Io, Blu e Rosso
Simona è una donna che ha un desiderio comune a molti di noi: stare meglio. Non genericamente bene, o addirittura alla grande, semplicemente meglio di prima. Per far ciò ha deciso di farsi carico della salvezza di due adolescenti, simili e al contempo assai diversi. Li chiameremo per rispetto della privacy, o per mere esigenze narrative, rispettivamente Blu e Rosso.
Blu è una ragazza di diciassette anni che soffre di depressione ed è dedita ad atti di autolesionismo. Inoltre è sopravvissuta per miracolo al terzo tentativo di suicidio.
Rosso, della stessa età, è un giovane istrionico, logorroico e con tendenze narcisiste, il quale risulta indesiderabile per i compagni di scuola e ingestibile dagli insegnanti.
Simona incontra entrambi in diversi appuntamenti che osserviamo attraverso il susseguirsi dei discorsi e anche dei pensieri di ciascun protagonista. Dal canto suo, la nostra alterna l’impegno profuso nell’aiutare i due alle normali incombenze della vita familiare, tra il marito Carlo, bravo informatico ma meno nelle faccende casalinghe, e il figlio Mattia, bambino super intelligente, talvolta troppo.
Entriamo nel vivo del confronto tra Simona e i due ragazzi nel momento in cui appaiono anche i rispettivi genitori, i quali palesano sin dal primo secondo tutto il proprio malessere.
Con grande fatica e soprattutto investimento personale la protagonista di questa vicenda accompagna i suoi assistiti lungo il difficile viaggio verso la consapevolezza e approfondisce sempre di più le dinamiche nei due nuclei familiari sino a fare emergere ogni segreto.
Tra tutti quello che la lega indissolubilmente a ciascuno degli altri attori in scena. A tratti sarà doloroso, ma alla fine sarà stato giusto. Perché la verità, solo la verità è ciò che può condurci all’obiettivo che conti, come premesso all’inizio. Stare meglio di prima.