar, un’eccentrica dinastia di mistici, poeti e filosofi, fugge da Teheran allo scoppio della Rivoluzione. Segnata da un terribile lutto – a raccontare la storia è il fantasma di Bahar stessa, arsa viva in un rogo in una sommossa –, si rifugia tra i boschi del Mazandaran, lontano da uomini e strade. Lo sperduto villaggio di Razan, immacolato e selvaggio, li accoglie all’ombra delle sue foreste millenarie, popolate da spettri e prodigi, vecchie leggende, le rovine di un antico tempio zoroastriano.

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Mio zio Napoleone

In un caldo giorno d’estate, precisamente il 13 di agosto alle tre meno un quarto del pomeriggio, scoprii di essermi innamorato.” Tutto comincia da un amore, dunque, l’amore che un ragazzo di tredici anni scopre all’improvviso di provare per la dolcen cugina Leili. Ed è l’Iran il teatro di questo sentimento, negli anni della seconda guerra mondiale e nel pieno dell’influenza che gli inglesi esercitano nel paese. Peccato che Leili sia promessa a un altro cugino e, ancor più grave, è la figlia di un vecchio zio che millantando un passato da patriota combattente si è guadagnato il soprannome di “Caro Zio Napoleone”.

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Sull’amore e altre cose

Tornare ad Ahvaz o rimanere a Tehran? Dopo la laurea il giovane Hany non ha un dubbio. Tanti soldi, ottimo cibo e belle ragazze, queste sono le sue priorità e tanto gli basta per far pendere l'ago della bilancia verso la realtà cosmopolita della capitale. Qui però la vita non è facile, per potersi mantenere deve accontentarsi di quel poco che guadagna dando lezioni di fisica, e una volta lasciato il dormitorio dell'università l'unica possibilità che gli resta è dividere una cantina con due ragazzi, Karim Giogiò e Morad Sormè.

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L’epoca dei tatuaggi

Cina del sud, metà degli anni ‘70, i ragazzini di via Xiangchunshu cercano disperatamente di emergere dalle difficoltà della vita quotidiana che affrontano nella quasi completa assenza degli adulti. Attraverso le loro storie, intrise di violenza e brutalità, Su Tong trasporta il lettore negli anni terribili della Rivoluzione culturale che, sebbene mai menzionata, rimane la ragione implicita del crollo dei codici morali di un’intera generazione. Cinque splendidi racconti inediti di uno dei più importanti scrittori cinesi contemporanei presentati per la prima volta in una raccolta: L'epoca dei tatuaggi, I fratelli Shu, Banda autonoma, La scena del crimine, Diario di agosto.

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La morte di Vivek

Una madre trova il corpo del figlio davanti alla porta di casa. Vivek è morto, il giorno dell’incendio al mercato. Al collo non ha più il ciondolo che portava sempre; è nudo e dalla testa, ornata da capelli che qualcuno giudicava troppo lunghi per un uomo, stillano fiotti di sangue. Cosa gli è accaduto? Chi l’ha trascinato fino a lì? Il dolore atroce e il desiderio di scoprire la verità conducono la madre alla consapevolezza di non aver mai conosciuto fino in fondo suo figlio. Vivek ha sofferto, ha scontato la sua diversità, ma ha trovato comprensione tra le braccia di alcune amiche e del cugino, unici a custodire il segreto della sua morte.

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La nostra Siria grande come il mondo

Mohamed e Shady Hamadi, un padre e un figlio, due storie diverse legate da una terra: la Siria. Per uno, luogo dell’infanzia e della giovinezza da cui fuggire, per l’altro, luogo della scoperta e della memoria a cui ‘tornare’. In questo libro due generazioni si parlano e raccontano, riscoprendo un dialogo che non sempre è stato facile: diversi i percorsi, le ansia, le aspirazioni. Avventurosa e sorprendente la vita di Mohamed che per molto tempo ha nascosto al figlio ciò che ha subito nelle carceri siriane, riflessiva e impegnata quella di Shady.

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Le guerre delle donne

L’abito bianco di Hope che cancella la sua schiavitù. Gli occhi allungati di Agnèse che fendono le tenebre di un conflitto cruento. Il grido di Lucy che abbatte l’omertà su un crimine di Stato. Trenta donne. Trenta voci dall’Africa al Brasile fino all’Europa, unite nel dire no alle ingiustizie e alla violenza. In un intreccio di reportage giornalistico e colloquio intimo, le loro storie toccano i nodi più cruciali dei diritti femminili violati, regalandoci ritratti profondamente rivoluzionari e indimenticabili.

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Toya

Il giovane medico Yussef è un uomo diviso a metà. A metà perché il padre, un egiziano che non si è ancora arreso alla morte di Nasser, lo vorrebbe in patria per aiutare il suo popolo, mentre la madre inglese lo preferirebbe a Londra insieme a lei. A metà perché lui stesso è combattuto tra l’ambizione di aprire una clinica per ricchi signori al Cairo e il desiderio di trovare una cura alla lebbra che affligge il continente africano.

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L’unica persona nera nella stanza

La razza è un concetto difficile da cogliere, pur non avendo fondamenti biologici produce grossi effetti nei rapporti sociali, professionali e sentimentali. La razza in Italia non si palesa fino a quando tu non sei l’unica persona nera in una stanza di bianchi. E quell’unica persona è Bellamy, Mike, Blessy, David... una moltitudine in parte sommersa, sotterranea. Quell’unica persona è chi si è sentito dire troppe volte che «gli italiani neri non esistono»: lo gridano negli stadi, lo dice certa politica, sembrano confermarlo le serie tv, la letteratura, i media.

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Kanthapura

L’opera di Raja Rao costituisce un grande affresco del mondo e della vita dell’India. Questo romanzo, in particolare, ambientato nel villaggio di Kanthapura, nel sud del paese, racconta del modo in cui le idee di Gandhi e la sua lotta per l’indipendenza siano state recepite in un piccolo villaggio radicato nella cultura tradizionale. Lo scontro drammatico delle culture viene presentato attraverso due figure, quella di Young Moorthy, sostenitore delle nuove idee, e la voce narrante, quella di una donna, profonda conoscitrice delle leggende e delle tradizioni locali.

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Il fantasma del tamarindo

Subramanian Shankar racconta uno dei periodi più tumultuosi e tragici dell'India attraverso una storia d'amore. A Paavalampatti, un piccolo villaggio nel Tamil Nadu, la vita del giovane bramino Ramu cambia inaspettatamente il giorno in cui scopre sotto un albero di tamarindo il cadavere sgozzato di Murugappa, un uomo che per anni è stato al servizio della sua famiglia. A seguito dell'episodio, Ramu conosce la figlia di Murugappa, Ponni, che ha la sua stessa età e che condivide con lui l'amore per la lettura e per lo studio. Nonostante le differenze sociali (Ponni, come il padre, appartiene alla casta degli "intoccabili"), Ramu s'innamora di lei.

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L’affronto

Sarah, bella signora di una famiglia ricca e potente del regno del Marocco, è stata violentata nella sua villa a Tangeri. Quella notte, Driss, il marito, era assente. È un funzionario di polizia di umili origini che ha fatto carriera grazie alla protezione del suocero. Le indagini, secondo un costume consolidato, si avviano in modo inerte; il vicecommissario di turno se la prende con un disgraziato qualunque, preoccupandosi soprattutto di salvaguardare se stesso. Finché Driss non prende in mano il caso e lo porta avanti in modo nevrotico. Circondato dall’invidia, non troppo sotterranea, dei colleghi, spinto da un sentimento diviso tra l’amore e la vendetta d’onore, arriva a lambire gli ambienti più privilegiati.

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Il giorno del giudizio

Nato in un paesino di montagna, in un mondo arabo volutamente imprecisato, il quarantenne protagonista di questo romanzo ha compiuto gli studi tradizionali degli uomini di religione, scienze del Corano e delle tradizioni profetiche, teologia, diritto, lingua e letteratura araba, per poi divenire impiegato nel ministero degli Affari Religiosi. Quando si trasferisce nella capitale per ricoprire il ruolo di imam, predicatore e insegnante di una importante e decisiva moschea, l'incontro con una giovane donna cambia radicalmente la sua vita. Tra loro due nasce ben presto una grande amicizia, fondata sulla reciproca ammirazione per il grande poeta al-Mutanabb? e che a poco a poco assume i tratti dell'amore.

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Il pericolo di un’unica storia

"Quando rifiutiamo l’unica storia, quando ci rendiamo conto che non c’è mai un’unica storia per nessun luogo, riconquistiamo una sorta di paradiso". Cosí si esprime Chimamanda Ngozi Adichie in questo mirabile testo, che riprende la sua prima celebre conferenza TED del 2009. È un libro di estrema universalità e attualità. Riguarda il rischio che corriamo ogni volta che semplifichiamo, vedendo la realtà attraverso un unico punto di vista. Adichie racconta cosí come ha trovato la sua autentica voce culturale.

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Adab ‘arabi

Pagine di letteratura araba dagli inizi ai nostri giorni.
La vastissima produzione letteraria in lingua araba, in versi e in prosa, copre un periodo di tempo e un’area geografica d’impressionante ampiezza. Per la prima volta in lingua italiana questa antologia ne offre in forma rigorosa, ma accessibile a tutti, una visione d’insieme, non cioè limitata a un solo genere né a una determinata epoca. Partendo dal periodo pre-islamico e giungendo fino alla realtà degli Stati nazionali moderni, con attenzione alle dinamiche storiche interne a questo mondo e ai suoi rapporti con le civiltà circostanti, questo safari porterà il lettore a scoprire i maggiori autori e le opere più significative di una delle compagini linguistico-culturali più complesse e affascinanti della letteratura mondiale.

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Fascismo tropicale: il Brasile tra estrema destra e Covid-19

Fascismo tropicale racconta l'avanzare dell’estrema destra in Brasile, l’opera di convincimento delle fasce più deboli, indotte a consegnare la massima carica dello Stato a un uomo politico misogino, omofobo, razzista e anti ambientalista. L’arrivo della pandemia del COVID-19 ha messo in evidenza la totale l’incapacità di un governo composto da personaggi negazionisti, complottisti, difensori dell’immunità di gregge e dell’utilizzo del controverso medicinale clorochina come cura preventiva, di gestire un paese multietnico e disuguale.

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