Raccolta poetica. Leggere, rileggere i versi di Cheikh Tidiane Gaye porta a riflettere sulla condizione di profonda ingiustizia che si vive perché la realtà è ancora tutta infestata di razzismo, di pregiudizio; né la storia ha ancora portato al pieno riscatto di tutte quelle popolazioni che per secoli sono state sottomesse, depauperate, deprivate della loro ricchezza. (Dalla prefazione di Raffaele Taddeo).
Cheikh Tidiane Gaye
Cheikh Tidiane Gaye, poeta e scrittore, nato a Thiès in Senegal, vive e lavora a Milano.
La scrittura è sempre stata la sua passione più o meno segreta, sbocciata in ambiente e lingua italiani con il libro Il giuramento (2001), seguito da Méry principessa albina (2005), e Il canto del djali (2007). Ha ottenuto significativi riconoscimenti letterari ed è presente sulla scena culturale italiana attraverso interventi, letture e performance poetiche che testimoniano una coerente partecipazione alla vita del suo nuovo paese. Nel 2003 partecipa al concorso Genova città della poesia europea, dove viene premiato per l’opera A mio padre Mandela.
Nel marzo dello stesso anno viene invitato a Roma per presentare alcuni scritti durante la manifestazione culturale Journées de la Francophonie, organizzata dalle ambasciate dei Paesi francofoni in Italia. Viene premiato al concorso di poesia Sulle orme di Ada Negri a Lodi e riceve una menzione speciale al IX Concorso Internazionale Trieste Scritture di Frontiera, il Premio Letterario internazionale dedicato ad Umberto Saba. Da sempre partecipa a diversi incontri sulle tematiche legate all’Africa, all’integrazione, all’intercultura e alla Letteratura della Migrazione.
Ode nascente edizioni dell’Arco,(2009) è la sua quarta pubblicazione.