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Il riso non cresce sugli alberi, ovvero la Cina in cucina

In Cina si mangia di tutto e a qualsiasi ora del giorno e della notte.
I cinesi dichiarano candidamente che il cibo è una delle poche gioie della vita, perciò lo prendono con serietà e la prima condizione per imparare come si mangia è di parlarne.
Dopo la lettura di questo libro, accompagnato da storielle e raccontini molto gustosi, l’anatra laccata della cucina imperiale per un’occasione importante, la ricetta dei gamberi ubriachi per una cenetta intima, la zuppa di germogli di bambù per un piatto sano e leggero, non avranno più segreti.

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Blu Cina

Shanghai, fine anni Trenta. Due giovani si conoscono e si innamorano. Dal loro amore nasce una bambina, ma la guerra mette fine all'idillio. Lui verrà internato in un campo di concentramento e nel 1945 tornerà in Italia, lei finirà per risposarsi. E la bambina?
Cresciuta da una tata adorata, educata in un collegio di suore, viene mandata in Italia per cercare il padre, che rivedrà un'unica volta, anni dopo.
È sola, e porta con sé i ricordi di una terra lontana, della sua grande famiglia cinese, i nonni e le zie dai nomi improbabili, i rituali diversi, i sapori e gli odori, così dissimili da quelli che ora la circondano. Una storia vera, più appassionante di un romanzo.

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Il sole del crepuscolo

Se la nonna cerca di ammazzarsi con l'insetticida, è già una brutta storia. Ma se oltretutto non ci riesce, e resta lì più morta che viva, le cose si complicano.
Ora è all’ospedale, e i suoi familiari devono decidere il da farsi: la nonna è anziana e malandata, l’importante è che non soffra. Poi, a pensarci bene, i suoi familiari hanno tutti qualcosa da guadagnare, se la vecchia toglie il disturbo.
Inizia così un girotondo di cinismo e rimorsi, in un crescendo di situazioni sempre più assurde e crudelmente comiche.
L'autore usa le piccole e grandi difficoltà della vita quotidiana per scatenare l’ilarità del lettore, per mettere a nudo la vera natura dei rapporti sociali e familiari e per smascherare alcuni degli aspetti meno piacevoli dell’animo umano.

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Editore:Garzanti

Anno:2001

Autore:Fang Fang

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Una canna da pesca per mio nonno

La visita al tempio in rovina da parte di due sposi in viaggio di nozze; un incidente stradale; il crampo che assale un nuotatore; la conversazione in un parco tra un ragazzo e una ragazza che si ritrovano dopo molti anni; l'acquisto di una canna da pesca che fa rinascere il mondo dell'infanzia: ogni racconto prende l'avvio da un'evocazione che fa nascere il sogno, la riflessione, il ricordo, espressi in una lingua limpida e cristallina, duttile, musicale, precisa ma allo stesso tempo letteraria e colloquiale.

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La montagna dell’Anima

"La Montagna dell'Anima" è l'opera monumentale che ha consacrato Gao Xingjian come uno dei maestri del nostro tempo.
È il racconto, in gran parte autobiografico, di un lungo viaggio nella Cina del sud-ovest, compiuto da uno scrittore perseguitato dal regime e al quale, per errore, è stato diagnosticato un cancro. Il viaggio è dunque l'occasione di un bilancio esistenziale e fonte inesauribile di nuove esperienze.
Il libro è al tempo stesso saggio enciclopedico sugli animali e le piante della foresta, sugli usi delle popolazioni tribali, sulla storia classica e contemporanea, riflessione politica sulla Cina comunista, ricerca filosofica, storia d'amore...

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Il libro di un uomo solo

E' la storia d'amore, tormentata e sensuale, tra un maturo intellettuale cinese in esilio e un'"ebrea fornita di un cervello tedesco e che parla cinese", Margarethe.
Ed è il sofferto racconto della vita in Cina durante la Rivoluzione culturale, l'epoca in cui i figli denunciavano i genitori, i vicini spiavano i vicini, gli artisti - come accadde a Gao - bruciavano i propri quadri e le proprie poesie.
"Perché tutto ciò?" chiede Margarethe. "Perché - spiega il protagonista - bisognava trovare dei nemici. Senza nemici, come avrebbe fatto il regime a esercitare la sua dittatura?".

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Neve d’agosto

Una raccolta di tutte le opere scritte da Gao Xingjian per il teatro: da “Segnali d'allarme” e “Fermata d'autobus” a “La fuga”, composta di getto in Francia dopo i fatti di piazza Tien'an Men, e a “Neve d'agosto”, in cui Gao si avvicina ai temi del buddhismo zen.

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La ballerina di Yangge

Ancora due affreschi della Cina di oggi e di ieri.
Un villaggio del Nord cinese, regione delle nevi e dei venti, dove la vita è regolata da tradizioni secolari e dove l'arrivo di una compagnia di ballo può rompere il delicato equilibrio della piccola comunità e scatenare passioni, amori, gelosie e invidie.
L'autrice ci guida in un particolare viaggio in compagnia di eroine di altri tempi, là dove il tempo sembra essersi fermato.

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Editore:Pisani

Anno:2004

Autore:Chi Zijian

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Ragazza di Pechino

Nel suo romanzo-confessione Chun Shu rivela il suo doloroso percorso esistenziale e il dramma di un'intera generazione alla disperata ricerca di nuovi valori.
Chun Shu comincia a frequentare i giovani musicisti nei locali dove suonano nuovi gruppi underground nella speranza di trovare in loro qualcuno con cui condividere emozioni e sentimenti che la facciano sentire viva.
Abbandona la scuola a quindici anni per entrare nella redazione di una rivista di musica, dove finalmente crede di aver trovato la libertà e l'indipendenza che desiderava.
Ma scopre che la vita è ancora insopportabile...

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Editore:Guanda

Anno:2003

Autore:Chun Shu

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Balzac e la piccola sarta cinese

Siamo nel 1971, in Cina. Luo e Ma sono due amici adolescenti, figli di intellettuali ritenuti reazionari dal governo e per questo spediti in un villaggio montano con lo scopo di essere "rieducati".
In principio il lavoro massacrante dei campi e l'ostilità della popolazione li emargina ma poi, grazie al loro amore per la letteratura e per i romanzi francesi "osceni", riusciranno a conquistare la fiducia di tutti.
Soprattutto quella della splendida figlia del sarto locale, che, vincendo la timidezza e l'ignoranza, vede nell'amicizia dei due giovani una via di scampo alla vita stretta dai confini del villaggio.

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Editore:Adelphi

Anno:2001

Autore:Dai Sijie

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Speranza fredda

Bei Dao è considerato il maggiore tra i poeti cinesi viventi. Speranza fredda presenta, accanto alla traduzione in italiano delle poesie, il testo cinese a fronte. I suoi versi sono percorsi da un profondo senso di morte e di annientamento, ma anche da un desiderio di verità che superi il rischio di nichilismo. La sua è una poesia di pensiero e di riflessione: egli sa creare una serie di sapienti distanze che proteggono la sua lingua poetica dal pathos, dall'impulso emotivo diretto.

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Muo e la vergine cinese

Qual è il maggior contributo che la Francia abbia dato alla civiltà? Muo, un cinese che studia psicoanalisi a Parigi, non ha dubbi: l'ideale cavalleresco.
Torna quindi in Cina per salvare la dama dei suoi sogni: la compagna di scuola, che di lui non ha mai voluto saperne, è stata arrestata per aver venduto foto proibite a un giornale straniero. Ma Muo non è Orlando: è uno iellato e la sua unica arma è una scienza alla quale i suoi connazionali non riconoscono alcun valore.
Sullo sfondo della Cina odierna, Muo è trascinato in una serie di avventure comiche dalle quali si rialza provato, ma sempre deciso a portare a termine la sua missione.

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Editore:Adelphi

Anno:2004

Autore:Dai Sijie

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Dialoghi in cielo

Can Xue rappresenta il limite estremo cui è giunta la letteratura cinese contemporanea. Nei suoi racconti raccolti in Dialoghi in cielo l’immenso corpo del realismo socialista viene polverizzato, svuotato di senso e ridotto a un mucchio di ceneri. Can Xue parte sempre da un’esperienza quotidiana - l’infanzia, l’amore, i rapporti familiari, la solitudine - e la dilata fino a mostrarcene il tessuto primordiale, inconscio, uno spettacolo indicibile che è forse l’estremo tentativo di ricomporre - attraverso la letteratura - l’immagine disgregata e mutilata del corpo materno.

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Tabacchiere

Il romanzo si svolge all'inizio del Novecento, alla vigilia del crollo dell'Impero cinese, ed è ambientato nel mondo artigiano della vecchia Pechino, assai caro allo scrittore.
In questo caso la perizia si esercita sulle tabacchiere, di giada, di porcellana, di lacca... Un'arte difficilissima e antica, legata all'uso del tabacco da fiuto, introdotto in Cina dal grande gesuita italiano Matteo Ricci.

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Le parole di Tianyi

Dopo essersi formato negli anni Trenta e Quaranta, in un paese squassato dalle guerre civili e dalla resistenza contro l'invasione giapponese, il pittore Tianyi vince una borsa di studio che lo porta nella capitale francese.
In patria non lascia solo la famiglia, ma anche Yumei, la ragazza di cui è innamorato, e il suo caro amico Haolang.
Quando scopre che Haolang è in un campo di rieducazione e la ragazza sta passando un perodo difficile, decide di ritornare in patria.

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Nell’eterno, l’amore

Siamo nella Cina del XVII secolo, la dinastia Ming è ormai in declino e l'ordine sociale è costantemente minacciato da insurrezioni e rivolte.
Dao-Sheng vive in un monastero taoista di alta montagna e sta per diventare monaco. Prima di prendere i voti però decide di intraprendere quello che sarà forse il suo ultimo viaggio.
Abbandona quel luogo di pace e sicurezza per tornare di nuovo tra gli uomini e ritrovare, a distanza di trent’anni, l'unica donna che abbia mai amato.

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Famiglia

Protagonisti di questa saga sono i tre fratelli Gao: Juexin, Juemin e Juehui. Juemin, innamorato della giovane Qin, abbandona la propria casa per sfuggire al matrimonio imposto dal padre. Ciò finirà col mettere gli altri due fratelli l'uno contro l'altro, costringendoli a scegliere se rispettare l'autorità paterna o la libertà del fratello. A fare da contraltare ai fratelli Gao ci sono le figure tragiche di tre donne: Mei, Mingfeng e Ruijue. Quest'ultima, felice nel suo matrimonio con Juexin, muore giovane di parto.

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Gelide notti

Gelide notti è la tragica e sommessa descrizione, giorno per giorno, del calvario di un uomo ammalato di tisi nella Cina miserevole che vive l’ultimo anno di guerra. Questo romanzo è il capolavoro della maturità di Ba Jin. Sullo sfondo la Cina martoriata, dove ogni evento, ogni gesto, ogni parola sono antieroici, semplici, quotidiani al punto che la banalità esalta e acuisce la tragedia ed è penosamente rivelatrice di una condizione umana universale e al tempo stesso specifica.
 

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