È impossibile, leggendo i racconti di Silvina Ocampo, non concordare con Borges che li definiva di una "innocente crudeltà" soprattutto quando riguardano l'infanzia, tema prediletto dall'autrice che lo coniugava alla morte, a un sotterraneo erotismo, a un umorismo lieve e sinistro e al repertorio di tabù, paure, segreti e sospetti racchiusi nel cerchio in apparenza protettivo della famiglia.
Silvina Ocampo
Nasce a Buenos Aires nel 1903, e in gioventú studia disegno a Parigi con Giorgio De Chirico. Nel 1940 si sposa con lo scrittore Adolfo Bioy Casares. Autrice di romanzi, racconti, poesie e storie per bambini, collaborabora anche alla famosa Antologia della letteratura fantastica pubblicata del 1940, scritta con il marito e con Jorge Luis Borges. Muore nel 1994.
La promessa
Una donna si sporge dalla balaustra di un transatlantico in navigazione sull’Atlantico per recuperare una spilla che è rimasta impagliata alla sua sciarpa e cade accidentalmente in mare aperto. Mentre vede la poppa della nave che si allontana fa una promessa a Santa Rita, la santa protrettrice della causa impossibili: se riesce a salvarsi scriverà la storia della sua vita.
Il cavallo alato
Il padre di Irene fa il custode in un museo dove, come in un immenso negozio di giocattoli, sono esposti statue e quadri che milioni di persone ammirano ogni giorno.
Nessuno sospetta, però, che Irene abbia stretto amicizia con la grande, candida statua di un cavallo alato e che i due siano pronti a volarsene via nel cielo notturno, verso luoghi irraggiungibili agli uomini... perché quel bianco cavallo con le ali non è altri che Bellerofonte, creatura mitica e immortale che portò in groppa eroi e dei.
L’arancia meravigliosa. Fiabe per bambini grandi e per grandi bambini
Racconti in cui si narra di frutti fatati, maghi metropolitani, angeli pasticcioni, lepri dorate e zie un po' streghe.
Una sorpresa straordinaria per chiunque voglia offrire ai bambini di oggi la possibilità di leggere un libro ammaliante e sottilmente ironico, che guarda alla fiaba e tuttavia dichiara la propria appartenenza al territorio della grande letteratura.