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Nessuno accendeva le lampade

Nei dieci racconti di Nessuno accendeva le lampade Felisberto Hernández ci sorprende con immagini sconvolgenti e surreali, in cui non di rado gli oggetti o le singole parti dell’essere umano acquistano vita propria. Sono storie immerse nella quotidianità, apparentemente normali, che pian piano scivolano verso altre dimensioni, sconcertanti e oniriche: strane forze costringono i protagonisti ad agire in modo imprevedibile, e vita e sogno iniziano a convivere trasgredendo le norme del reale.

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La donna nuda

Il giorno del suo trentesimo compleanno Rebeca Linke scende da un treno che si è fermato in mezzo a un bosco dove lei ha comprato una casa. Apre la porta, entra e lascia scivolare a terra il cappotto sotto il quale è nuda. Fra le pagine di un libro trova uno spadino tagliacarte e piano piano, muscoli dopo pelle, legamenti dopo vene, arterie, cartilagine, si taglia la testa. La posa su un piedistallo e decide di uscire nella notte. Ma ci ripensa, se la rimette sul collo «de un golpe duro como un casco de combate», con un colpo deciso come un casco da combattimento, e inizia a vagare per il bosco, i lunghi capelli sciolti sul corpo candido e perfetto.

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Racconti

Andrada non ha bisogno di nient’altro che un amico, e ce l’ha: è il bosco, dove, come una pianta qualsiasi, assimila in silenzio sole e tempo e morte. Un giorno lo tirano su, ormai definitivamente solo. Sul suo sonno erano calati albe e tramonti, dove giaceva il suo corpo l’erba appariva come sbiadita, e nell’ampio pascolo luccicava una farfalla gialla, tatuata nel verde accesso delle gramigne.Questo lasciava Andrada nella vita, andandosene via con la morte. Nient’altro che un’impronta, non più estesa del volo di una farfalla nello spazio infinito…

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Melma rosa

In una città portuale devastata da una peste misteriosa, una donna tenta di capire perché il suo mondo sta crollando. Un vento tossico avvelena le strade e costringe a chiudersi in casa o a fuggire, i supermercati si svuotano e la melma rosa prodotta con scarti animali è ormai l’unico alimento reperibile, ma c’è dell’altro: il collasso di tutti i suoi legami affettivi, l’incertezza, il peso dei ricordi.

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Ormai nessuno vive più in certi luoghi

Agustín Flores, giornalista investigatore, è il protagonista di "Ormai nessuno vive più in certi luoghi", un thriller ambientato a Rafael Alsina, anonimo paesino sperduto nelle campagne uruguaiane, dove è inviato dal giornale per cui lavora per indagare su un pluriomicidio avvenuto da ormai un anno. Sembra che la polizia sappia più di quanto ammetta e vuole solo archiviare il caso non per mancanza di prove, ma per cercare di far cadere nell'oblio questa storia intricata e dai risvolti torbidi sui quali è meglio non indagare ulteriormente.

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Lascia fare a me

Un manoscritto straordinario arriva in casa editrice. La redazione rimane incantata da quelle pagine magistrali e l'editore decide di inviarlo a una fondazione svedese. Anche loro concordano: è un capolavoro e va pubblicato subito. C'è solo un particolare che rimanda il lieto fine di questa fiaba letteraria. Il romanzo non è firmato e sulla busta non c'è il mittente. L'unico indizio è il timbro apposto dall'ufficio postale di Penuria, un paesino dell'entroterra uruguayano.

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Il romanzo luminoso

Un uomo, in un appartamento di Montevideo, cerca di scrivere un romanzo. In una sorta di diario lungo un anno, l'autore parla di gialli che non riesce a smettere di leggere, degli amori passati e di quello per Chl, la donna amatissima, non più amante ma amica, sorella e custode, di passeggiate, giochi elettronici e pornografia, della paura di morire e del mal di schiena, delle sedute psicoanalitiche e di enigmistica. L'ossessione del Romanzo luminoso porta il suo autore fuoripista, suggerendogli divagazioni e mille storie diverse.

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Nick Carter si diverte mentre il lettore viene assassinato e io agonizzzo

Dopo aver ricevuto alcune minacce di morte, la famiglia Ponsonby, di stirpe aristocratica, si decide a contattare il detective Nick Carter. Avvalendosi dell'aiuto del suo fedele compagno Tinker (un omuncolo che porta con sé in una borsa) e del suo ineffabile giudizio estetico, per risolvere il caso Nick non deve far altro che trovare la banda di malfattori che si fanno chiamare "i mostri marini" e identificare il loro capo, il raccapricciante Watson.

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Tango del vecchio marinaio

Il capitano Lander, discendente di uno dei marinai ammutinati del Bounty, si è lasciato alle spalle un passato difficile e da tempo ha scelto di vivere sulla terraferma in una baracca in riva al mare. Qui costruisce modellini di navi gloriose e intreccia la sua solitaria esistenza con quella di una giovane ballerina di tango, aspirante suicida. Finché un giorno non riceve la visita di Sampedro, un vecchio amico con cui ha condiviso l’amore per una bella infermiera dagli occhi verdi e la persecuzione da parte del regime: alcuni fili del loro comune passato stanno per riannodarsi e per i tre sono in arrivo sconvolgenti rivelazioni…

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Triste come lei

Uno dei titoli più importanti nella grande produzione di Juan Carlos Onetti, Triste come lei, riunisce le sue migliori prose brevi. In queste storie, che ammaliano per la loro compiutezza e la densa atmosfera, l’autore uruguayano ci regala un tassello indispensabile per comprendere il suo mondo letterario: un universo fatto di caffè, sigarette e amori sgualciti, trame e personaggi che arricchiscono di nuovi episodi e destini il ciclo narrativo ambientato nella mitica città immaginaria di Santa María. Scritti tra il 1933 e il 1974, questi racconti ci restituiscono il meglio della prosa onettiana, l’opera di un autore che infinitamente ritorna sulla propria ossessione: l’uomo e la sua impossibile redenzione.

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Per una tomba senza nome

Per una tomba senza nome prosegue la saga di Santa María, il luogo mitico e immaginario creato da Onetti. La voce narrante è quella di Díaz Grey, il medico locale, che tutto osserva e racconta. Jorge Malabia, unico partecipante a un misero funerale, riferisce a Grey la storia di Rita (la donna che ha fatto seppellire), e del suo inseparabile capro, fatta di raggiri, trucchi per ottenere infinite elemosine, squallide frequentazioni maschili. Quando finalmente la vicenda sembra chiarirsi, Jorge pone in dubbio la veridicità della storia che lui stesso ha raccontato.

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Il cantiere

Cinque anni dopo esserne stato esiliato con disonore, Larsen ritorna a Santa María, e ha un piano per il suo riscatto sociale: intraprende un serrato quanto patetico corteggiamento di Angélica Inés, la figlia del potente signorotto locale, Jeremías Petrus, e al contempo si fa assumere da questi come capo del cantiere navale di sua proprietà. Scoprirà ben presto che il cantiere è solo un cadente involucro al centro di un deserto, dove nulla accade da anni. Un nulla di cui però Larsen diventerà l’irreprensibile Direttore Generale.

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Raccattacadaveri

Cinquant’anni esatti dopo la sua prima pubblicazione, torna uno dei grandi capolavori della letteratura di tutti i tempi. Per chi già conosce l’avvolgente prosa di Onetti, sarà un piacere imbattersi ancora nel suo personaggio maestosamente meschino: Larsen, detto Raccattacadaveri o più semplicemente Raccatta. Attraverso una narrazione eccentrica e implacabile, che mescola piani narrativi e prima e terza persona, Onetti ci riporta nella sua Santa María.

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Gli addii

Pubblicato per la prima volta nel 1954, Gli addii è uno dei più celebri romanzi brevi di Juan Carlos Onetti, considerato da molti «il William Faulkner sudamericano». Protagonista della novella è un uomo di mezz’età, un tempo grande stella del basket, e ora malato di tubercolosi, che si trasferisce in un paesino di montagna per curarsi nel sanatorio locale. L’arrivo dell’uomo, il suo esilio volontario in una villa lussuosa, l’avvicendarsi di due donne al suo fianco, stravolgono la calma polverosa della cittadina.

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Il pozzo

Il pozzo è l’esordio di Juan Carlos Onetti: scritto nel 1939, in un fine settimana in cui l’autore aveva smesso di fumare, viene tradotto ora per la prima volta in italiano.Anche se ammette di non saperlo fare, Eladio Linacero decide di sedersi a raccogliere le sue memorie, perché «un uomo, quando arriva a quarant’anni, deve scrivere la storia della sua vita, soprattutto se gli sono capitate cose interessanti. L’ho letto non so dove».

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Chi di noi

Con lo sguardo profondissimo e tagliente che è la cifra della sua scrittura, Mario Benedetti esplora da par suo il tema del triangolo amoroso. Ai tempi del liceo, Miguel, Alicia e Lucas si ritrovano catturati in un platonico ménage à trois il cui motore è Miguel, col suo disprezzo per se stesso e il suo gusto manipolatorio: attratto da Alicia ma convinto che sia destinata a Lucas, decide di costruire l’amore tra i due. Quando, invece, Alicia sceglie proprio lui, è già troppo tardi: il fantasma del triangolo si è insediato, e non si capisce piú chi sia davvero l’altro.

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Le ortensie

Il protagonista, un uomo elegante che vive in una grande casa nera, nutre un'eccentrica passione per le bambole che ogni notte fa sistemare in una sorta di tableau vivant.
Un giorno, temendo la morte della moglie, fa costruire una bambola a sua immagine e somiglianza, Ortensia. A poco a poco il rapporto innocente e la percezione che il protagonista ha di Ortensia si evolvono fino a giungere alle estreme conseguenze: la bambola si umanizza mentre l'uomo si fa bambola.

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Le labbra del tempo

Le tante piccole storie contenute in questo libro raccontano, tutte insieme, la Storia, toccando i temi cari allo scrittore uruguayano: l'infanzia, l'amore, la terra, la parola, la giustizia, la paura, la povertà... sono finestre aperte sul mondo, per catturare il senso di episodi, testimonianze, luoghi che ci sfilano davanti.
Pagine che schiudono le labbra del tempo, attraverso le quali possiamo sentire le sue mille voci, soprattutto quelle della vita quotidiana, dove è nascosta la grandezza dell'universo. Nello stile aforistico che spesso ha usato, Galeano offre un racconto poetico e insieme ricco di spunti ironici e di denuncia nei confronti del potere, che sempre tenta di limitare la libertà delle coscienze.

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Parole in cammino

!uesto libro contiene leggende, credenze popolari, apologhi delle tradizioni indigene, brevi racconti filosofici o mistici, frammenti onirici: narrazioni senza tempo che ci parlano tuttavia del presente, invitandoci a esercitare il dubbio rispetto alla realtà quotidiana, a guardarla da una diversa prospettiva. Come accade anche in altri suoi libri, lo scrittore uruguayano infrange, in "Parole in cammino", i limiti del genere letterario fondendo prosa e poesia, completando o commentando il testo con le suggestive illustrazioni dell'artista brasiliano José Francisco Borges, componendo, con innumerevoli timbri, una voce collettiva che celebra il mistero e la meraviglia della vita umana.

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