Nel 1528 un pugno di spagnoli, scampati a una spedizione nata sotto una cattiva stella, approda sul litorale del Golfo del Messico. Uno di questi è Nuñez Cabeza de Vaca.
Nel corso di otto anni egli guiderà attraverso l'intero continente altri due spagnoli e un moro in un viaggio di inauditi patimenti che si rivelerà, alla fine, un itinerario salvifico. Piegati da una natura inclemente, ridotti dagli indiani a bestie da soma, perverranno alla più totale nudità interiore e scopriranno in sé un nuovo potere, che ci porta a dare pur non avendo più nulla da dare.
Di tutto questo Cabeza de Vaca scrisse una relazione al suo re. Di non facile reperimento.
Alvar Nuñez Cabeza de Vaca
Nato a Jérez-de-la-Frontera nel c1495. Al seguito di una spedizione in Florida comandata da Panfilo de Narváez nel 1527-28, fu catturato presso la foce del Mississippi dagli indigeni americani che lo tennero prigioniero per sei anni risparmiandogli la vita grazie alle sue conoscenze in campo medico. Morì a Sevilla nel 1557.