Per la prima volta, con questo romanzo, cadono i veli e gli stereotipi dalla realtà della Cina Moderna.
Wang Meng ci mette direttamente a contatto con la vita quotidiana del suo paese: una scintillante e devastante verbosità mette in luce pieghe e anfratti della coscienza individuale e collettiva, malattie dell’anima e follie della società.
Il romanzo, ambientato a Pechino tra gli anni Trenta e i giorni nostri, si focalizza sugli anni dell’occupazione giapponese, seguendo la parabola del protagonista, Ni Wucheng, un “precursore”, un uomo assolutamente fuori posto nella società e nella sua famiglia, uno straordinario personaggio che, come tutte le grandi figure della letteratura, ha in sé le connotazioni tragicomiche della realtà umana.
Wang Meng
Wang Meng nasce a Pechino nel 1934. A causa di un racconto in cui criticava l’apparato burocratico del Partito Comunista Cinese, nel 1957 viene mandato a “rieducarsi” mediante il lavoro manuale nella remota provincia del Xinjiang.
Riabilitato nel 1979 e ripresa l’attività di scrittore, ricopre l’incarico di Ministro della Cultura dal 1986 fino al 1989, anno in cui rassegna le dimissioni alla vigilia dei fatti di Tian’anmen.
Le opere di Wang Meng, famose in Cina, sono state tradotte nei maggiori Paesi europei, oltre che in Giappone e Corea.
Volete mettere la zuppa agropiccante?
I racconti di questo volume rappresentano in chiave allegorica la vita sociale, economica e politica della Cina contemporanea.
Si tratta di storie tratteggiate con un umorismo che, pur essendo a volte carico di cinismo, si dimostra sempre ricco di umanità.
Wang Meng ci racconta di un paese in bilico tra mentalità feudale, burocrazia millenaria e nuove direttive politiche che intendono proiettarlo verso il Ventunesimo secolo. Per tentare di stare al passo coi tempi, l’individuo è costretto a mettersi perennemente in discussione e a scontrarsi con le istituzioni.
Si tratta di storie tratteggiate con un umorismo che, pur essendo a volte carico di cinismo, si dimostra sempre ricco di umanità.
Wang Meng ci racconta di un paese in bilico tra mentalità feudale, burocrazia millenaria e nuove direttive politiche che intendono proiettarlo verso il Ventunesimo secolo. Per tentare di stare al passo coi tempi, l’individuo è costretto a mettersi perennemente in discussione e a scontrarsi con le istituzioni.