Un giovane medico al capezzale del suo padre spirituale, ormai in fin di vita. Di fronte alle finestre dell'ospedale si distende il campo profughi di Shatila, in Libano. Il vecchio militante in coma sognava di scrivere una storia senza inizio né fine, la storia del popolo palestinese. Una storia che ora, in una sorta di terapia, gli viene raccontata dal suo discepolo: la guerra civile in Libano, gli episodi significativi della sua vita e gli itinerari di un pugno di uomini e donne accerchiati dalla storia, a partire dall'espulsione dalla Galilea nel 1948.
Bibliografia autori arabi
Un’estate africana
In questa sua nuova opera ci presenta stralci di scene di vita di commercianti, operai, contadini, funzionari, tutti colti nel momento in cui la loro storia personale interferisce con la Storia.
Sestina dei sei giorni (con Selim lo scemo di Tawfig Fayyad)
Nella Sestina l’autore riesce a dare l’immagine delle varie situazioni vissute dai palestinesi prima e dopo la guerra dei sei giorni.
In Selim lo scemo tocca al povero pazzo del villaggio diventare vittima consapevole per permettere una presa di coscienza collettiva all’interno di un campo profughi.
La porta della piazza
Ai confini della luna
In questi racconti la scrittrice descrive, con una vena di poetica e sottile ironia, il gioco quotidiano della vita e denuncia con linguaggio accattivante e corrosivo l’umana tragedia di un mondo in guerra.
Peccati dimenticati
Qualcosa di inspiegabile affascina chi è alla guida delle auto che si fermano paralizzando la città.
Le autorità israeliane istituiscono una commissione d’inchiesta per fare luce sull’avvenimento.
Questo è lo spunto da cui l’autore parte per raccontarci, con un misto di ironia e di immaginazione, tutta la nostalgia di un popolo che ha perso le sue radici.
Terra di fichi d’India
La società palestinese matura lentamente la rivolta che scoppierà nell’intifada.
Nel frattempo le reazioni della classe borghese variano dall’accettazione dello status quo alla resistenza armata.
Zia Safia e il monastero
Leone l’africano
Autore di romanzi per lo più storici di grande successo – insignito del premio Goncourt 1993 – Maalouf scrive qui l’immaginaria autobiografia di Hassan al-Wazzan, dapprima viaggiatore e ambasciatore di sovrani maghrebini, quindi geografo presso il pontefice Leone X sotto il nome di Leone l’Africano, a cui si deve una celebre descrizione dell’Africa, ampiamente utilizzata fino al secolo scorso.
Il profeta
Per esprimere la sua visione del mondo come unità perfetta e la vita come armonia eterna, Gibran ha scelto un interprete illuminato, un profeta di nome Almustafà.
Attraverso di lui il Gibran-profeta pronuncia ventisei sermoni sui vari aspetti della vita terrena indicando le sorgenti alle quali chi ha sete può dissetarsi.
Ritorno a Haifa
Accanto alla durezza del figlio, ora soldato di Israele, è tratteggiata la pietà umana della coppia “nemica” in un groviglio di sentimenti contrastanti.
Miramar
Sei personaggi, capitati lì per i motivi più disparati, si ritrovano insieme nella eleganza decadente della Pensione Miramar.
Figura centrale è l’affascinante Zahara, i cui rapporti con gli altri cinque personaggi riflettono simbolicamente le realtà politiche e sociali del periodo.
Samarcanda
'In fondo all'Atlantico c'è un libro. Io ne racconterò la storia'.
Il libro di cui si parla è l’unico manoscritto delle quartine di Omar Khayyam, saggio persiano filosofo e poeta vissuto intorno al 1072.
Tutta la seconda parte del romanzo racconta infatti la storia del manoscritto e dell’uomo che lo inseguì a rischio della vita nella Persia di fine Ottocento.
Le ninfe della valle
Quattro racconti che sono ”un inno all’amore, un dipinto dell’artista Gibran nel quale gli amanti passeggiano tra i salici, e l’unità di ciascuno era un linguaggio che parlava dell’unione di entrambi; e un orecchio che ascoltava in silenzio l’ispirazione d’amore; e un occhio che vedeva la gloria della felicità”.
Uomini sotto il sole
Uomini sotto il sole è forse una delle più belle e tristi storie dell’emigrazione. È la storia della diaspora palestinese vista, vissuta, sofferta e raccontata da tre protagonisti che cercano di fuggire dai campi profughi della Cisgiordania, allestiti all’indomani della perdita della Palestina nel 1948, per arrivare in Kuwait, meta, allora, di tanti disperati in cerca di fortuna. Quando il romanzo fu scritto, l’Italia e il resto dell’Europa non erano ancora diventate l’approdo di tutti coloro che fuggono dalle guerre, dai regimi dittatoriali del Vicino Oriente e dall’Africa.
Alessandria città di zafferano
Dopo tanti grandi scrittori, come Durrel e Kavafis, questa volta è un autore egiziano che ci regala un’immagine vivissima di una città speciale, a metà tra Mediterraneo e deserto.
Il nostro quartiere
Giardini di luce
Con gli scarsissimi frammenti sulla vita e l'opera del profeta Mani pervenuti fino a noi, Maalouf ha pazientemente ricomposto un affresco della sua vita.
Forse la verità poetica del suo racconto ha avuto la meglio sulla verità storica, peraltro ignota, ma quello che conta è aver recuperato il suo messaggio di fratellanza tra i popoli, di una fede universale che abbraccia tutte le credenze.
Le tempeste
Quella della tempesta è un'immagine che vuole suggerire gli aspetti negativi del mondo.
E infatti in questi racconti prevale la vena pessimistica che verrà superata solo più tardi nella figura del Profeta.
Se tu fossi un cavallo e altri racconti
Queste storie esprimono la grande tristezza dell’autore che, all’epoca in cui le scrisse, non riusciva ancora a immaginare una soluzione al problema del suo paese.