La donna nuda
Il giorno del suo trentesimo compleanno Rebeca Linke scende da un treno che si è fermato in mezzo a un bosco dove lei ha comprato una casa. Apre la porta, entra e lascia scivolare a terra il cappotto sotto il quale è nuda. Fra le pagine di un libro trova uno spadino tagliacarte e piano piano, muscoli dopo pelle, legamenti dopo vene, arterie, cartilagine, si taglia la testa. La posa su un piedistallo e decide di uscire nella notte. Ma ci ripensa, se la rimette sul collo «de un golpe duro como un casco de combate», con un colpo deciso come un casco da combattimento, e inizia a vagare per il bosco, i lunghi capelli sciolti sul corpo candido e perfetto. Da questo momento in poi gli uomini ai quali si avvicinerà - due gemelli, un boscaiolo, un prete - compiranno gesti assurdi e criminali. Tanto che un intero paese armato di mazze e forconi si metterà sulle sue tracce. Il corpo nudo della donna è il peccato, è la tentazione, ma è anche, e soprattutto, il fantasma dei desideri più segreti, più repressi. Lungo tre notti nelle quali nessuno dormirà, i capelli sciolti di Rebeca Linke passeranno come una cometa filante sulle squallide alcove del paese. Ma l’ultima alba, per lei, sarà tragica. La donna nuda è la prima traduzione italiana di un’opera di Armonía Somers.