Brasile
Il crimine del buon nazista
L’amore è un fiume
Resta solo il fuoco
Oscura foresta
L’amore degli uomini soli
Occhi d’acqua
Un viaggio per racconti nel cuore della comunità afrobrasiliana, con storie che partono dal tessuto urbano della favela e si intersecano tra povertà e violenza urbana, sulla corda tesa tra la vita e la morte. Un’opera che dà corpo alla peculiare escrevivência, concetto coniato dall’autrice per descrivere il fitto intreccio tra scrittura e vissuto, non solo individuale ma comunitario, e ancorato alla storia del popolo a cui appartiene. Racconti fatti di infanzia, vita adulta, mascolinità Nera anche se il vero protagonista dell’opera è l’universo variegato della donna Nera.
Piccolo manuale antirazzista e femminista
Lasci la stanza com’è
Ogni racconto di questa raccolta apre per il lettore un ventaglio di interpretazioni potenzialmente infinito, gli elementi ricorrenti diventano indizi da seguire per giungere ogni volta ad una soluzione nuova. Il realismo quasi soffocante dei primi racconti lascia pian piano posto ad elementi sempre meno contestualizzabili, fino a sfociare apertamente nella narrazione onirica, in un continuo crescendo di kafkiana surrealtà. Così ci troviamo catapultati in un mondo in cui gli uomini vivono con un animale totem aggrappato alle spalle e in cui le planimetrie di città e case mutano continuamente.
Le passioni e i legami
"C'è un universo all'orlo del collasso e pronto a liquefarsi [...]. Lo sguardo di Lispector coglie l'incongruenza delle cose che sono e la volgarità dei nessi che le tengono insieme. Uno sguardo che tenta di lacerare la pellicola opaca dei gesti degli uomini per carpirne il segreto più intimo: quel segreto che sappia dare senso al tutto insensato che ci circonda e che chiamiamo vivere." (Antonio Tabucchi). Questo volume, il cui titolo vuole sintetizzare il "mondo" di Clarice Lispector, contiene le seguenti opere: "Legami familiari", "La mela nel buio", "La passione secondo G.H.", "Un apprendistato o Il libro dei piaceri", "La passione del corpo", "L'ora della stella".
Vicino al cuore selvaggio
Tutto in Jona affiora da "percezioni troppo organiche per essere formulate in pensieri", come in una Virginia Woolf amazzonica, arruffata e vagamente stregonesca. La sua storia è il silenzioso ruotare di un prisma che guida la luce "vicino al cuore selvaggio della vita". Questo romanzo è il libro d'esordio di Clarice Lispector.
Acqua viva
«Da un mistero è venuta, verso un altro è partita. / Restiamo ignari dell'essenza del mistero» scrive Drummond de Andrade di Clarice Lispector. Ed è proprio in un misterioso universo personale – un universo labirintico e lacerato – che il lettore viene come risucchiato dalla voce, visceralmente femminile, che in queste pagine tenta di dire l'indicibile, di entrare in contatto «con l'invisibile nucleo della realtà». Attraverso uno sregolato, impetuoso flusso di coscienza la Lispector ci fa percepire, in modo quasi fisico, impressioni e visioni di travolgente intensità, usando una lingua che sembra inventare continuamente se stessa, il cui fascino risiede nella sua stranezza e le cui ferite sono il suo punto di forza.
I draghi non conoscono il paradiso
Single occupati di giorno nelle attività del terziario avanzato e appollaiati di notte sopra megalopoli nei loro microappartamenti - tra libri, dischi e amori distanti - che restano incerti tra prepararsi un sushi o farla finita, disingannati e stanchi vacanzieri che si incontrano, e si sfiorano nei "loro bungalow a cinque stelle e antenna parabolica", adolescenti che scoprono con fascino e paura la bellezza che li attende, donne di quasi quarant'anni, con la loro "indissimulabile stanchezza", che scoprono il sesso feroce nella notte del venerdì santo.
Tempo di spargere pietre
Shakespeare sotto il sole dell’Equatore. Come in Romeo e Giulietta, Rodrigo e Ximena, figli di nemici giurati, sono attratti da una passione senza scampo. Qui però ci troviamo in un Brasile scabro e primitivo, quello del garimpo fotografato da Salgado, dove uomini in miseria perforano la roccia alla ricerca di diamanti, inseguendo un sogno di ricchezza che sfiora il delirio. Al punto che, quando la terra si esaurisce, non resta che scavare all’interno delle proprie case.
Una storia d’amore
Come dev'essere una festa? Chi mai potrebbe dirlo. Una festa vera non ha uno spazio, sconfina nella vita della gente. Per un fatto stupefacente, creature inoffensive e vulnerabili erano venute da lontano in quel luogo, neppure una fazenda, tra il Fiume e la Serra dei Gerais. E la festa si disperdeva nell'incalzante meraviglia dei loro racconti. Nell'universo mitico di Guimarães Rosa si delinea un altro suggestivo personaggio, Manuelzone, grande protagonista di "Una storia d'amore", quasi sessant'anni, quasi benestante: è lui che ha organizzato la festa ricca di cose e di persone. Manuelzone sapeva di essere arrivato a poggiare su qualcosa di nuovo, che lo faceva sconfinare in mezzo ai sogni della gente, dentro le sterminate storie del sertao, permettendogli la memoria. E la memoria gli aveva portato la fiducia nel meglio.
Tutameia. Terze storie
Tutameia. Terze storie è un insieme di brevi testi che esalta le caratteristiche più peculiari e affascinanti della scrittura di Guimaraes Rosa in un genere distante dalle lunghe narrazioni con cui si è soliti identificare l'autore di "Grande Sertao". Un'infinità di personaggi e approcci letterari, di immagini, luoghi, percezioni: donne che per raffreddare l'ardore dei compagni somministrano droghe e poi con aria virginale inducono alla lussuria, assassinii, amori e gioie sullo sfondo di miserie e ricchezze che non hanno nulla a che fare con il denaro.
Santa Barbara dei fulmini
Questo apologo allegro e scanzonato ha per protagonista la stravagante figura di una santa munita, secondo la tradizione, di un mazzetto di fulmini: santa Barbara. Un bel giorno la sua statua viene fatta trasportare dal Reconcavo a Bahia per una esposizione d'arte sacra. Ma già durante il breve viaggio, su un peschereccio, la statua comincia a dar segni di irrequietezza: per rimettere a posto alcune situazioni che non le vanno a genio, al momento dell'attracco prende vita e, assunto l'aspetto di Yansà, signora dell'uragano e della guerra, se ne va in giro per le strade, seminando panico e raccogliendo reverenti omaggi.
Bahia
Bahia è un libro pieno d'amore, quello di Amado per la sua città natale. In queste pagine il grande scrittore si fa guida al lettore nelle pieghe più segrete di questo luogo a metà fra Oriente e Occidente, la città magica, luogo privilegiato di tutti i misteri. Bahia appare come un universo a parte, in cui valori ancestrali come la sacralità dell'ospite hanno ancora corso, e in cui i rapporti umani sono ancora tali. Amado si manifesta etnologo, critico d'arte, critico letterario e molto altro ancora, ma, soprattutto, un ospite premuroso per il lettore che si addentra in queste pagine.
Il ragazzo di Bahia
L'anziano scrittore brasiliano si interroga sul destino che gli ha assegnato il suo strano mestiere. La risposta è un'incandescente, breve autobiografia da zero a undici anni, in cui Jorge Amado evoca i personaggi, i colori, le avventure e le ribellioni della sua infanzia. È un mondo di sogni e di violenze, di parenti faccendieri e di prostitute-madonne.
Cacao
Dopo una breve infanzia agiata e felice a Sao Cristovao, la tragedia della morte del padre e i soprusi dello zio costringono il quindicenne sergipano (così chiamato perché nativo di uno stato del Nordest del Brasile, il Sergipe) a lavorare in fabbrica. Inseguendo i sogni collettivi di emigrare nelle zone del cacao, il ragazzo finisce per lasciare casa sua alla volta di Pirangi. Là, nella Fazenda Fraternidade del coronel Mané Frajelo, il mito del cacao crolla nell'impatto con la durezza della realtà e con la disperazione della miseria.