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La morte del re dei serpenti

Nei racconti di Gu Hua cogliamo quell'impasto unico di magia e ironia, moderno e antico, politico e favoloso, che costituisce il maggiore interesse di questo libro, il primo forse in cui si racconta senza peli sulla lingua la Cina d'oggi.
Sorprenderà il lettore, il tono sarcastico, burlesco, arguto, con cui Gu Hua affronta le tempestose vicende della Rivoluzione culturale in una selvaggia regione montuosa infestata da serpenti velenosi, abitata da donne fiere e indipendenti, guaritori che curano con erbe e rimedi tradizionali, moderni dirigenti politici che si fanno prescrivere pozioni rivitalizzanti.
Il tutto narrato in uno stile inedito, un impasto di antichi proverbi, slogan rivoluzionari, lingua parlata e descrizioni poetiche dei meravigliosi paesaggi delle montagne Wujie.

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Una piccola città di nome Ibisco

Il personaggio centrale, al quale spetta il compito di mostrare gli errori compiuti durante la rivoluzione culturale, è un soldato dell' Elp (Esercito di Liberazione del Popolo): sceso dal Nord con la lunga marcia di Mao, si ferma in un piccolo villaggio fra i monti dell'Hunan.
Durante la rivoluzione culturale, quando il partito sembra aver perduto il senso della dignità umana, il soldato Gu Yanshan è l'unico a non perderla, così come il piccolo ospedale locale dell' Elp rimane un'oasi felice ed efficiente in una società che sta andando a rotoli.

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