In questa raccolta di racconti lo scrittore ha ordinato per grandi temi le storie che lo hanno accompagnato per tutta la vita. Anzitutto l'infanzia e le prime esperienze della giovinezza, nell'Argentina degli anni '50 e '60, segnata dalla presenza ingombrante di Peròn.
Osvaldo Soriano
Nasce ne 1943 a Mar del Plata. Nel 1971 entra a far parte della redazione del nascente quotidiano La Opinión, ma il giornale si occupa di vicende politiche e per sei mesi di seguito, a Soriano non viene concesso di pubblicare una sola riga. Anche per questo, inizia a dedicarsi alla letteratura. Nel 1976 in seguito al colpo di stato, Soriano abbandona l’Argentina e si stabilisce a Parigi, dove rimane fino al 1984. Muore a Buenos Aires nel 1977.
Mai più pene né oblio-Quartieri d’inverno
Si aggirano per le strade di questo libro figure in bilica tra farsa e tragedia, sotto una pioggia incessante e torrenziale, in giorni che si dilatano nel tempo, in notti di scontri e di segreti, di amicizie repentine e piccoli eroismi.
Incontriamo in Quartieri d'inverno Andrés Galvan, la "Voce d'oro di Buenos Aires" e Tony Rocha pugile suonato, la faccia triste e il braccio lungo come una pompa da incendio; poi le opposte fazioni di Mai più pene né oblio, don Ignacio, eroe per sbaglio, Cervino e il suo inseparabile aereo Torito, il matto Pelaez.
La scrittura "cinematografica" di Soriano, esatta, tagliente e ricca di humour, racconta la tragedia sudamericana evidenziandone ill carattere ironico e assurdo, oltre che crudele e disumano: il dispostismo umanizzandosi perde credibilità e misurandosi con il più marginale dei contesti sociali si staglia come uno spettro cell'insensatezza e dell'illegittimità.