Bibliografie
La vita riserva sempre qualcosa di buono, offre un’occasione in più quando meno la si aspetta, permette, a volte, di risanare una ferita, ricomporre un dolore, dire finalmente quella parola mai detta. Così a Rita capita di trovarsi, a causa di una malattia, in un luogo insolito per i suoi cinquant’anni, una casa di riposo, un mondo parallelo dove ogni giorno la sofferenza e la solitudine minano l’animo e il fisico di persone anziane, stanche, fiaccate dalla vita. Ma all’improvviso entrano dalle finestre buie dei raggi di sole: l’amicizia con un’operatrice permette a Rita di raccontarsi, di guardarsi dentro, di cambiare non solo la sua esistenza, ma anche quella di chi la ascolta;
Due volte
Due vivacissimi gemelli rasta crescono in un istituto di suore nell’Italia degli anni Ottanta aspettando invano che il padre esca di prigione. Cercano il cuore nero, l’illuminazione, aiutati dalla marijuana, come insegnato dal papà. Mentre uno dei due, David, è attratto dalla promessa cattolica della vita eterna, il gemello Daniel ama teneramente Agata, una bambina che è stata stuprata dallo zio. “Come, sputata?” si chiede Daniel, che non capisce il significato della violenza, “lo zio l’ha sputata?”.
Attorno a loro si muove un mondo di personaggi che riflette i mali e le speranze dell’Italia: Pasquale, giovane camorrista in nuce, violento ma sognatore, Giò Giò il piagnone, le ragazze madri, le zingare, le suore e le insegnanti.
Attorno a loro si muove un mondo di personaggi che riflette i mali e le speranze dell’Italia: Pasquale, giovane camorrista in nuce, violento ma sognatore, Giò Giò il piagnone, le ragazze madri, le zingare, le suore e le insegnanti.
Il bacio della Sfinge
Perchè un turista arriva a Capo Verde pieno di pregiudizi? Forse non conosce questa terra e non conosce l'Africa, allora è bene raccontargliela prima ondeggiando tra fantasia e realtà! Ecco che il Bacio della Sfinge diventa un'occasione per raccontare il mondo capoverdiano dentro e fuori l'Arcipelago, da diversi punti di vista: quello fantasy dove un pirata cerca di salvare una forchetta dall'annegamento; quello reale dove una giovane immigrata, appena arrivata in Italia, si nutre di tè e biscotti perchè non riesce a mangiare "italiano"; quello sportivo dove un gruppo di giovani della seconda generazione compie l'impresa storica di vincere un'importante torneo di calcio; quello fiabesco fatto di animali parlanti, di aereo-tram volanti e di un regno fatto di "bionde bollicine".
Al di là del caos. Cosa rimane dopo Srebenica
Dopo l'inattesa sentenza della Corte di giustizia dell'Aja che solleva la Serbia da ogni responsabilità nel genocidio di Srebrenica, un diario di viaggio e di vita scritto da una ragazza nata e cresciuta nella ex enclave dove l'11 luglio 1995 si è consumato il genocidio dei cittadini d'origine musulmana.
E se Fuad avesse avuto la dinamite?
Un paesino sulla Drina, una minaccia terribile, gli echi di un genocidio, il tempo lungo e indefinito del dopoguerra bosniaco; un nipote e suo zio che si districano tra passato e presente, s’inoltrano nei terreni dei rancori famigliari, intrecciano guerra e amore, verità e dubbio, passeggiano attraverso le follie di un popolo inebetito, cristallizzato nell’incubo del conflitto.
Bon voyage
Da una delle voci più autentiche dei Balcani, due storie sullo sradicamento, sulla crisi di identità, sulla non appartenenza a nessun confine, a nessuna legge di guerra di un uomo contro un altro uomo. Nel primo racconto, che dà il titolo al libro, si narra di un mondo che corre veloce come il treno verso l'orizzonte, ignaro dei mutamenti che stanno avvenendo nella spirale del cieco progresso; in Il giardino australiano di Mr O'Brien , si racconta invece la storia di un uomo che cerca di sfuggire ai propri ricordi emigrando in un paese esotico e costruendosi una nuova identità. Ma non si finisce mai di fare i conti con il proprio passato... Un libro per riflettere sulle ragioni di una guerra dimenticata.
Verrà la vita e avrà i tuoi occhi
Due ragazze si conoscono durante un breve viaggio e scoprono d'avere in comune l'inquietudine, la curiosità, la passione, con cui si pongono davanti a un futuro tutto da plasmare. Due donne, due vite, una grande amicizia.
L’essenziale è invisibile agli occhi
La crisi di una donna quarantenne in cui molte donne si riconosceranno se è vero, come sostiene l'autrice, che oggi alla donna viene chiesto di essere tutto e il contrario di tutto e che da questa contraddizione deve nascere la ricerca di una strada di autorealizzazione. Il romanzo racconta prima la storia di un matrimonio fallito, si immerge quindi nelle atmosfere, sospese tra visione e realtà, di una spy story, infine diventa un viaggio, concreto e metaforico insieme, alla ricerca delle proprie origini.
Requiem per tre padri
Siamo a Praga, nell'inverno del 1969. La Cecoslovacchia, invasa ormai da un anno, ha ripreso la vita normale. L'autrice affronta il romanzo storico, anche se l'epoca è solo uno sfondo da cui emerge un conflitto psicologico tra madre e figlia. La prima è un'attrice che ha tradito i suoi ideali per continuare a recitare. La seconda, Nadia, è un'inquieta adolescente che trova nell'odio verso la madre una ragione di vita per la sua ansia di verità e ribellione.
Occhio a Pinocchio
In ascolto da centoventicinque anni e spazientito dalle infinite interpretazioni delle sue avventure, Pinocchio decide di raccontarle in prima persona, di svelare i retroscena della sua storia e la sua visione del mondo degli uomini, che lui attraversa in una sorta di odissea iniziatica.
Giorgio Manganelli scrisse che nella favola di Collodi ogni parola "nasconde altre innumerevoli parole". E forse il nuovo protagonista di questo racconto è proprio lei, la parola. Che illumina o devasta, fa sognare o annichilire, crea legami, vivifica e riscalda gli affetti, oppure genera avversioni e sopraffazioni, può essere fonte di equivoci e strumento di manipolazioni e inganni o potenziale di pensiero e di amore, risorsa inesauribile nella ricerca di una pienezza di vita.
Giorgio Manganelli scrisse che nella favola di Collodi ogni parola "nasconde altre innumerevoli parole". E forse il nuovo protagonista di questo racconto è proprio lei, la parola. Che illumina o devasta, fa sognare o annichilire, crea legami, vivifica e riscalda gli affetti, oppure genera avversioni e sopraffazioni, può essere fonte di equivoci e strumento di manipolazioni e inganni o potenziale di pensiero e di amore, risorsa inesauribile nella ricerca di una pienezza di vita.
I lupi della notte
Italia. Firenze. Anno 2015. Salè fa parte della squadra multietnica per la lotta al terrorismo. Ha abbandonato l'Algeria sconvolta dai conflitti interni e si è rifatto una vita in Italia. Gli capita di investigare sull'intricato caso di una catena di omicidi che si sono abbattuti sul quartiere arabo, mettendo in allarme il mondo politico e i vertici della sicurezza nazionale. E come nelle migliori avventure noir, nulla avviene per caso: nel corso delle indagini Salè si troverà a fare i conti con la violenza di un mondo che sperava di essersi lasciato alle spalle, quella del fondamentalismo islamico. Ma nemmeno loro, i lupi della notte, i fondamentalisti, ammazzano a caso. Cercano proprio lui. Lo hanno costretto a lasciare il suo paese, a separarsi dai fratelli, gli hanno preso la moglie e ora gli sono di nuovo addosso.
Divieto di soggiorno. L’Italia vista con gli occhi dei suoi immigrati
Rula Jebreal, giornalista di origini palestinesi, è un'immigrata oggi italiana. Trovandosi in equilibrio tra identità e mondi diversi, ha deciso, di affrontare il tema scottante dell'immigrazione. Lo fa in questo saggio, intervistando personaggi d'eccezione come Zeudi Araya, l'attrice eritrea divenuta una star del cinema italiano, il finanziere di origini tunisine Tarek Ben Ammar, il regista turco Ferzan Ozpetek;
Lingue e letterature in movimento. Scrittrici emergenti nel panorama letterario italiano contemporaneo. (a cura di Silvia Camilotti)
Il volume è a cura di Silvia Camilotti, dottoranda in Lingue, Culture e Comunicazione Interculturale presso il dipartimento SITLeC dell’Università di Bologna, con un progetto di ricerca che indaga il ruolo della letteratura nei processi di emancipazione delle popolazioni immigrate in Italia, in particolare delle donne. Il testo raccoglie contributi di docenti e scrittrici italiane, immigrate e figlie di immigrati sui temi dell’interculturalità della letteratura italiana, nelle sue espressioni più recenti e, a ritroso, fino a toccare autori del “canone” novecentesco.
Almagrab
Turbata dalla propria “diversità non voluta”, Leda Ed Aduac parte sulle orme invertite della madre che non ha mai conosciuto. Un viaggio attraverso lo specchio magico di Amalgrab, la parte occulta dell’anima: la scoperta della famiglia d’origine e della rivelazione del Sé attraverso gli archetipi dell’inconscio. La saga, popolata da personaggi bizzarri, ruota sul perno del Carnevale, l’illud tempus primordiale, intervallo paradossale in cui gli opposti coincidono.
Lo sguardo dell’altro. Antologia di scritture migranti
Questa antologia raccoglie una serie di racconti divertenti o "impegnati" di scrittori stranieri che hanno scelto di esprimersi in lingua italiana. Gli stranieri che vivono in Italia, che qui lavorano e scrivono e producono cultura, stanno componendo una biblioteca di letteratura nuova. Con la loro scrittura, con la loro poesia, con i loro italiani, questi scrittori stanno costruendo una nuova realtà, una realtà creola che non possiamo più ignorare.
Yalda
Yalda, una ragazza semplice che proviene da una famiglia benestante, convive con i sogni e i desideri propri delle adolescenti. Un giorno, però, al liceo incontra Nasim ed i sogni svaniscono. Nasim è una ragazza della sua stessa età che lotta contro la povertà e le ingiustizie delle leggi maschiliste della società nella quale vive.
L’amicizia con Nasim fa scoprire a Yalda la realtà di un mondo ingiusto e crudele, un mondo dove le donne sono costrette a sopportare il proprio dolore e a conviverci. Yalda vuole saperne di più ed inizia a fare amicizia con altre donne; le conseguenze delle sue scoperte sono sconvolgenti e commoventi nello stesso tempo.
L’amicizia con Nasim fa scoprire a Yalda la realtà di un mondo ingiusto e crudele, un mondo dove le donne sono costrette a sopportare il proprio dolore e a conviverci. Yalda vuole saperne di più ed inizia a fare amicizia con altre donne; le conseguenze delle sue scoperte sono sconvolgenti e commoventi nello stesso tempo.
Borgo farfalla
È un testo sperimentale-ingegneristico in cui l’autore crea forti tensioni semantiche che, repentinamente, si dissolvono dietro al fonema; c’è, in queste pagine, la paura del futuro, il quadro valoriale dell’eredità morale ed etica ricevuta nel paese di nascita e il sogno di quello che l’autore vorrebbe costruire hic et nunc; c’è la sofferenza, descritta anche con tinte ironiche, di chi arriva da lontano, con grande prostrazione, e non trova la dovuta accoglienza, il diritto d’asilo.
Oggi forse non ammazzo nessuno. Storie minime di una giovane musulmana stranamente non terrorista
I jinn (un esemplare illustre: quello che abitava nella lampada di Aladino) appartengono a un mondo che non è quello degli uomini né quello degli angeli. Stanno a metà, possono essere buoni o cattivi, certo sono curiosissimi. Jasmine è come un jinn: buona, ma spesso arrabbiata, perché nessuno la capisce. Non la sua migliore amica Amira, che dopo anni di fronte comune cede (cede?) a un matrimonio combinato. Non i genitori, perplessi come tutti i genitori del mondo davanti agli scatti ribelli di una ventenne in cerca di identità. Non i ragazzi musulmani come lei, che la vorrebbero più semplice, più tranquilla.
L’intervallo
E' la storia di Mario, l’eroe del terzo millennio. L’eletto non è un programmatore, bello e atletico, che schiva le pallottole e tanto meno un hobbit con i piedi grossi, puro di cuore e con un anello malefico nascosto nella tasca. Il prescelto è un uomo qualunque, uno come tanti. Solo qualcuno capace di vincere le proprie paure riuscendo a non fare pipì. Mario vive a Roma ed è un esperto viziato. La sua vita procede tranquilla, come un noioso film. Ed è proprio nell’intervallo di uno di questi, al cinema, abbandonando gli amici per andare al bagno, che il nostro verrà catapultato in un’avventura rocambolesca, della quale si ritroverà inaspettatamente eroe riconosciuto.
Peligòrga
Una silloge dal tono suggestivamente autobiografico, Peligorga gitana completa, nel significato di un percorso poetico iniziato nel gelido e inospitale inverno della dittatura albanese, e continuato, tra illusioni e disincanti, esaltazioni e sfinimenti, nell’esilio italiano. Questo ultimo lavoro di Hajdari salva dalla disperazione tutti questi momenti e li tesse in un'unica tramatura narrativa dove la disperazione del passato, la difficoltà delll’esistenza, il dolore della distanza vengono superati e convogliati nella rinnovata fiducia nella parola poetica, di cui viene ritrovata e celebrata l’energia rigenerante e fecondatrice.