Un giovane studente ritorna alla sua isola natale per il funerale del nonno Mariano, suo omonimo. Ma il rito non si può celebrare, perché il morto non è ancora clinicamente morto e seppur totalmente privo di coscienza riesce, tramite lettere misteriose indirizzate al nipote, a far sentire la sua voce da una zona di frontiera tra la vita e il nulla, rivelando segreti e verità di un passato sconosciuto.
Nel mutevole avvicendarsi di profezie e miti fantastici, che la scrittura cadenzata di Couto alterna con equilibrio, il giovane Mariano riscopre lentamente, grazie alle parole che gli arrivano da un mondo ai confini del visibile e alla spiritualità ancestrale di cui esse sono portatrici, il senso del fluire degli eventi e delle vite.
Un fiume chiamato tempo, una casa chiamata terra

