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Sono ancora qui

Rio de Janeiro, gennaio 1971: Marcelo ha solo undici anni quando il padre, un ex deputato, viene sequestrato dagli agenti della dittatura militare. Da quel momento di lui non si avranno più notizie. Con cinque figli da crescere e nonostante il dolore, Eunice, la madre di Marcelo, ingoia le lacrime e trova la forza di ricostruire la propria vita. Riprende gli studi con una determinazione straordinaria e diventa avvocato, dedicandosi alla difesa dei diritti civili, alle lotte per la democratizzazione del Paese e alla ricerca della verità.

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Qui solo per poco

Due cagnoline abbandonate trovano conforto nella reciproca compagnia fino a quando un nuovo esilio le costringe a ripensare il futuro. Lo sguardo di una tangara scarlatta in volo dagli Stati Uniti alle montagne andine lascia intravedere un'altra idea di frontiere e migrazione. Una scarabea approfitta al meglio del poco tempo che la natura le concede. Qui solo per poco è un testo insolito e di rara bellezza, che restaura la divinità del mondo animale, lasciando che l’uomo abiti in maniera periferica appena qualche riflesso di queste pagine. Né antropocentrico né antropomorfico, lo spazio liminale raccontato da María Ospina Pizano indaga diverse cronologie e differenti scale territoriali, decentrando lo sguardo e offrendo una prospettiva inedita sul nostro passaggio sulla terra.

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Quel silenzio

María de los Ángeles, lascia la scuola e Puerto Escondido per andare a vivere con il medico della regione, un uomo più grande di lei di cinquant’anni e che l’ha fatta nascere. Insieme hanno un figlio ma il medico ne ha altri 62 con donne tutte diverse, gliel’ha detto Encarnación, la domestica del medico che cura la casa di San Luis. La vita è un corso fisso, tracciato dall’abitudine? Possiamo aspettarci qualcosa di più da esso o inventare un percorso per noi stessi? Come convivere con il silenzio dell’altro? Come possiamo dialogare con l’altro in una terra dove gli uomini parlano solo agli uomini e le donne alle donne?

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La seconda venuta di Hilda Bustamante

Hilda Bustamante ha 79 anni e, come sempre succede, un giorno arriva per lei il momento di morire. Eppure, in modo del tutto inatteso, qualche tempo dopo Hilda torna alla vita, riesce a uscire dalla bara e, senza capire bene cosa le sta succedendo, si riavvia verso casa, con grande commozione di Álvaro, l’amore della sua vita, di Amelia, l’adorata nipotina adottiva, e delle «ragazze» della chiesa, che l’hanno sempre considerata una persona piuttosto straordinaria.

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Donne della nebbia

Nel paesaggio maestoso del páramo più grande del mondo, quello colombiano di Sumapaz, una volta alla settimana un gruppo di contadine accoglie l’insegnante che arriva da Bogotá per tenere un laboratorio di scrittura. La prof, come la chiamano loro, lascia in città il suo bambino di pochi mesi con il marito e si immerge in quel paesaggio duro, carico di emozioni e di incertezze, e nelle storie di chi lo abita. Storie che raccontano di figli sacrificati a una lunga guerra civile, di una quotidianità durissima, di credenze antiche e radicate.

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La suite

La bambinaia ha pianificato ogni passaggio del rapimento: il percorso, i documenti per il viaggio, i rifornimenti. Quando esce con Cora al mattino, non ci si immagina che stia per salire su un pullman e scomparire con la bambina. È solo con il passare della giornata che Fernanda e Cacá iniziano a rendersi conto, a poco a poco, che la figlia è scomparsa e, nel bel mezzo di una crisi coniugale, si trovano costretti a unire le forze per trovarla.

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Il crimine del buon nazista

Ottobre 1933. L’LZ 127 Graf Zeppelin proveniente dalla Germania viaggia in direzione di Rio de Janeiro. I suoi passeggeri sono soprattutto ricchi commercianti, medici, ereditieri. Tutto all’interno del dirigibile è pensato per una clientela abituata al meglio. Se non fosse per un misterioso omicidio che avviene nel cuore della notte. A bordo c’è un funzionario della Kriminalpolizei berlinese, Bruno Brückner, membro del partito nazista in viaggio per una vacanza, che prende in mano le indagini. Comincia con l’interrogare tutti i passeggeri che hanno cenato con la vittima la sera prima dell’assassinio: Karl Vöegler, un medico nazista sostenitore dell’eugenetica, William Hay, un inglese un po’ dandy e provocatorio, e infine l’indecifrabile baronessa Van Hattem. Viene perquisita la cabina della vittima, si scopre che aveva due passaporti, uno con nome tedesco, l’altro con nome ebraico, c’è il sospetto che sia una spia comunista.

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La pazienza dell’acqua sopra ogni pietra

In un’atmosfera di quiete apparente, una donna convive pacificamente con una scimmia, finché cala la notte e i confini tra la realtà e l’immaginazione si dissolvono, rivelando un pericolo in agguato. Una dogsitter porta a spasso un gruppo di cani e loro, mentre passeggiano, filosofeggiano intorno alla routine, la memoria e la morte. Partendo da una comune sensazione di tristezza, due musicisti raggiungono un’armonia perfetta, come se il destino ineluttabile di un pianoforte e di un violino fosse inscritto in quell’unione unica.

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Il tempo delle mosche

Inés Pereira, protagonista di Tua, la prima opera dell’autrice, esce dal carcere dopo avere scontato la pena per avere ucciso l’amante del marito Ernesto. Sono trascorsi quindici anni, Inés è cambiata, e anche la società è cambiata notevolmente, tanto che il suo delitto, con gli occhi di oggi, appare carico di attenuanti che a suo tempo non erano state prese in considerazione. Per rifarsi una vita, Inés apre un’azienda di disinfestazione domestica e investigazioni private, la MMM, insieme a un’amica del carcere, soprannominata Monca.

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Il libro di Aisha

Sylvia ha sette anni nel 1980, quando la sorella maggiore scompare. Da un soggiorno di studio in Inghilterra, Patricia non tornerà mai. La ventiduenne ribelle, che adorava la musica, fumava e sfilava a tutte le manifestazioni studentesche, inspiegabilmente, riconosce una parte di sé in un uomo e nella sua religione. Patricia non esiste più. Al suo posto c’è Aisha, moglie devota e fedele all’Islam che rinnega il passato, la sua cultura, la sua famiglia.

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Nessuno accendeva le lampade

Nei dieci racconti di Nessuno accendeva le lampade Felisberto Hernández ci sorprende con immagini sconvolgenti e surreali, in cui non di rado gli oggetti o le singole parti dell’essere umano acquistano vita propria. Sono storie immerse nella quotidianità, apparentemente normali, che pian piano scivolano verso altre dimensioni, sconcertanti e oniriche: strane forze costringono i protagonisti ad agire in modo imprevedibile, e vita e sogno iniziano a convivere trasgredendo le norme del reale.

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La luce difficile

Sono le sette del mattino quando David viene svegliato da una fitta di angoscia: è arrivato il giorno in cui suo figlio Jacobo sarà sottoposto a eutanasia. Paralizzato in seguito a un incidente stradale, il ragazzo soffre così tanto che la vita gli è diventata insopportabile. Lui e il fratello Pablo sono partiti per Portland, lontano dall’appartamento newyorkese della famiglia in cui David attende notizie, mentre si domanda se Jacobo, all’ultimo momento, ci ripenserà.

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Il sogno

L’8 novembre 1519 avvenne l’incontro fatidico tra il conquistador Hernán Cortés e l’imperatore del Messico Moctezuma: fu il contatto tra due mondi incomprensibili fra loro, due visioni dell’esistente inconciliabili, due imperi che stavano entrando in collisione senza avere coscienza della portata di tale evento. Álvaro Enrigue narra un’avvincente versione di cosa accadde, in sapiente equilibrio tra ricostruzione storica e leggende tramandate, sfidando i limiti del romanzo storico e avvalendosi di una approfondita conoscenza delle sottigliezze linguistiche – prendendosi la libertà di stravolgerle usando termini e modi di dire in gergo messicano odierno – per rendere appieno la portata di quell’incontro che cambiò la storia del mondo.

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L’amore è un fiume

Venâncio e Dalva, marito e moglie, si amano di un amore totale. La loro è un’unione inestricabile di anima e corpo; amano parlarsi, toccarsi, guardarsi, abbandonarsi completamente l’uno all’altra. Lui e lei, lei e lui. Fino al giorno in cui la tragedia irrompe nella loro vita incrinando questa simbiosi perfetta. Nelle crepe di un amore che all’improvviso sembra svanito si insinua Lucy, prostituta orgogliosa che invade le loro esistenze a testa alta.

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I nomi delle cose

Tredici racconti, brillantemente costruiti, che di volta in volta mettono in scena le inquietudini della giovinezza, le contraddizioni dei rapporti famigliari, i risvolti inaspettati della quotidianità. Un ragazzo che si isola alla ricerca dell’ispirazione letteraria e vive una notte rivelatrice; un ciclista che deve affrontare la salita piú difficile; due disperati avventurieri metropolitani che attraversano una New York ostile ma generosa; un compagno di classe che da studente si rivolta a ogni schema e da grande la rivoluzione la fa per davvero; un malinconico dal cuore infranto che parte da Buenos Aires per andare da un amico a Parigi e si ritrova a prendere il suo posto in tutto, anche con l’affascinante fidanzata.

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Resta solo il fuoco

In una comunità rurale del Brasile una donna viene arsa viva. A uccidere Celeste sono i genitori e il fratello, in un rituale che parte come un esorcismo e finisce come il rogo di una strega. Tra gli interrogatori della polizia e le analisi della scena del crimine, i protagonisti del tragico evento prendono voce per consegnarci la loro versione della storia. Il ritratto che ne emerge è quello di una località isolata, segnata dall’arrivo di una nuova confessione religiosa.

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Ho ucciso un cane in Romania

La protagonista di questa storia, una donna latinoamericana che insegna norvegese agli stranieri, sta per arrivare al limite: la solitudine l’ha portata a pochi passi dal completo abbandono di se stessa. Il suo migliore amico decide di portarla nella sua Romania originaria, in un viaggio che non può più rimandare. Lì, tra blocchi di cemento e pubblicità al neon, osservano scomparire il tenue vincolo che li univa da immigrati nella gelida Norvegia.

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Terra di campioni

Calama, cittadina del nord del Cile, anni ’50. Per sfuggire alla calura estiva, un bambino si rifugia con i suoi amici sulle rive del fiume Loa; lì impara a nuotare, a immergersi e a pescare con dei rudimentali arpioni. Si chiama Martínez, e non è come gli altri. L’acqua è il suo elemento e sembra dotato di un vero superpotere: rimanere molto a lungo in apnea. Un giorno di fine estate si trasferisce dallo zio Luchito, in una caleta, una comunità di pescatori. Gli anni passano, il Paese cambia – è arrivato un nuovo presidente, Allende, – e anche Martínez, che ora chiamano il “Chungungo”, è cresciuto ed è diventato un pescatore straordinario.

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Il testimone

Da qualche parte al di là dell’oceano, negli anni della conquista e dell’esplorazione delle Indie, un mozzo di quindici anni viene catturato da una tribù di indios. Scoprirà subito che sono cannibali ma che lui, a differenza dei suoi compagni, non è destinato alla graticola. Anno dopo anno la sua cattività si prolunga, monotona e tranquilla, mentre davanti ai suoi occhi si dispiegano gli usi, i costumi e la visione del mondo di quegli indios. Lui riferisce tutto fedelmente al lettore, minuzioso nei particolari, anche i più inquietanti, anche i meno comprensibili.

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Oscura foresta

Rio de Janeiro, 2014: sono giorni di grande speranza ed euforia, con i Mondiali di calcio alle porte e la città nel pieno dei preparativi per le Olimpiadi. Júlia è socia di uno studio di architettura che sta lavorando ad alcuni progetti per il futuro Villaggio Olimpico. Un pomeriggio, prima di una riunione, va a correre nei pressi di Vista Chinesa, un belvedere all’interno della Floresta da Tijuca.

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