Letteratura America Latina
Introduzione e bibliografia a cura di Leila Djalali
Quando parliamo di letteratura francese, inglese, o spagnola, il nostro pensiero va direttamente ad un singolo paese, che ha dei tratti culturali comuni, dalla storia, fino ad arrivare alla cucina e alla musica.
Se pensiamo ad un intero continente, come si fa, ad esempio, per l‘Africa, siamo, o perlomeno, dovremmo essere consapevoli, che al suo interno esistono delle differenze; basti pensare alla religione, alla lingua, agli usi e costumi. Tutte rientrano comunque sotto lo stesso nome: Africa.
Se invece ci riferiamo all’America Latina, la questione del nome diventa più complessa.
La storia di questo immenso territorio, che va dal Messico alla Terra del Fuoco, passando per le altissime vette delle Ande peruviane, ma anche per la foresta amazzonica e le sterminate pampas argentine, non inizia certo nel 1492, con l’arrivo di Cristoforo Colombo, né nel 1519, anno in cui uno spagnolo, Hernán Cortés, entra in Messico e si rende conto che nelle terre che avevano da poco scoperto, non esistevano solamente piccoli villaggi poco organizzati, ma potenti e vasti imperi.
La denominazione “America Latina”, quindi, può essere funzionale per noi europei se si usa per distinguerla dall’America Settentrionale, anglosassone; ma non tiene conto della componente indigena, ossia di quelle popolazioni di origine asiatica che decine di migliaia di anni fa attraversarono lo stretto di Bering e si stabilirono in questo continente; inoltre, esclude tutta una Afroamerica che invece esiste, nella letteratura, ma anche nella musica, nella danza, nei rituali religiosi.
Faremo rientrare in questa bibliografia, quindi, non solamente le opere di narrativa latinoamericana, ormai molto famose qui in Italia grazie al boom degli anni ‘60, che ha reso visibili all’Europa (ma anche all’America stessa, ora consapevole di costituire una realtà unica sotto vari punti di vista) scrittori come il colombiano Gabriel García Márquez, il brasiliano Jorge Amado, gli argentini Manuel Puig e Julio Cortázar, il peruviano Mario Vargas Llosa.
Faremo rientrare anche opere che possano allargare i nostri orizzonti fino alle antiche credenze e leggende pre-colombiane, raccolte dai vari ordini religiosi che, subito dopo la Conquista, si recarono in America a diffondere il cattolicesimo; fra queste, il Popol Vuh, la cosiddetta “bibbia maya”, una raccolta di leggende, miti e tradizioni di una delle più fiorenti civiltà esistenti in America prima dell’arrivo degli europei. Oppure i diari di Cristoforo Colombo, dove tante volte si legge la parola “meraviglia”, unica in grado di esprimere lo stupore e l’estasi provata da chi per primo mise piede in questo sorprendente territorio, dove a volte la realtà sembra superare la fantasia.
Abbiamo cercato di includere anche scrittori meno conosciuti qui in Italia, ma molto importanti in America Latina, che hanno contribuito a rendere coerente, se non a creare, quella “identità latinoamericana” su cui sono state scritte moltissime pagine e su cui ancora oggi si continua a discutere. Quell’identità caratterizzata dal dualismo fra civiltà e barbarie, di cui parla nel suo saggio l’argentino Sarmiento, in cui tutto ciò che in America fosse considerato negativo veniva identificato con la selva, mentre il polo positivo era rappresentato dalla città, dall’Europa, dalla modernità.
Da allora, molti altri intellettuali e scrittori latinoamericani hanno concentrato la loro attenzione su questo tema, ma la polarizzazione è andata col tempo attenuandosi, fino ad arrivare a capovolgersi e a vedere la foresta come un luogo paradisiaco, in cui l’uomo latinoamericano può ritrovare le proprie radici, la propria originalità.
Includeremo quindi titoli come La voragine, di José Eustasio Rivera (colombiano), in cui il protagonista si muove all’interno di una foresta infernale, che divora inevitabilmente tutti coloro che cerchino di entrarvi e, sul polo opposto, I passi perduti, del cubano Alejo Carpentier, un viaggio verso l’interno del paese che si trasformerà in un viaggio nel tempo, fino a raggiungere un’epoca precedente a quella della Genesi.
Nelle letture che vi proponiamo, inoltre, troverete romanzi incentrati sulla figura del gaucho, l’abitante della pampa argentina che, dopo essere stato a lungo rigettato ed eliminato dalla cultura dominante, è stato mitizzato dalla letteratura in opere come Don Segundo Sombra di Ricardo Güiraldes.
Oppure romanzi che, con un duplice intento letterario e di denuncia sociale, ruotano intorno alla figura dell’indigeno, dapprima per rappresentare la sua condizione di sfruttato, poi per dar voce a questa componente della cultura latinoamericana che non può essere dimenticata.
Molto interessanti, oltre che numerosi, sono anche i romanzi che hanno come tema quello della dittatura, trattato da scrittori provenienti da ogni parte del continente; fra questi, Gabriel García Márquez, che in L’autunno del patriarca dà vita a un dittatore onnisciente e onnipresente, che solo alla fine dei suoi giorni si renderà conto che la sua immortalità era solo un’illusione.
Cercando di non escludere le novità letterarie, né tutti quei titoli da cui sono stati tratti bellissimi film, come Il bacio della donna ragno dell’argentino Hector Babenco, oppure Fragola e cioccolato, del messicano Juan Carlos Tabio, vi proponiamo una bibliografia che non pretende di essere completa, ma tiene conto dei principali fenomeni sociali e culturali che hanno caratterizzato l’America Latina nel corso del XX secolo.
L’osceno uccello della notte
Considerato tra le opere migliori dello scrittore, questo libro è stato definito dalla critica un carnevale di mostri, una corte dei miracoli reale e minuziosamente descritta.
Opere narrative (Vol. 1)
Nel Meridiano sono raccolti i testi narrativi scritti tra il 1955 e il 1967.
Sopra eroi e tombe


Protagonista del romanzo è Buenos Aires, la città cosmopolita e babilonica.
Sono numerosi i personaggi che la popolano, oligarchi, borghesi, immigranti.
Ma per Sábato fallisce il progetto della grande città multietnica e Martín, il personaggio principale, fugge dalla città verso una nuova frontiera: la Patagonia.
Attualmente il libro è fuori catalogo.
Il vecchio che leggeva romanzi d’amore


Antonio José Bolívar Proaño, ormai vecchio, decide di andare a vivere nella foresta con gli indios Shuar: trascorre il suo tempo leggendo romanzi d'amore.
Stabilisce un accordo profondo con i ritmi e i segreti della natura e per questo viene scelto per uccidere il tigrillo che si aggira minaccioso per vendicarsi dello sterminio dei suoi cuccioli.
L’autunno del patriarca
Senza alcuna preoccupazione di verosimiglianza, questo romanzo costituisce uno dei vari approcci che gli scrittori latinoamericani hanno scelto per trattare il tema della dittatura: “L’unica arma in mio potere per combattere contro la realtà, in questo caso, era la letteratura, la poesia. E così questo mondo crudele, questo mondo sanguinario, questo mondo spaventoso che è l’universo del dittatore, è trattato in modo assolutamente lirico, e il libro si presenta come un poema in prosa di quattrocentocinquanta pagine…”. (Dichiarazione di García Márquez in Clementelli,E., García Márquez, La Nuova Italia, 1972)
Dona Flor e i suoi due mariti


Dona Flor e i suoi due mariti è uno dei capolavori di Jorge Amado: la ricchezza verbale, la perfetta architettura narrativa, lo humour e il contagioso amore per la vita sono quelli dei grandi classici della narrativa sudamericana. Nella moltitudine dei personaggi, nel delicato mormorare delle comari, nelle inquietudini di Flor, inseguita dal desiderio, la miseria e la grandezza degli abitanti di Bahia hanno la loro celebrazione.
Il romanzo ruota attorno alla vedovanza di dona Flor e al suo lutto stretto, vissuto nel ricordo di Vadinho, delle loro ambizioni, del fidanzamento e dello sposalizio. Coglie l’intimità della giovane vedova, il suo riserbo, le sue notti insonni e la sua insoddisfazione.
Il generale nel suo labirinto
Nel lungo viaggio che lo riporta nei luoghi che lo videro trionfatore, Bolivar, ormai morente e circondato solo da un pugno di seguaci, riflette sul fallimento di un ideale che ha perseguito per tutta la vita: l'unità politica delle terre che lui ha liberato e che gruppi di profittatori dominano ormai senza possibilità di riscatto.
Un romanzo epico e drammatico, velato di una tristezza fatale e pervaso da un poetico senso di ineluttabilità del destino con il quale García Márquez rende onore al più illustre e sfortunato degli eroi del suo paese.
Teresa Batista stanca di guerra


Un romanzo popolare, una saga che Amado immagina di aver raccolto qua e là dalla bocca della gente che ha veramente conosciuto la ragazza Teresa, simbolo della forza misteriosa che appartiene solo alle donne. Vita e miracoli di Teresa Batista venduta tredicenne dai parenti a un turpe orco stupratore, giustiziera del suo tiranno, prostituta capace di ridiventar vergine a ogni nuovo amore, sambista inarrivabile, irriducibile debellatrice del diavolo nero, indomita sindacalista dei bordelli, generosa animatrice di ogni rivolta contro l'ingiustizia terrena; santa, probabilmente figlia della divinità guerriera Iansã, o addirittura, Iansã stessa, eternata con divertimento e golosità inesauribili dal piú popolare narratore brasiliano.
Tutte le opere – Edizione speciale I Meridiani Collezione (2 volumi)
Tra i temi che sono esplorati nelle sue opere: il libro come labirinto che contiene tutte le alternative possibili, il tempo che si comprime in un istante e permette di concentrare tutta una vita, il sognatore che è a sua volta frutto di un sogno.
E ancora la biblioteca infinita dove tutto è scritto, la vita come una lotteria, vittime e assassini che sono complici, l’uomo come figlio di un dio minore, sogno e realtà” (Vanni Blengino).
Fragola e cioccolato
David, militante dell’Unione dei giovani comunisti, si imbatte in Diego, un omosessuale che ostenta la propria scandalosa diversità e la accomuna alle opere d’arte e alle manifestazioni culturali avversate dalle autorità.
L’incontro tra David e Diego si trasforma in una storia di amicizia e di tolleranza.
Finzioni


Il nulla quotidiano
L’isola è Cuba, lei è Patria, nata l’anno della rivoluzione, e con queste parole comincia il romanzo di Zoé Valdés.
Dagli avvenimenti di una giornata qualsiasi affiorano i ricordi e l’educazione sentimentale della protagonista.
Una storia cruda e narrata senza pudori della generazione nata a Cuba durante la rivoluzione.
L’Aleph


Temi universali, uniti al sentimento dell'unicità irripetibile dell'esperienza individuale, in uno scrittore che si presenta, innanzitutto, sotto l'aspetto dell'eleganza.
La resa del leone
Bestiario


Sugli scenari quotidiani si stacca il “bestiario” metafisico: come una tigre invisibile che invade la casa, coniglietti generati dal nulla...
Il postino di Neruda
Con lui scopre l’importanza della poesia e del sentimento amoroso.
Il sodalizio si trasforma in una profonda amicizia.
Diventato famoso in Italia dopo l’edizione cinematografica con Massimo Troisi.
I passi perduti
Il protagonista si sente rinascere, sente rinnovata la sua creatività e la sua capacità di amare. Dimenticatosi di sua moglie e della sua amante, accetta l’amore puro e semplice di Rosario, un’indigena perfettamente integrata nel suo ambiente.
Purtroppo però, non sarà così facile per lui rompere le catene che lo tengono legato al mondo “civilizzato”.
Il gioco del mondo (Rayuela)


Don Segundo Sombra


Lo spazio della pampa, la vita dei mandriani, la natura illimitata, la condizione fra libera e servile degli uomini, il sangue misto e l’incertezza delle origini, l’iniziazione al mondo dei gauchos, sono gli ingredienti principali di questo grande romanzo argentino.