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Odissea nel paese del Nilo

Il romanzo ci riporta ad una delle epoche più ricche di eventi e di mutamenti nella storia d’Egitto e del Mediterraneo, il periodo della spedizione di Napoleone tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo.
E’ in questo contesto storico che si snodano le avventure e disavventure dei discendenti di una modesta famiglia contadina dell’Alto Egitto, la famiglia dei Banu Hathùt.
I grandi temi della vita e della spedizione napoleonica, filtrata attraverso lo sguardo del popolo egiziano assumono, nella narrazione, sfumature e colorazioni particolari e sono fonte di rinnovato interesse verso una cultura ricca di fascino ed attrattive; grande rilievo ha il valore simbolico dei riti, delle usanze, delle superstizioni e delle leggende, che permea la società egiziana in ogni suo aspetto. Il Nilo, dispensatore di vita, fa da sfondo a tutta la narrazione.
Il testo si basa su fonti storiche dell’epoca che l’autore ha scrupolosamente ricercato e riportato nel testo.

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Origini

Prix Méditerranée 2004
Qual è la sorpresa che il lettore trova nel romanzo di Maalouf, Origini? Non è nella struttura del racconto: già Il periplo di Baldassarre come Gli Scali del Levante ci avevano trasportato in un'odissea detta in prima persona e farcita di testimonianze citate. Anche quella di Origini è un'odissea "attraverso le generazioni, attraverso i mari, attraverso la Babilonia delle lingue", alla ricerca appunto delle "origini", di ciò che nella tribù "solamente unisce gli uni agli altri: un nome pronunciato", un patronimico, quello dell'Autore, chiave con la quale può rievocare i morti e rivisitare le leggende degli antenati.

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L’ultimo amore è sempre il primo?

Questo libro racconta il disequilibrio e i malintesi tra l'uomo e la donna arabi. Le storie che vi si trovano parlano unicamente d'amore, cioè di solitudine, di segreto e di incomprensione. E poi il bisogno d'amore diventa presto una ricerca di sé: perché, per amare l'altro, bisogno amare un po' se stessi. Non è semplice in un paese dove le tradizioni aiutano soprattutto l'uomo a imporre il suo piccolo potere anche quando nulla può essere fatto senza la partecipazione della donna.

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L’incendio

A Bni-Boublen, minuscolo villaggio arroccato sulle montagne, la vita segue il ritmo delle stagioni. In pianura si estendono le immense proprietà dei coloni. Omar, il giovane protagonista de La casa grande, di cui l’Autore segue la vita, viene iniziato alla vita rustica grazie a Commandar, una sorta di dio Pan. Il ragazzino imparerà che gli uomini non sono felici. I fellah si riuniscono, discutono tra loro, scelgono d’insorgere contro la loro condizione miserabile e decidono di scioperare. Il Paese è in effervescenza. Una notte, il fuoco divora alcune capanne degli operai agricoli. Gli scioperanti vengono accusati di aver appiccato l’incendio e i loro capi vengono arrestati.
Mohammed Dib reca una testimonianza della disperazione del mondo contadino arabo senza dimenticare di essere uno scrittore per il quale le parole contano e mantengono un senso di libertà che non può essere appannato da nessun evento storico e da nessuna oppressione.

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Cerimoniale

1995-2000: cinque anni nella vita di Sarah e di Salim, entrambi membri della brigata antiterrorista della città di Algeri.

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Doppio ripudio

Ripudiare la propria moglie per una colpa inesistente, sposarla a un vicino di casa compiacente assicurandosi che l'avrebbe a sua volta ripudiata in modo da permetterle di far ritorno all'antico focolare domestico non è certo un atteggiamento consueto. Organizzando questa farsa, Aziz Zeitoun, ricco pescatore musulmano, è convinto di rispettare i codici morali imposti dalla società algerina. Egli rappresenta lo sposo severo ma giusto che punisce la donna colpevole, il padre irreprensibile che veglia sull'esemplarità della propria famiglia, il credente sincero che rispetta le leggi di Dio. Ma il suo progetto non fila liscio come dovrebbe...

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La casa grande

L'autore situa l'azione del suo romanzo proprio prima della Seconda Guerra Mondiale.
L'ossessione del pane e della fame riempiono Dar-Sbitar, la casa grande, in cui vivono i poveri, una vasta caserma con un patio centrale. La ricerca di cibo, la paura della polizia pronta a irrompere alla ricerca di agitatori, il risveglio delle coscienze, e soprattutto l'intenso modo di sentire del protagonista Omar, bambino costretto a crescere in fretta, permeano con uno stile crudo e poetico quest'opera di Dib valendogli il titolo di "padre fondatore del romanzo algerino contemporaneo". La casa grande è il primo volume della trilogia di Mohammed Dib, chiamata "Algeria".

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Il paradiso della cotoletta

L'incontro tra culture in una delle opere più interessanti della letteratura dell'immigrazione: un adolescente al suo primo impatto con il mondo del lavoro, in un romanzo provocatorio e divertente.

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La porta del sole

Un giovane medico al capezzale del suo padre spirituale, ormai in fin di vita. Di fronte alle finestre dell'ospedale si distende il campo profughi di Shatila, in Libano. Il vecchio militante in coma sognava di scrivere una storia senza inizio né fine, la storia del popolo palestinese. Una storia che ora, in una sorta di terapia, gli viene raccontata dal suo discepolo: la guerra civile in Libano, gli episodi significativi della sua vita e gli itinerari di un pugno di uomini e donne accerchiati dalla storia, a partire dall'espulsione dalla Galilea nel 1948.

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Un’estate africana

Mohammed Dib romanziere, poeta e drammaturgo, è una figura di spicco tra i fondatori della letteratura nazionale algerina.
In questa sua nuova opera ci presenta stralci di scene di vita di commercianti, operai, contadini, funzionari, tutti colti nel momento in cui la loro storia personale interferisce con la Storia.

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Miramar

Il romanzo è ambientato nei primi anni sessanta in Alessandria d'Egitto, un'Alessandria piovosa e fredda che sta vivendo l'epilogo della presenza europea.
Sei personaggi, capitati lì per i motivi più disparati, si ritrovano insieme nella eleganza decadente della Pensione Miramar.
Figura centrale è l’affascinante Zahara, i cui rapporti con gli altri cinque personaggi riflettono simbolicamente le realtà politiche e sociali del periodo.

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Samarcanda

'In fondo all'Atlantico c'è un libro. Io ne racconterò la storia'.
Il libro di cui si parla è l’unico manoscritto delle quartine di Omar Khayyam, saggio persiano filosofo e poeta vissuto intorno al 1072.
Tutta la seconda parte del romanzo racconta infatti la storia del manoscritto e dell’uomo che lo inseguì a rischio della vita nella Persia di fine Ottocento.

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Le ninfe della valle

Quattro racconti che sono ”un inno all’amore, un dipinto dell’artista Gibran nel quale gli amanti passeggiano tra i salici, e l’unità di ciascuno era un linguaggio che parlava dell’unione di entrambi; e un orecchio che ascoltava in silenzio l’ispirazione d’amore; e un occhio che vedeva la gloria della felicità”.

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Uomini sotto il sole

Uomini sotto il sole è forse una delle più belle e tristi storie dell’emigrazione. È la storia della diaspora palestinese vista, vissuta, sofferta e raccontata da tre protagonisti che cercano di fuggire dai campi profughi della Cisgiordania, allestiti all’indomani della perdita della Palestina nel 1948, per arrivare in Kuwait, meta, allora, di tanti disperati in cerca di fortuna. Quando il romanzo fu scritto, l’Italia e il resto dell’Europa non erano ancora diventate l’approdo di tutti coloro che fuggono dalle guerre, dai regimi dittatoriali del Vicino Oriente e dall’Africa.

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Alessandria città di zafferano

Alessandria d'Egitto, città piena di fascino, cosmopolita e anche libertina, rivive nei ricordi di un bambino, di un adolescente e di un adulto, attraverso flashback che sapientemente si intrecciano con il presente e il futuro.
Dopo tanti grandi scrittori, come Durrel e Kavafis, questa volta è un autore egiziano che ci regala un’immagine vivissima di una città speciale, a metà tra Mediterraneo e deserto.

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Il nostro quartiere

La vita quotidiana di un quartiere del Cairo, vista attraverso gli occhi incantati di un bambino, anima le settantotto sequenze in cui si ordinano questi racconti sospesi tra la realtà e le fantasie di un mondo in cui la tradizione orientale convive con il fascino della civiltà europea.

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Giardini di luce

Con gli scarsissimi frammenti sulla vita e l'opera del profeta Mani pervenuti fino a noi, Maalouf ha pazientemente ricomposto un affresco della sua vita.
Forse la verità poetica del suo racconto ha avuto la meglio sulla verità storica, peraltro ignota, ma quello che conta è aver recuperato il suo messaggio di fratellanza tra i popoli, di una fede universale che abbraccia tutte le credenze.

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