Argentina
Il tempo delle mosche
Il testimone
Tutte le nostre maledizioni
Ombelicale
I pericoli di fumare a letto
La vita a piedi nudi
El Palomar
Uccelli vivi
Elena lo sa
Le pianure
Una volta l’Argentina
Una volta l’Argentina è il racconto di una famiglia che unisce genti arrivate da ogni angolo del pianeta, e di una terra sconfinata che diventa un paese grande come il mondo. Con una prosa scorrevole e poetica che alterna passato e presente, verità e finzione narrativa, Andrés Neuman ripercorre con humour e tenerezza una genealogia reale e fantastica insieme. Ci sono il bisnonno Jacobo, nato sotto gli zar e scappato dall’Europa in circostanze misteriose; la baba Lidia, lituana dagli occhi color zaffiro; la nonna Blanca, che scriveva lettere e suonava il piano; il prozio Leonardo, dandy del quartiere, e la zia Ponnie, tessitrice di arazzi con la passione per il Brasile: una vivace sinfonia di personaggi indimenticabili, le cui vicende personali fanno da contrappunto alle tragedie e alle rinascite di un intero paese.
Silvi e la notte oscura
Anatomia sensibile
Anatomia sensibile è una mappa letteraria che celebra il corpo in tutte le sue forme e un tributo alla bellezza non convenzionale scritto nella forma di un viaggio poetico, politico ed erotico alla scoperta di ciò che siamo veramente. Un libro che racconta come vediamo noi stessi e come ci guardiamo attraverso gli occhi degli altri, proponendo un ideale estetico dissacrante e inclusivo che mira a scardinare i pregiudizi di genere e sull’apparenza.
Kentuki
Buenos Aires, interno giorno. Ma anche Zagabria, Pechino, Tel Aviv, Oaxaca: il fenomeno si diffonde in fretta, in ogni angolo del pianeta, giorno e notte. Si chiamano kentuki: tutti ne parlano, tutti desiderano avere o essere un kentuki. Topo, corvo, drago, coniglio: all’apparenza innocui e adorabili peluche che vagano per il salotto di casa, in realtà robottini con telecamere al posto degli occhi e rotelle ai piedi, collegati casualmente a un utente anonimo che potrebbe essere dovunque. Di innocuo, in effetti, hanno ben poco: scrutano, sbirciano, si muovono dentro la vita di un’altra persona.
Una frase, un rigo appena
Juan Carlos Etchepare è un uomo bellissimo. Intorno a questo dongiovanni di provincia si intrecciano le vicende di un universo femminile che frequenta i cinema, ascolta gli sceneggiati radiofonici e le canzonette alla moda per trovare la stessa musica nella vita reale. In questo romanzo Manuel Puig fa ciò che sa fare meglio: registrare frammenti di vita che tendono a passare inosservati, raccontando la provincia argentina degli anni Trenta e regalandoci una storia dal sapore universale.
Vite istantanee
Un’adolescente osserva le vite altrui chiedendosi perché sembrino sempre così interessanti mentre a lei non accade mai nulla; due innamorati si scrivono lettere inventandosi vite parallele fatte di successi ed episodi memorabili, senza mai confessarsi i reciproci sentimenti; il vecchio Arístides si trova a fare i conti con una vita in cui non ha mai avuto tempo per nessuno, nemmeno per i propri figli; Kenzaburo decide di tentare la sorte mangiando un pesce letale ma delizioso; una figlia sogna di correre per mano insieme alla madre morta senza però riuscire ad afferrarla.
Le cose che non facciamo
Una coppia in lite, amici che diventano amanti e al tempo stesso traditori, relazioni così armoniche e simmetriche da sembrare fasulle, la confusione che può generare la nascita di un figlio, lo smarrimento e l’impotenza di quando un genitore se ne va. Sono solo alcune delle scene dipinte dallo scrittore argentino Andrés Neuman in questa raccolta. Storie quotidiane, apparentemente semplici e infinitamente complesse come tutto ciò che è noto, dalle quali emerge, potentissima, la realtà che ci circonda.
Pablo.Quando le ferite si misurano con la vita
Erano le 7 di mattina e come ogni giorno preparavo la colazione. Talvolta, verso quell’ora, guardavo oltre la finestra della cucina che dava sulla stanza di mio fratello Pablo. In mezzo un cortile, come un immenso vuoto. Ma, quella mattina, mio fratello gridava con la sigaretta al becco frasi ricorrenti: «¿Por qué los militares les mataban a los hijos a las madres de Plaza de Mayo?» («Perché i militari uccidevano i figli alle madri di Plaza de Mayo?»). Ritornava là, di dove eravamo partiti.
Un’innocente crudeltà
È impossibile, leggendo i racconti di Silvina Ocampo, non concordare con Borges che li definiva di una "innocente crudeltà" soprattutto quando riguardano l'infanzia, tema prediletto dall'autrice che lo coniugava alla morte, a un sotterraneo erotismo, a un umorismo lieve e sinistro e al repertorio di tabù, paure, segreti e sospetti racchiusi nel cerchio in apparenza protettivo della famiglia.