Nata in un piccolo paese vicino Tianjin tre mesi prima del massacro di piazza Tienanmen del 4 giugno 1989, Karoline Kan ci racconta la sua storia, e la storia della sua generazione, stretta tra la politica autoritaria cinese, il boom economico e il rapidissimo sviluppo tecnologico. Karoline, trent’anni, rientra a pieno diritto nella generazione dei millennial, e da quel punto di vista ci rivela ciò che lei e tre generazioni della sua famiglia hanno vissuto sulla propria pelle. A partire dalla politica del figlio unico, in vigore fino al 2015 e che ebbe come risultato la scomparsa di un numero di bambine compreso tra i trenta e i sessanta milioni: Karoline è una secondogenita, per di più femmina, nata per estrema determinazione della madre che ha dovuto mettere in atto mille sotterfugi per sfuggire agli aborti imposti dal regime, rischiando di non farle ottenere il certificato di esistenza in vita e di condannarla tra le file degli «invisibili».
Karoline Kan
Karoline Kan ha collaborato con il «New York Times» scrivendo articoli sulla politica cinese e sulla vita dei millennial in Cina. Al momento lavora per il «China Dialogue». Sotto cieli rossi è il suo primo libro, grazie al quale si è aggiudicata il Young China Watcher of the Year 2019. Vive a Pechino.