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Un romanzetto canaglia

Nella letteratura di Bolaño, dalle numerose e multiformi finzioni, sovrabbondano i personaggi. Nessuno di essi è mai quello che si dice banalmente una persona normale, anzi sembrano montare un bazar di stranezze, quasi a voler esprimere dolorosamente l'assurdo e il grottesco. L'autore li tratta con lo stesso distacco sentimentale con cui guarderebbe ad animali che innocentemente e immancabilmente confondono il bene col male ma con una netta propensione al male.

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La pista di ghiaccio

Un noir. Un amore di perdizione per una donna imprendibile e conturbante, una truffa e un crimine assurdi o futili; due balordi; l'inchiesta; e sotto tutto e tutti il gorgo risucchiante dell'incerto destino. Solo che su questi elementi strutturali del noir, tracciati con una intenzionale callligrafia a rendere più ironica la futilità dei moventi e l'inezia delle personalità in campo, interviene il tocco di Bolaño, con la sua vocazione a raccontare la vita di traverso usando la maschera dell'invenzione e del gioco intellettuali.

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Puttane assassine

Roberto Bolaño, lo scrittore prematuramente scomparso e considerato il più importante della sua generazione di latinoamericani, è stato itinerante nella vita come nella narrativa tra il suo continente e l'Europa e l'Africa. Nei tredici racconti di questa raccolta (che potrebbero formare un unica biografia degli incontri verosimili o veri che capitano a un esule in fuga) Bolaño è contemporaneamente il cronista di una quotidianità assurda, frantumata e inconsapevolmente crudele, e il visionario capace di spingere le situazioni vertiginosamente verso la morte, il sogno, l'attesa di catastrofe, l'allucinazione o il gioco intellettualistico. Di girovagare senza pace tra la crudeltà, il sentimentalismo e i desideri del nostro caos giornaliero.

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I detective selvaggi

Arturo Belano e Ulises Lima, sedicenti poeti e piccoli trafficanti, adepti di un'improbabile ed estrema avanguardia, il "realvisceralismo", cercano attraverso l'America Latina la mitica fondatrice della loro avanguardia, creatrice di un'unica composizione inedita e scomparsa nel nulla. Nel racconro due momenti si incardinano l'uno nell'altro: il presente in cui i due detective inseguono le tracce della donna, e gli indiretti racconti che vent'anni dopo fanno testimoni che conobbero Arturo e Ulises.

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L’America Latina di Alberto Manzi

È da poco uscita, la raccolta di romanzi sull’America Latina di Alberto Manzi, educatore, maestro elementare, noto al grande pubblico come presentatore, per la RAI, del programma televisivo "Non è mai troppo tardi".
Il volume, a cura di Antonio Melis, raccoglie tre romanzi sull’America Latina, Paese in cui Manzi ha viaggiato per trent’anni.
Fra il 1956 e il 1984 Alberto Manzi trascorse, quasi, ogni anno, lunghi periodi in Sud America: "Sono stato spesso in Sud America – ricordava egli stesso nella sua ultima intervista. – Vi andai per la prima volta nel 1955 e ’56 per studiare un tipo di formiche nella foresta amazzonica, ma scoprii altre cose che per me valevano molto di più. C'erano i contadini che non potevano iscriversi ai sindacati, perché non sapevano leggere e scrivere e nessuno glielo insegnava; chi cercava di farlo rischiava di essere picchiato e imprigionato, oppure ucciso. Siccome si trattava di una cosa proibita, mi attirò; così io andavo ogni anno… Poi cominciarono ad accusarmi di essere guevarista, oppure marxista o un qualunque accidente che finiva in “ista”... Alcuni stati non mi davano più il visto: non ero una persona gradita…". Questa trilogia è il frutto letterario di questa lunga esperienza.

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Indiografie. Saggi e racconti scritti dai nativi del Brasile

Malgrado un diffuso pregiudizio i nativi brasiliani non vivono fuori dalla civiltà e dal divenire storico, ma frequentano attivamente gli spazi urbani, padroneggiano le nuove tecnologie e si inseriscono nei circuiti della comunicazione globale, utilizzando la scrittura come espressione della propria identità culturale.
Questo volume, nato da un progetto dell'associazione Zoe Onlus con la collaborazione di antropologi e docenti delle università di Sào Paulo e Marilia, costituisce un primo passo verso la conoscenza e la diffusione del pensiero nativo contemporaneo, un tentativo di dare voce e spazio alla nascente esigenza di comunicazione delle popolazioni indigene del Brasile, una possibilità di esprimere "altre" visioni del mondo e di raccontare storie diverse o modi diversi della stessa storia.
Suddiviso in una sezione saggistica e una narrativa, il libro propone otto contributi firmati da autori di diverse etnie (Guarani, Tukano, Terena) che parlano di Aids e pratiche divinatorie, di cronache e leggende, e osservano la propria terra con uno sguardo etnografico e antropologico, riflettendo su temi cruciali come il rapporto tra progresso e salvaguardia della tradizione, le responsabilità storiche della dominazione portoghese, il tortuoso cammino verso un riconoscimento giuridico della specificità indigena.

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Leggende di Cusco

Leggende trascritte dal racconto a viva voce di Ana Ponce Paredes.
Lingua: italiano e quechua.
Una raccolta di leggende provenienti dalla zona di Cusco, antica capitale dell’impero Inca, che ci trasportano in questa terra ricca di tradizioni millenarie e di saperi antichi.
Gli uomini delle Ande vivono in un ambiente impervio, ad alte quote, sotto il profilo di montagne ricoperte di fitta vegetazione, arroccati su dirupi e su fiumi incassati in valli profonde. Per loro è vitale rendere omaggio alla forza protettrice della madre terra e sentirsi parte della comunicazione cosmica che abbraccia le piante, gli animali, il sole (il Tayta Inti, padre di tutte le cose), le stelle e la luna (Mama Killa), tutti elementi che ritroviamo protagonisti di queste fiabe.

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America latina. L’identità e la maschera

Questo libro rappresenta il tentativo di individuare i meccanismi con cui l'America Latina costruisce se stessa attraverso la letteratura.
L'autrice aiuta a orientarsi nello spazio dove si costeggiano le foreste dell'Orinoco e la Biblioteca di Babele, si disgregano dittature centenarie e la realtà ha dilatato i suoi confini fino a inglobare meraviglie e orrori.
L'America Latina è il trauma irrisolto della conquista; la formulazione di archetipi che scaturiscono dall'emarginazione: l'indio, il gaucho, il migrante; gli opposti miti della foresta e della città; le tracce, nella scrittura, di una realtà brutale: l'esilio, il silenzio e la lotta.
Questi temi sono al centro di conversazioni con vari scrittori, tra cui, Borges, Carpentier, Cortázar, Sabato.

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Zorro. L’inizio della leggenda

Rivisitazione della storia di Diego de la Vega, l'eroe mascherato che nell'America dell'Ottocento combatteva strenuamente per difendere la giustizia. Figlio del latifondista spagnolo Alejandro e di una bellissima india "guerrillera" ante litteram, Diego eredita dal padre il senso dell'onore e dalla madre la volontà di difendere gli oppressi.
Pur essendo un tipico romanzo di cappa e spada ottocentesco, pieno di caste passioni, acerrimi duelli e continue peripezie, "Zorro" ha continui riferimenti alla politica attuale e, grazie a una lunga serie di elementi magici, sentimentali e femminili, è un romanzo tipicamente allendiano.

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Assassini dei giorni di festa

"Anni sono trascorsi dopo di allora e continuiamo ancora a vivere qui nella casa di calle Arenales, continuiamo ancora a conservare la collezione di anticaglie e una santa nella segreta cella. Ma qualcosa non andò come l'avevamo architettata".
"Assassini dei giorni di festa" (che significa, per ragioni che si scopriranno, non coloro i quali uccidono nei giorni di festa, ma che uccidono i giorni di festa) è una storia grottesca, ironica, nera opaca, con punte di vera necrofilia, e che si muove in un crescendo di tutti i suoi toni.

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Una sporca storia

Il disastro ecologico provocato da una petroliera sulle coste galiziane; la guerra in Iraq e il terrorismo; Bush e i suoi alleati, da Blair a Berlusconi; il confronto Est-Ovest; e, ancora bruciante, la memoria del golpe cileno e il processo intentato a Pinochet. Ma anche racconti, apologhi, storie trovate per strada, ritratti di amici, come Francisco Coloane e Manuel Vázquez Montalbán.

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Il magico mondo di Chimel. Storie di una bambina maya

Questo volume riunisce tre storie che narrano di un popolo antico, quello dei maya.
"La bambina di Chimel" è il racconto fiabesco dell'infanzia di Rigoberta Menchù, vissuta in un piccolo paese immerso nella magica natura del Guatemala; "Il vaso di miele" ci porta nel mondo incantato della tradizione indigena, abitato da strani animali e buffi personaggi dai poteri prodigiosi; "L'eredità segreta" ci fa scoprire, grazie alla sua intrepida, giovanissima protagonista, l'esistenza di bizzarri spiritelli molto saggi che custodiscono i segreti della Terra.
Leggende fantasiose, curiose e ricche di poesia, illustrate da disegni originali, nelle quali si ritrovano la bellezza e la profondità degli insegnamenti di una civiltà millenaria.

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Rosaura alle dieci

Rosaura, alle dieci, suona alla porta della pensione "La Madrilena" di Buenos Aires. Dietro di lei è una storia con un uomo ospite fisso della pensione, il pittore Camillo Canegato; davanti a lei, un matrimonio improvvisato e una morta violenta, consumati in un rapido arco di tempo.
Ma chi sia Rosaura, quale sia la sua identità, la sua vicenda personale, i tratti del carattere e perfino del corpo, al lettore non sarà dato di sapere con precisione... di Rosaura chi legge avrà soltanto le versioni che ne danno gli ospiti della pensione, generosi o gretti, cinici o romantici, timidi o spavaldi, confusi o colti... versioni in cui si riflette esattamente solo il carattere dei testimoni dei fatti.

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Incontro d’amore in un paese in guerra

L'avventura e la politica, l'amore e la guerra, il viaggio e l'utopia. Tutto Sepulveda con le sue passioni e i suoi temi più cari, rappresentati in questo libro che raccoglie 24 racconti dello scrittore cileno.
L'appuntamento d'amore tra un sandinista che combatte in Nicaragua contro la dittatura e la moglie di un prigioniero in mano ai rivoltosi; la notte di terrore di un ricercato politico in attesa dell'arrivo di uno "squadrone della morte"; l'impresa di dodici confinati sperduti nel mezzo del deserto cileno; l'incontro mancato tra un esule e la donna amata...
E ancora: dittatori senza scrupoli, fieri malavitosi dei porti, vecchi anarchici con un'antica ferita d'amore, coppie senza più speranza, prostitute commoventi e grottesche.

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L’eredità segreta. Storia antica di una bambina maya

Ixkem è solo una bambina, eppure il nonno ha affidato a lei, fra tutti i suoi figli e nipoti, il compito più serio e delicato per la vita della famiglia: la cura dei campi di mais, il dono più grande del Creatore, che ha reso possibile la sopravvivenza degli uomini fin dall'origine del tempo.
Ma come può Ixkem accollarsi un incarico che sarebbe difficile anche per una persona ben più vecchia e saggia di lei, e che richiede la conoscenza dei segreti della terra e dei riti della semina e del raccolto?
Piena di fiducia e di buona volontà, la piccola, che ha fatto tesoro delle storie e degli insegnamenti del nonno, si mette coraggiosamente alla prova.

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Vite secche

Ramos racconta in una rapida successione di episodi il "Nordeste" del Brasile, attraverso le vicissitudini di una famiglia (un padre, una madre, due bambini, una cagnetta e un pappagallo) costretta a fuggire dalla fame e dalla siccità.
Una famiglia che vive in una terra dove domina l'ingiustizia della natura e degli uomini, luogo reale ma anche metafora di un mondo iniquo e lacerato, che brama la pioggia per dissetarsi e recuperare le forze.

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La Conquista del Messico

Si tratta della ricostruzione della Conquista del Messico (1517-1521) vista dagli occhi del soldato semplice Bernal Díaz.
Tutto quello che il Conquistatore Hernán Cortés non ha raccontato della lunga marcia verso la capitale, dell’assedio della città e della prigionia dell’Imperatore azteco.

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I colloqui dei dodici

Traduzione dei colloqui che i primi frati francescani inviati in Messico dopo la Conquista tennero con i grandi sacerdoti aztechi.
Il tentativo dei cattolici di far ripudiare agli aztechi l’ antica religione e la loro tagliente risposta: "Tutti noi proviamo uno stesso dolore: essere stati sconfitti, privati del potere e della reale giurisdizione del regno è più che sufficiente. Ma i nostri dei e quanto spetta loro, no, non dovete toglierceli. Preferiamo morire piuttosto che abbandonare il loro culto e la loro adorazione".

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La Conquista del Messico

Cinque lettere che il Conquistatore del Mesico Hernán Cortés scrive all’Imperatore Carlo V, al fine di farsi riconoscere la validità della sua impresa, la quale andava ben oltre il mandato col quale era partito.
Queste pagine offrono l’immagine di un coraggioso, e abilissimo capitano, che seppe sconfiggere con pochi uomini un potente impero, grazie alle armi, ma soprattutto alla sua astuzia politica.

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Editore:BUR

Anno:2002

Autore:Hernán Cortés

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Lettera sulla scoperta del Brasile

Nel 1500 i portoghesi mettono per la prima volta piede in Brasile, grazie all’armata di Cabral.
A bordo della nave si trovava uno scrivano, Vaz de Caminha, il quale darà al sovrano Emanuele 1° la notizia della scoperta. Non si tratta però di una vera e propria scoperta, bensì di un “ritrovamento” come dimostra il titolo originale dell’opera: l’obiettivo dei portoghesi era semplicemente quello di occupare le terre orientali di quel territorio che ancora si pensava fosse l’India, quelle terre che gli erano state assegnate dalla Chiesa in seguito ad un trattato politico.

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