In questi celebri racconti, Lu Xun rielabora in chiave satirica i miti e le tradizioni della Cina, senza risparmiare neppure i grandi filosofi e intellettuali dell’antichità come Confucio, Mozi e Laozi, dei quali mette alla berlina le debolezze e il distacco dalla realtà.
La sua satira si propone di portare alla luce i “difetti nazionali” della società cinese che antecede l’avvento di Mao (la corruzione, la grettezza di alcune usanze popolari, il contrasto fra l’interesse pubblico e quello privato).
Lu Xun
Lu Xun (pseudonimo di Zhou Shuren) nasce nel 1881 a Shaoxing, nel Zhejiang.
Dal 1901 al 1905 vive in Giappone, dove studia medicina. E proprio in Giappone, immerso nell’ambiente degli studiosi cinesi di Tokyo, viene a contatto con idee attivamente rivoluzionarie che, insieme alla lettura di classici (inglesi, francesi, russi), lo indirizzano verso la scelta definitiva della letteratura intesa come missione civile dello scrittore che si impegna per il riscatto del suo popolo.
Autore di racconti, di versi e di numerosissimi saggi, Lu Xun è fra i maggiori scrittori cinesi di questo secolo. Muore a Shanghai nel 1936.
Diario di un pazzo
Nella novella che dà il titolo al volume, la prima della letteratura cinese moderna scritta in lingua parlata e che nella struttura rivela la derivazione dal modello russo, viene criticata tutta la cultura tradizionale cinese come ipocrita e crudele.
Seguono altre novelle che contribuiscono a fornire al lettore una visione completa ma inusuale della variegata società cinese.
Seguono altre novelle che contribuiscono a fornire al lettore una visione completa ma inusuale della variegata società cinese.
Fiori del mattino raccolti la sera. Soliloqui
Manca abstrac
Erbe selvatiche
E' una raccolta di brevi testi riconducibili ai "sanwen" (scritture sparse, o scritture libere), uno dei numerosi generi minori della vastissima tradizione saggistica cinese.
Al confine fra la prosa e la lirica, essi sono un condensato di sperimentazione stilistica e linguistica, da parte di un autore che aveva talmente assimilato la tradizione da potersene fare gioco senza falsarla.
Al confine fra la prosa e la lirica, essi sono un condensato di sperimentazione stilistica e linguistica, da parte di un autore che aveva talmente assimilato la tradizione da potersene fare gioco senza falsarla.