In sintonia con le tendenze artistiche più radicali, la scrittrice Mian Mian rifiuta di “descrivere” gli altri: ognuno parla per sé ormai.
E proprio per questo che, leggendo le sue storie, tutte a sfondo autobiografico, abbiamo la sensazione che si stia parlando delle nostre vite, dei nostri tentativi d’amore, di sesso, di piacere perseguiti anche sprofondando nel dolore, nella certezza unica del proprio corpo e di ciò che gli capita, in una notte qualunque, in una lunga galleria di notti.
I racconti di Mian Mian si sviluppano in un ambiente rock urbano e notturno, fatto di bar discoteche e strade affollate, di amori laceranti, incontri sessuali tormentati, identità incerte, dove si consuma alcol e droghe e si ha sempre la sensazione che stia per mancare il respiro o che ci sia una cappa asfissiante appena dietro l’ostentata libertà dei comportamenti.
Mian Mian
Mian Mian nasce a Shanghai nel 1970. Comincia a scrivere nel 1995, a diciassette anni, dopo aver abbandonato gli studi per trasferirsi a Shenzhen, dove conosce la droga e una vita dissoluta.
La sua prima raccolta di racconti è stata pubblicata a Hong Kong nel 1997.
Ben presto la durezza delle esperienze narrate nei suoi libri le hanno creato la fama di scrittrice maledetta e ribelle, e i suoi personaggi sono diventati di moda, generando imitazioni.
Da qui la polemica che ha scosso la Cina letteraria, quando Mian Mian ha accusato di plagio l’ex amica Zhou Weihui.