Questo breve romanzo in forma di diario, opera estrema di quello che è a buon titolo considerato uno dei maggiori scrittori brasiliani, può persino sconcertare a una prima lettura per la voluta semplicità dell'andamento narrativo e per l'apparente ingenuità con cui si sofferma su episodi e riflessioni prive di peso. Poi però ci si accorge che, oltre il velo tenue delle situazioni e dei fatti (un'anziana coppia adotta due giovani che non tarderanno a innamorarsi l'uno dell'altra e a partire insieme per l'Europa), lo scrittore disegna un dramma e un contrasto senza tempo.
Joaquim Machado de Assis
Nasce a Rio de Janeiro nel 1839, da una umile famiglia. Il padre, imbianchino, era un mulatto, mentre la madre era una azzorriana bianca, trapiantata a Rio dalla nativa isola di Sâo-Miguel. Autodidatta, abbandona presto la casa paterna. Superate le difficoltà economiche iniziali e i pregiudizi razziali, riusce a conquistarsi una buona posizione sociale fino a diventare alto funzionario dello stato e presidente dell’Accademia Brasileira de Letras (1897). Muore nel 1908.
Don Casmurro
Con uno stile confidenziale, venato d'ironia e di una sottile malinconia, il protagonista, Bento Santiago, racconta al lettore la propria avventura umana segnata, sin dall’adolescenza, dall'amore per Capitu e dalla gelosia, il presunto tradimento di lei con il suo miglior amico, il progressivo rinchiudersi in un'esistenza cupa e isolata dal mondo, popolata di ricordi e di fantasmi.
Una storia tutt’altro che sentimentale, sulla cui versione Machado ci induce a sospettare, facendoci diventare interpreti e giudici di una personalità che cela dentro di sé una forma di delirio.
Memorie dall’aldilà
In quest’opera non è, però, tanto la trama che conta, quanto il tratteggio psicologico dei personaggi. La vita di Brás Cubas, dopo il mancato matrimonio con Virgília, della quale diverrà però l’amante, si snoda in modo routinario. Anche gli eventi positivi che accadono nella parte finale della sua grigia esistenza sono effimeri: eletto deputato, perde poco dopo il seggio, su consiglio dell’amico Quincas Borba, scrive per un giornale, che però ha vita breve, crea un farmaco contro l’ipocondria, ma essendo malato non può uscire di casa e quindi non riesce a brevettarlo. La morte sanzionerà, quindi, una vita senza qualità.
Attualmente fuori catalogo.